Max Verstappen trionfa in Ungheria, conquistando la nona vittoria stagionale davanti ad un solidissimo Lando Norris e al compagno di squadra Sergio Perez, costretto, dopo un altro sabato in ombra, alla ennesima rimonta stagionale. Molto male entrambe le Ferrari, mai veramente in lotta per qualcosa di importante.

1. ALIENO. Il giro più veloce del­la gara più rapi­do di oltre due sec­on­di rispet­to a quel­lo fat­to fir­mare in prece­den­za da Lan­do Nor­ris rende per­fet­ta­mente l’idea di quan­to Ver­stap­pen, fino a quel momen­to, non stesse min­i­ma­mente forzan­do il pro­prio rit­mo. Sem­plice­mente inar­riv­abile per chi­unque. La sen­sazione è che non voglia nem­meno spin­gere per non inflig­gere un divario trop­po ampio alla con­cor­ren­za e finire sot­to la lente di ingrandi­men­to, insieme al suo team, di Fed­er­azione Inter­nazionale e Lib­er­ty Media.

2. UN HAMILTON A METÀ. Una qual­i­fi­ca da dieci e una cor­sa da cinque, nonos­tante il buon rit­mo mostra­to nel finale. Ci si aspet­ta­va molto di più da Sir Lewis in Unghe­ria, quan­tomeno in parten­za. Hamil­ton, invece, è scat­ta­to male dal­la pri­ma casel­la e, nel ten­ta­ti­vo di difend­er­si da Ver­stap­pen, ha per­so altre due posizioni, retroce­den­do fino a quel quar­to pos­to mai più las­ci­a­to fino alla bandiera a scac­chi. Chissà che Hamil­ton, per una vol­ta, non abbia cedu­to alla pres­sione del rivale olandese.

Ph. McLaren For­mu­la 1 Team ©

3. SOLIDISSIMA MCLAREN. Ques­ta MCL60 fa pau­ra. Dal Gran Pre­mio di Gran Bre­tagna, la McLaren è chiara­mente la sec­on­da forza di questo Mon­di­ale. La vet­tura è molto veloce sia in qual­i­fi­ca che in gara e la cop­pia Nor­ris-Pias­tri è sicu­ra­mente la più in for­ma del momen­to. Pec­ca­to, anco­ra una vol­ta, per il nati­vo di Mel­bourne, autore come a Sil­ver­stone di una gran­dis­si­ma gara, ma purtrop­po penal­iz­za­to da un prob­le­ma al fon­do che gli ha preclu­so le chance di gio­car­si il podio. Poco male, arriverà a breve. E chissà che non pos­sa suc­cedere già a Spa-Francorchamps.

4. UN ROSSO ANONIMO. Per una McLaren in grande spolvero osservi­amo una Fer­rari che spro­fon­da negli abis­si. All’interno del­la squadra si nota una grande ten­sione, a par­tire dal rap­por­to tra i piloti, mai ai min­i­mi ter­mi­ni come in questo momen­to. In più, la situ­azione tec­ni­ca è dis­as­trosa: la SF-23 con­tin­ua a fati­care moltissi­mo sul pas­so gara e, come Aston Mar­tin, pare esser­si pla­fona­ta in ter­mi­ni di per­for­mance. Il tut­to men­tre McLaren e Mer­cedes miglio­ra­no e aumen­tano inesora­bil­mente il gap con la Rossa. Non sarà facile recu­per­are una situ­azione che pare aggravar­si ogni giorno di più.

Ph. Scud­e­ria Fer­rari Press Office ©

5. UN FORMAT INTERESSANTE. La nuo­va ver­sione delle qual­i­fiche, che obbli­ga ad usare le gomme hard, medie e soft rispet­ti­va­mente per Q1, Q2 e Q3, rap­p­re­sen­ta una soluzione intri­g­ante, che potrebbe regalare sor­p­rese anche in futuro. A Budapest a farne le spese è sta­to Sainz, esclu­so dal Q3, men­tre Zhou, su Alfa Romeo, ha cen­tra­to una clam­orosa quin­ta posizione in griglia, sal­vo poi rov­inare tut­to alla parten­za. Come pri­ma usci­ta, pos­si­amo dire che il nuo­vo for­mat può con­sid­er­ar­si promosso.

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