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Il Gran Premio d’Austria viene vinto — che sorpresa — da Max Verstappen, ma la vera protagonista è la monoposto tinta di rosso, in una domenica fatta di progressi e di sfide… oltre il “limite”.

Ogni domeni­ca, un appas­sion­a­to di For­mu­la 1 si sveg­lia e sa che il gradi­no più alto del podio del­la gara di turno sarà occu­pa­to da Max Ver­stap­pen. Ogni domeni­ca, un appas­sion­a­to di For­mu­la 1 si sveg­lia e sa che, alle spalle del­l’olan­dese, potreb­bero esser­ci dei colpi di sce­na. Ogni domeni­ca, un appas­sion­a­to di For­mu­la 1 si sveg­lia, speran­do che acca­da qual­cosa di diverso.

Tralas­cian­do il modo in cui un tifoso Fer­rari può affrontare ogni domeni­ca mon­di­ale, quel­la di oggi è sta­ta un’Aus­tria… oltre il limite.

E non mi riferisco solo al bom­bar­da­men­to di penal­ità gen­er­a­to da una Cur­va 10 “killer”, su cui ci sarebbe molto da dire. Mi riferisco a quel lim­ite che superi nei con­fron­ti di te stes­so, nei con­fron­ti di una con­dizione sco­mo­da, di una stra­da che sem­bra via d’us­ci­ta, buia, fat­ta di curve cieche e tante buche.

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A Spiel­berg la Fer­rari è anda­ta oltre il lim­ite. È anda­ta oltre le critiche, oltre il “non cor­ag­gio” di provare, di cam­biare. Il lun­go lavoro intrapre­so, aggior­na­to, antic­i­pa­to, ha lot­ta­to con­tro i prob­le­mi, gli avver­sari, i track limits.

La Fer­rari ha cor­so due gare. Gra­zie, direte voi: ci sono due piloti. Eppure, il divario di atten­zione sulle due mac­chie rosse che sfrec­cia­vano tra i cor­doli aus­triaci ha il suo spes­sore. Cias­cu­na in lot­ta con i pro­pri lim­i­ti, con i pro­pri rischi, con la pro­pria voglia di farcela. Ed esserci.

La pri­ma gara, la Fer­rari l’ha dis­pu­ta­ta con Car­los Sainz. Lo spag­no­lo è sta­to autore di una delle sue migliori gare in rosso. Il suo stile di gui­da uni­to alla sua fidu­cia nei con­fron­ti del­la mono­pos­to, lo han­no accom­pa­g­na­to in una dan­za ener­gi­ca di cor­ag­gio, cat­tive­ria sporti­va, sor­pas­si e dife­sa. Una dife­sa, un bot­ta e rispos­ta con Perez, che ha aiu­ta­to e pro­tet­to il piaz­za­men­to argen­ta­to di Charles Leclerc. 

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La sfor­tu­na innesca­ta dal­la tem­pes­ta di penal­ità gli ha imped­i­to di calpestare il gradi­no più bas­so del podio. Ma non è un quar­to pos­to, in questo 2023, che scom­bi­na cer­ti equilibri…

La sec­on­da gara del­la Fer­rari, oggi, è quel­la con Charles Leclerc. Il mis­tero del saba­to è sta­to dimen­ti­ca­to gra­zie ad un secon­do pos­to prezioso. Un mix per­fet­to tra impreved­i­bil­ità del­l’e­si­to del­la strate­gia, aggres­siv­ità, un degra­do gomme ben gesti­to, un sosteg­no garan­ti­to da un team radio che pre­cisa il sup­por­to del com­pag­no di squadra, e l’ef­fi­cien­za delle novità antic­i­pate dal­l’Unghe­ria all’Austria.

Ci vol­e­va? Sì. Final­mente quegli occhi sono tor­nati a sor­rid­ere. Per davvero.

Per dire a qual­cuno che no, il Cana­da non è sta­to un lam­po nel­la notte, ma solo l’ac­cen­no del­la luce di una pic­co­la, grad­uale, rinasci­ta.

Che arriverà. Sen­za fret­ta, ma sen­za sosta.

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