Ph. Scuderia Ferrari Press Office ©

Una gara soporifera, priva di colpi di scena e di un qualunque avvenimento capace di intrattenere, o quantomeno, di non rendere la Formula 1 equiparabile alle benzodiazepine. In tutto questo, come da copione, la Ferrari langue.

Casa Vianel­lo è un nome che non dirà nul­la ai più gio­vani, ma per col­oro che han­no super­a­to i 25–30 è sta­to un cult. Di quel­la immor­tale sit­com, tut­ti noi abbi­amo in mente il ritor­nel­lo di San­dra Mondai­ni che, men­tre Rai­mon­do Vianel­lo legge il suo ama­to gior­nale, escla­ma “che bar­ba che noia, che noia che bar­ba!” pri­ma di girar­si ver­so il comodi­no, toglier­si gli occhiali e speg­nere l’abat-jour.

Sen­za dilun­gar­mi sul fenom­e­no Casa Vianel­lo, il richi­amo a tale pietra mil­iare del­la sto­ria del­la tele­vi­sione ital­iana mi è utile per­ché non saprei definire meglio il mio atteggia­men­to durante la gara se non equiparan­do­lo a quel­lo del­la com­pianta San­dra. Per meglio anal­iz­zare la cor­sa, mi per­me­t­to di scindere quel­l’i­con­i­ca frase, dove “che noia” lo dedi­co alla Fer­rari e “che bar­ba” a Lib­er­ty Media, ma andi­amo con cautela.

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Che la Fer­rari sia “fonte di noia” nel 2023 mi sem­bra un dato di fat­to. In quel­la che dove­va essere una delle piste dal lay­out più favorev­ole alla Rossa, il bot­ti­no è sta­to invece scar­so dopo un week-end avaro di soddisfazioni.

Vit­ti­ma del­la com­bi­nazione di curve lunghe e ven­to forte, le due Fer­rari di Leclerc e Sainz han­no passeg­gia­to per tut­ta la gara con un pas­so asso­lu­ta­mente non all’al­tez­za. La SF-23 si sta dimostran­do sem­pre più com­pli­ca­ta nel­la mes­sa a pun­to e sem­bra che né i piloti né gli ingeg­neri ries­cano a trovare il ban­do­lo del­la matas­sa, e la fac­cia di Leclerc davan­ti a Mara San­gior­gio al ring delle inter­viste dice prob­a­bil­mente più di quan­to la gior­nal­ista di Sky riesca ad estorcer­gli, con il mon­e­gas­co che dimostra una matu­rità incred­i­bile nel­l’essere diplo­mati­co ed azien­dal­ista dopo un’al­tra sta­gione che definire delu­dente è dir poco. Sainz invece, con la schi­et­tez­za che lo ha sem­pre con­trad­dis­tin­to, ha affer­ma­to sen­za mezzi ter­mi­ni ciò che è sot­to gli occhi di tut­ti, ovvero che la Fer­rari è la quar­ta forza del cam­pi­ona­to, sen­za se e sen­za ma.

Ormai, dovrem­mo forse tut­ti rasseg­nar­ci ad una realtà inco­er­ente con la sto­ria e il bla­sone del mar­chio, con la sper­an­za ormai flebile che le cose cam­bi­no nel­la prossi­ma sta­gione, per­ché “pen­si­amo all’an­no prossi­mo” è un’e­spres­sione che abbi­amo sen­ti­to ormai troppe volte nel cor­so degli ulti­mi anni. Che noia.

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Veni­amo alla ques­tione Lib­er­ty Media, diret­ta­mente col­le­ga­ta alla gara del­la Fer­rari dato che l’esclu­sione di Sainz dal Q3 è diret­ta­mente imputabile all’en­nes­i­ma trova­ta (e mi sto sforzan­do a non trovare agget­tivi che ven­gono più dal­la pan­cia che dal cervel­lo ma che sareb­bero sicu­ra­mente appro­priati) dei nuovi pro­pri­etari amer­i­cani.

Nuove gomme a metà sta­gione nel ten­ta­ti­vo, decisa­mente mal rius­ci­to, di livel­lare le per­for­mance dei vari team, poi un for­mat diver­so ogni week-end nel ten­ta­ti­vo di creare un po’ di spet­ta­co­lo. Il tut­to, con­trad­di­cen­do ogni sano prin­ci­pio di uno sport che è sta­to la mas­si­ma espres­sione del­l’au­to­mo­bil­is­mo e che sem­bra ora gesti­to come la più becera delle fic­tion d’amore, scritte in maniera tale per cui quan­do si perde l’at­ten­zione del tele­spet­ta­tore si sco­pre un nuo­vo amore, un nuo­vo tradi­men­to, che scom­bus­so­la tutto.

L’im­pres­sione, mag­a­ri soltan­to mia atten­zione, è che alla ricer­ca spas­mod­i­ca di attrarre nuove fette di pub­bli­co Lib­er­ty Media stia con­fonden­do lo spet­ta­co­lo con la con­fu­sione. Ma le due cose sono ben diverse e rara­mente complementari. 

“Che bar­ba, che noia” escla­ma­va San­dra arrab­bi­a­ta ogni sera. “Che noia, che bar­ba!” rispon­di­amo noi appas­sion­ati, rasseg­nati ogni domenica.

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