Il bilancio del Gran Premio di Jeddah è stato, tutto sommato, positivo per la McLaren, che dopo aver conquistato i primi sei punti iridati, vede ora brillare una flebile luce nel buio lasciato la scorsa settimana dal week-end di Sakhir. Sono piccoli passi sulla lunga strada che dovrà percorrere il team di Woking per tornare in vetta, ma la direzione potrebbe essere quella giusta.
Sei punti. Questo il bottino incamerato dalla McLaren in Arabia Saudita, frutto del settimo posto di Lando Norris. Il britannico, intervistato dopo la disfatta del primo appuntamento mondiale in Bahrain, aveva analizzato con estrema freddezza la situazione, identificando nella mancanza di aderenza il principale problema della MCL36:
“La monoposto fatica ad essere bilanciata e, quando lo è, risulta lenta. Tuttavia, non vedo tante difficoltà diverse, ma è tutto riconducibile ad un problema unico, che però in Formula 1 conta moltissimo. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è maggiore deportanza, ed è con questo che stiamo lottando di più al momento. Ai test di Barcellona siamo risultati piuttosto forti, ma i nostri avversari hanno lavorato molto e hanno portato migliorie significative, mentre noi siamo rimasti indietro. Non sarà facile trovare il giusto carico aerodinamico, ma sono fiducioso che i colleghi di Woking, capitanati da James Key, stiano lavorando ad un buon piano per capire cosa ci manca e portare presto miglioramenti”.
Se la fiducia del pilota inglese ha trovato appagamento nel secondo appuntamento della stagione, Daniel Ricciardo dovrà attendere ancora per agguantare i primi punti in classifica. Dopo una prima parte di gara soddisfacente, con una rimonta dal quattordicesimo al nono posto, il pilota australiano è stato costretto al ritiro per problemi alla Power Unit Mercedes.
Risolti i problemi di surriscaldamento dell’impianto frenante e tolti i problemi all’aerodinamica sopra citati, i limiti di McLaren risiedono oggi anche nel motore partorito a Brackley, le cui performance e la cui affidabilità sembrano ancora lontane da quelle del primo della classe: il Superfast Ferrari.
Che cosa ci dice, quindi, la gara di Jeddah, sul percorso intrapreso dalla storica casata inglese? Il team paga, senza dubbio, un ritardo tecnico di circa due anni rispetto ai top team: pertanto, la lotta per il Campionato del Mondo è ancora ampiamente fuori portata. I problemi economici registrati negli ultimi anni, che hanno portato alla dolorosa decisione di vendere per una cifra che sfiora i duecento milioni di euro la sede di Woking, in cui il gruppo continua comunque a risiedere, non hanno certamente aiutato a massimizzare la concentrazione sul progetto 2022.
Ci troviamo, comunque, di fronte ad una delle squadre più titolate e prestigiose della classe regina, che oltre a vantare grande esperienza e tecnici di assoluto spessore, può anche contare su piloti che sono sì talentuosi, ma che hanno anche mostrato di saper abbassare la testa e rimboccarsi le maniche per aiutare il team fuori dalla pista.
Intervistato dopo la gara di Jeddah, Norris si è detto soddisfatto del risultato:
“Siamo stati fortunati con l’ingresso della Safety Car, abbiamo avuto modo di recuperare alcune posizioni che avevamo perso a inizio gara. C’è stata anche la chance di raggiungere il sesto posto, perso all’ultimo giro contro Ocon, ma sono comunque contento. Siamo andati meglio di quanto credessimo, abbiamo messo a segno punti importanti e dobbiamo continuare così. Il lavoro da fare è ancora molto e richiede ben più delle due settimane che ci separano da Melbourne, ma nel giro di un paio di mesi chissà dove potremo essere”.
Ci auguriamo anche noi che il team riesca presto a trovare la quadra, in un Campionato del Mondo che non ci sta sicuramente annoiando, ma che sarebbe senza dubbio ancora più bello, con Lando e Daniel in grado di lottare per le posizioni che contano.
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