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Per Max Verstappen arriva il terzo titolo iridato in Formula 1. Tre, come il numero della perfezione, quella che ha caratterizzato la Red Bull soprattutto nelle ultime due stagioni. Ma lui, il peso di questa perfezione, e il valore di Campione del Mondo tris, lo sente davvero?

2021, 2022, 2023. Uno dietro l’al­tro. La con­ti­nu­ità cres­cente di una supre­mazia che non vede pun­ti di arresto. Almeno per lui, l’olan­dese di ghi­ac­cio diven­ta­to padrone del suo tal­en­to, pun­to di rifer­i­men­to di una squadra, la Red Bull, tor­na­ta a scri­vere la sto­ria del­la For­mu­la 1 da tre sta­gioni consecutive.

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Che sia arriva­to ad eguagliare alcu­ni indi­men­ti­ca­bili leggende del pas­sato, a Max, impor­ta poco. Non dà peso alle sta­tis­tiche, ai parag­o­ni, alla sto­ria, per lui con­ta il qui e ora. L’adesso. L’essere lui l’uo­mo da bat­tere, il numero 1 da “temere”, nel­la classe dei più for­ti. L’essere lui, l’au­tore del­la sto­ria. Anche l’era Vet­tel, quel­la dei quat­tro Mon­di­ali con­sec­u­tivi, del­la pri­ma asce­sa di Mil­ton Keynes, sem­bra un ricor­do lon­tano. Qua­si meno impor­tante, per quan­to invece lo sia. Max non è il pri­mo e prob­a­bil­mente non sarà l’ul­ti­mo pilota a vin­cere con­sec­u­ti­va­mente titoli iri­dati in For­mu­la 1.

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E il fat­to che sia tor­na­ta quel­la sen­sazione di poca ten­sione, carat­ter­iz­za­ta dal fat­to che sia diven­ta­to così scon­ta­to l’e­si­to di ogni saba­to e di ogni domeni­ca, stron­ca il lato emozionale e sod­dis­facente nel fes­teggia­re un Cam­pi­one. Mag­a­ri ques­ta sen­sazione la pro­va anche Max. Lui, cre­ato per questo. Per sfon­dare porte di ogni record e con­quista sen­za mai fermarsi.

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Eppure, a volte, fer­mar­si per ren­der­si con­to dei pas­si fat­ti, serve. Emozionar­si all’idea di quel­lo che si è sta­ti, all’idea di quel­lo che si potrebbe anco­ra essere. Provare quel briv­i­do, anche quan­do si è con­sapevoli di non avere rivali.

Non anco­ra.

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