Nuove consapevolezze e dubbi ricorrenti: è riassumibile così il week-end in terra australiana vissuto dal muretto Mercedes, che è riuscito a raccogliere un bottino di ben 27 punti, conquistando un terzo e un quarto posto in realtà inattesi da parte del team, se si considera quanto mostrato durante le prove libere. Nonostante un George Russell impeccabile e un Lewis Hamilton non da meno, il progetto insolito di questa W13 ha dimostrato, ancora una volta, la necessità di essere rivisto al più presto, se non si vuole perdere completamente contatto con le scuderie di vertice.
“Abbiamo lasciato Melbourne con un morale migliore di quando siamo arrivati”.
È stato chiaro ed estremamente analitico Toto Wolff nel descrivere, in poche parole, quello che è il morale in casa Mercedes al termine di un week-end non esattamente tutto rose e fiori. Il team principal è cosciente del fatto che non ci si debba lasciar ingannare da quello che, apparentemente, potrebbe sembrare un risultato nel complesso positivo: sono stati, di fatto, il cinismo di George Russell e un dissimulato intervento della dea bendata a offrire, su un piatto d’argento, la possibilità alla squadra di Brackley di agguantare il gradino più basso del podio e sicuramente non una monoposto tanto competitiva da potersi battere con Ferrari e Red Bull.
L’attesa per il nuovo pacchetto di aggiornamenti previsto per l’ormai passato fine settimana aveva acceso, nei cuori degli uomini della Stella, una cauta speranza nell’arrivo di tempi migliori: eppure, a detta dei membri del team Campione del Mondo, la creatura della casa automobilistica tedesca non è pronta ad accogliere su di essa grandi modifiche. Lo stesso Hamilton l’ha definita “un serpente a sonagli” dal momento che, ad essere errato, sembra proprio il design di base della monoposto.
L’obiettivo primo delle Frecce d’Argento resta, tuttora, trovare una soluzione a quel porpoising che sta con il fiato sul collo alla W13 fin dai test invernali di Barcellona e Sakhir: secondo quanto riportato da Auto Motor und Sport, a tal proposito, nel corso di questo fine settimana australiano, sono state applicate alle vetture numero 44 e 63 alcuni sensori volti a mappare il fenomeno del saltellamento in rettilineo.
A preoccupare è, tuttavia, la quantità di peso aggiunta a delle auto già estremamente pesanti: queste vere e proprie zavorre hanno portato, infatti, la massa della livrea ad aumentare di ben un chilo e mezzo rispetto a quella di partenza. All’alba della domenica di gara, i piloti del team otto volte iridato hanno potuto sperimentare, ciò nonostante, un livello di fastidio minore rispetto a quello del venerdì e del sabato, non giungendo comunque ad un assestamento permanente.
Uno delle note favorevoli, al contrario, è stata la miglior tenuta degli pneumatici di mescola più dura. Il compound C2 portato all’Albert Park da Pirelli, questa volta, ha colpito nel segno: a differenza dei primi due duelli di questo 2022, infatti, la Mercedes ha ottenuto buoni riscontri dopo il montaggio della gomma bianca avvenuto al ventitreesimo passaggio per Lewis e, poco dopo, approfittando di una Safety Car, anche per George.
Un Russell che, benché sperasse in un avvio di questa sua nuova avventura tanto agognata certamente diverso, è riuscito a regalarsi il suo primo effettivo podio in carriera, secondo solo a quello guadagnato, in modo insolito, sul tracciato di Spa-Francoshamp l’anno scorso. Proprio a proposito di questo traguardo raggiunto dal giovane inglese, insieme ad uno sguardo generale volto ad analizzare, per sommi capi, questa tre giorni sotto il sole australiano, Andrew Shovlin ha commentato così:
“Faccio i complimenti a George per il suo primo podio in Mercedes, anche se in questo momento non abbiamo il ritmo che forse sperava. Lewis ci ha rimesso in Safety Car, ma era riuscito a mettere sotto pressione Sergio nel primo stint uscendo dal pit stop davanti a lui. Ma era evidente che non avessimo il passo per contrastarlo, anche se il nostro degrado delle gomme era probabilmente un po’ minore. (…) Ci siamo difesi, ma sappiamo di avere molto da fare: è molto probabile che ci sia, quindi, una lunga strada da percorrere, e ci concederemo del tempo per migliorare il nostro tempo sul giro”.
Se si prendono in considerazione le varie dichiarazioni che filtrano dai box della scuderia Campione del Mondo, dunque, si stimano dei tempi di risalita ancora non determinati, ma sicuramente non circoscrivibili in un futuro prossimo. A noi non resta altro che darvi, pertanto, appuntamento a casa nostra, ad Imola, dove i miglioramenti tecnici aspettano impazienti di atterrare sulla quattroruote d’argento, che, nel frattempo, è relegata ad attendere nell’ombra, trepidante come una belva a digiuno da giorni, di poter attaccare le prede con la sua morsa letale e mostrarsi, nuovamente, come capobranco incontestata.
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