Un secondo posto che vale, forse, quanto una vittoria. È stato un flashback: Charles Leclerc che sorpassa Verstappen, e che lotta fino alla fine per ottenere il massimo. Un’apparizione temporanea dei primi mesi del 2022. Una sensazione di Mondiale finalmente aperto, che per un attimo ha messo da parte la consapevolezza che, in realtà, è quasi giunto all’ultima gara.

Un tes­ta a tes­ta. L’ag­gres­siv­ità di Ver­stap­pen, una lot­ta alla pri­ma cur­va, il sor­pas­so di Leclerc, la sua tena­cia, la bef­fa a Perez. Per un atti­mo dura­to cinquan­ta tor­nate, Las Vegas non è apparsa come la penul­ti­ma tap­pa di una sta­gione scrit­ta sin da mar­zo. È sta­to un bal­zo all’indi­etro in quei pri­mi mesi di un 2022 ormai lon­tanis­si­mo, quan­do Charles e Max era­no uno il rivale pri­mario dell’altro.

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Quan­do Charles sen­ti­va di pot­er essere l’au­tore dei suoi sog­ni. Nel­la notte di Las Vegas, l’ul­ti­ma di un fine set­ti­mana par­ti­to male, il leone mon­e­gas­co tira la zam­pa­ta con una prestazione pre­cisa, impec­ca­bile, dan­neg­gia­ta dal­l’im­preved­i­bil­ità del­l’azione in pista e da una gom­ma che non ha fun­zion­a­to al meglio per col­pa di una Safe­ty Car malevola.

È lui il pro­tag­o­nista del­la Rossa, sta­vol­ta. Quel­la Rossa che ad Abu Dhabi arri­va con solo quat­tro pun­ti di dis­tac­co da una Mer­cedes in deca­den­za. E su un sec­on­do pos­to nel­la clas­si­fi­ca dei costrut­tori per Maranel­lo, quest’an­no, nes­suno avrebbe mes­so la firma.

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È sta­ta… “dura”, ma all’ul­ti­ma cur­va, quel sec­on­do pos­to prezio­sis­si­mo è arriva­to. E Perez, anco­ra una vol­ta, res­ta a guardare con quel­l’aria spae­sa­ta e per­p­lessa, la stes­sa di chi ad una fes­ta è l’u­ni­co a sen­tir­si un po’ fuori luo­go e res­ta un po’ in dis­parte a lac­er­ar­si di riflessioni.

Real­iz­zare che il tra­guar­do del lun­go 2023 sta arrivan­do e, tiran­do le somme, per lui non sono sta­ti cer­to mesi bril­lan­ti quan­to le stelline che rico­prono la sua tuta stile Elvis.

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Leclerc, invece, a Las Vegas, ha bril­la­to più delle luci e dei col­ori del­la Strip. Ha fat­to “all in”. Per­ché anche se la vit­to­ria non è arriva­ta, è arriva­ta la sua riv­inci­ta che ha spaz­za­to via le nubi brasil­iane e quelle pri­ma anco­ra. Per­ché non si è accon­tenta­to. Per­ché quel­la voglia di essere autore dei pro­pri sog­ni non gli è anco­ra passata.

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