Max Verstappen vince il Gran Premio del Qatar già da tre volte Campione del Mondo, tagliando il traguardo davanti a un grande Oscar Piastri e a Lando Norris. Quarto George Russell, autore di una grande rimonta dopo un contatto fratricida con Hamilton alla prima curva. In difficoltà la Ferrari, quinta con Leclerc al traguardo e con Sainz ritirato ancor prima della partenza.
1. LA DURA LEGGE DI MAX. Tre volte iridato, un titolo conquistato ancor prima di correre la domenica. È bastata la Sprint Race ad incoronare Re Max per la terza volta della carriera sul trono della Formula 1. In gran spolvero durante la sprint race, in rimonta fino al secondo posto dopo una partenza non buona, in totale gestione durante la gara, consapevole dell’enorme superiorità della sua RB19. Un trionfo iridato strameritato da Verstappen, il quale chiude i conti con ben cinque gare d’anticipo, in una stagione di dominio totale, quasi schumacheriana.
2. CHAPEAU A MCLAREN. Alzi la mano chi, dopo le prime due gare, avrebbe avuto il coraggio di scommettere sulla ripresa della McLaren. Invece a Woking hanno stupito tutti, sistemando un progetto nato malissimo e portandolo ad essere addirittura uno dei più positivi degli ultimi 10 anni. Di fatto, la scuderia inglese è sempre in lotta per il podio. Nel deserto qatariota, la MCL60 è sempre stata velocissima, specialmente con Oscar Piastri. L’australiano è stato autore del miglior fine settimana della carriera. Oltre la conquista del podio la domenica, il grande risultato è arrivato al sabato, con la prima posizione nella Sprint Qualifying e la successiva vittoria della Sprint Race: un sabato da ricordare.

3. IN OMBRA. Ci si lecca le ferite a Maranello. Il week-end qatariota è stato molto più complesso del previsto. La SF-23 non voleva saperne di essere competitiva ed entrambi i piloti sono sempre stati costretti a limitare i danni. Per di più, in gara, Sainz non ha neppure potuto correre a causa di una perdita nel serbatoio che lo ha costretto a vedere tutta la corsa dal box. Se consideriamo questo ritiro insieme all’anonima quinta posizione di Leclerc, mai seriamente in lotta per il podio, il fine settimana della Rossa può essere riassunto in un simpatico, per modo dire, scambio di opnioni tra lo stesso Leclerc e il suo ingegnere di pista. “Quanto è il gap dalle McLaren?” — “33 secondi” — “… Oh my God”.

4. OCCASIONE PERSA. La Mercedes vedeva partire i propri piloti rispettivamente in seconda e in terza posizione, con una macchina che a Losail finalmente era molto veloce. Peccato che la gara di entrambi si sia rovinata dopo nemmeno trecento metri, a causa di un incidente alla prima curva tra gli stessi piloti della casa di Brackley. Ha esagerato Lewis nel cercare un sorpasso all’esterno altamente complesso in Curva 1, che ha poi portato al contatto tra i due. Un vero peccato, perché come dimostrato poi da Russell, la Mercedes era veramente veloce e avrebbe certamente lottato per il podio e forse chissà, anche qualcosa in più.
5. IN QATAR FA CALDO. Ebbene sì, al termine della corsa abbiamo scoperto che nel deserto fa caldo, figuriamoci all’interno di una monoposto della classe regina. Giù il cappello davanti a tutti i piloti, scesi dalle monoposto completamente disidratati e vicini allo svenimento. Ne sono la prova Stroll, ora anche sotto investigazione dalla FIA, il povero Logan Sargeant, che non è riuscito neppure a finire la corsa, e anche Piastri, disteso nel retro-podio per cercare di recuperare le forze. La Federazione parla sempre di “sicurezza al primo posto” ma contemporaneamente consente a Liberty Media di siglare un contratto decennale con la pista qatariota. Perfetta didascalia dell’ipocrisia della Formula 1 attuale.
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