In una recente visita effettuata presso Cozzi Giulio — Maserati, siamo entrati a contatto con una stroardinaria Maserati Biturbo preserie. Al mondo, di fatto, non esiste un numero di telaio precedente al suo attualmente circolante. Un unicum, sia per quanto riguarda la tinta, che per quanto concerne la storia, tanto incredibile quanto attuale. Da mesi attendete la consegna della vostra vettura? Provate a scrivere una poesia al titolare della casa di produzione: potrebbe anche annullare i ritardi.

Nel mon­do auto­mo­tive, il peri­o­do, come sapete, è par­ti­co­lar­mente dif­fi­cile. La crisi delle materie prime (acciaio e materie plas­tiche in prim­is) e le prob­lem­atiche legate alla pro­duzione di microchip e di semi­con­dut­tori, stan­no infat­ti met­ten­do in ginoc­chio l’intero set­tore. Le dif­fi­coltà, nat­u­ral­mente, si riflet­tono nelle ven­dite, che ogni mese osser­vano evi­den­ti fles­sioni, e nelle con­seg­ne, con cli­en­ti costret­ti ad aspettare a volte oltre un anno per met­ter­si al volante delle nuove com­pagne di viag­gio. Si sta­va meglio quan­do si sta­va peg­gio, affer­mano in tan­ti. E sicu­ra­mente han­no ragione, anche se, in questo caso, ci sen­ti­amo di dir loro che le dif­fi­coltà ci sono sem­pre state. Ne sa qual­cosa il dot­tor Lui­gi Dellave­do­va, che nel Dicem­bre del 1981, assiste estasi­a­to alla pre­sen­tazione del­la nuo­va Maserati Bitur­bo.

Il prog­et­to di Ale­jan­dro De Toma­so, final­iz­za­to a rib­altare la situ­azione eco­nom­i­ca del Tri­dente, coni­u­ga­va linee com­pat­te a per­for­mance di mas­si­mo liv­el­lo, con un posizion­a­men­to di prez­zo inter­es­sante. Dellave­do­va se ne innamo­ra, e provvede imme­di­ata­mente ad ordinare la vet­tura. Tem­pi di con­seg­na sti­mati? Quat­tro mesi. Un numero accetta­bile, sicu­ra­mente, che viene rifer­i­to a tut­ti i nuovi cli­en­ti Bitur­bo. Tan­ti cli­en­ti. Trop­pi cli­en­ti. Maserati e De Toma­so, infat­ti, si aspet­ta­vano che il mod­el­lo riscuotesse un notev­ole suc­ces­so, ma di cer­to mai avreb­bero potu­to immag­inare ordi­ni di gran lun­ga supe­ri­ori alle stime di ven­di­ta. Per tale moti­vo, i tem­pi di con­seg­na si dila­tano. I quat­tro mesi diven­tano sei, poi otto, dod­i­ci, addirit­tura diciot­to. Un anno e mez­zo, dunque. Da strap­par­si i capelli.

Ogni essere umano, tut­tavia, reagisce a modo suo alle dif­fi­coltà. Qual­cuno avrebbe strac­cia­to il con­trat­to, invi­a­to mis­sive di fuo­co, rimpianto di aver ordi­na­to una vet­tura tan­to bel­la quan­to, di fat­to, irrag­giun­gi­bile. Ma non il dot­tor Dellave­do­va: l’imprenditore, fonda­tore del­la Dellave­do­va Arreda­men­ti, realtà affer­ma­ta nel pro­prio set­tore di per­ti­nen­za dal lon­tano 1958, scelse infat­ti di pren­der­la con il sor­riso, abbinan­do il suo scon­tento ad una delle pas­sioni che da tem­po colti­va­va: la poe­sia.

Per questo prende car­ta e pen­na, e scrive a De Toma­so in persona:

“Nel fior degli anni colorati
Mi colse amor di Maserati
Pen­sai d’esser furbo
Ordi­nai subito il Biturbo
Giorni e giorni ricontati
Mesi e mesi son passati
Per quel bel sog­no acerbo
Come vedi, ho per­so il nerbo”

Quel giorno, mai si sarebbe aspet­ta­to che quel­la let­tera poet­i­ca avrebbe col­pi­to nel seg­no. Pochi giorni dopo, a casa Dellave­do­va, infat­ti, squil­la il telefono:

“Pron­to”

“Pron­to, salve, dot­tor Dellave­do­va. Sono la seg­re­taria del dot­tor De Toma­so, la chi­amo per la poes…”

“Io non ho tem­po da perdere per questi scherzi, arrivederci”

“Ma dot­tore, non si trat­ta di uno scherz…”

“Tu-tu-tu-tu-tu”

Dellave­do­va ave­va riat­tac­ca­to. Ma la seg­re­taria di De Toma­so, per sua for­tu­na, non si rasseg­na, e lo richiama.

“Dot­tor Dellave­do­va, mi ascolti per favore. Il dot­tor De Toma­so ha let­to la sua poe­sia e ha apprez­za­to molto la sua fan­tas­ti­ca iro­nia. Per questo moti­vo, avrebbe il piacere di invi­tar­la alla Torre di Mod­e­na per dis­cutere del­la sua situ­azione e del suo ordine”.

Lui­gi com­in­cia a com­pren­dere che non si trat­ta di uno scher­zo, si ritaglia un giorno libero e parte per Mod­e­na. Ad atten­der­lo, Ale­jan­dro De Toma­so in per­sona, che lo accoglie ringrazian­do­lo per essere venu­to e scu­san­dosi per i ritar­di nel­la con­seg­na del­la Bitur­bo. Non solo, tut­tavia. Nem­meno il tem­po di ved­er accettate le sue scuse, che De Toma­so riprende imme­di­ata­mente la parola:

“Quelle che vede in ques­ta torre, dot­tor Dellave­do­va, sono delle Bitur­bo pre­serie, le uniche diciot­to Bitur­bo che abbi­amo a dis­po­sizione. Io non voglio che lei atten­da anco­ra. La prego, scel­ga una di queste, e le promet­to che gliela con­seg­ner­e­mo entro una venti­na di giorni”. 

Dellave­do­va, incred­u­lo, ringrazia De Toma­so con un sor­riso a trenta­sei den­ti. La sua scelta ricade su un esem­plare con­trad­dis­tin­to da una tin­ta azzur­ra uni­ca, mai ripro­pos­ta su nes­suna delle Bitur­bo prodotte dal 1982 al 1992. Una ver­ni­ciatu­ra che, di fat­to, la rende una aut­en­ti­ca one-off. All’in­ter­no, inoltre, abbi­amo una plan­cia con­trad­dis­tin­ta, nel­la parte supe­ri­ore, dal­la rad­i­ca, al con­trario di quel che vedremo poi sulle ere­di prodotte in serie. Non solo: la pre­serie del dot­tor Dellave­do­va, infat­ti, stan­do a min­uziose ricerche storiche effet­tuate, risul­ta infat­ti essere la più anziana delle Bitur­bo prodotte ed attual­mente cir­colan­ti sul piane­ta. Sot­to il suo cofano, un sei cilin­dri (con tre valv­ole per cilin­dro, due di aspi­razione e una di scari­co) in gra­do di erog­a­re 180 CV cavalli.

Un vero e pro­prio cap­ola­voro, che abbi­amo avu­to la for­tu­na di toc­care con mano pres­so Cozzi Giulio — Maserati, esclu­si­vo deal­er del Tri­dente, sito in quel di Cane­grate (MI) in Via Enri­co Fer­mi 35, e part­ner di Ital­ian Wheel.

Ph. Cozzi Giulio — Maserati ©

Un pensiero su “Quando una poesia ti garantisce un posto nella storia”

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