Alla vigilia del Gran Premio di Gran Bretagna si parlava di Silverstone come “la chiamata importante” per Aston Martin, Mercedes e Ferrari. Ma, a quanto pare, dai tabulati risulta che a rispondere sia stato qualcuno con sede a Woking.
Da Silverstone ad Orangestone. Ma non per Verstappen. L’olandese ormai non fa più notizia, anche se, in terra britannica, è emerso il suo lato “umano”: l’errore in partenza. L’arancio, piuttosto, è tutto dedicato a una sorpresa assolutamente non casuale. Una sorpresa costruita, ricercata, pensata. E la sorpresa si chiama McLaren.

Sotto la buona “Stella”, la MCL60 raggiunge l’apice del suo progresso iniziato lentamente, senza sosta, dall’appuntamento nel Principato. A Monaco si era parlato di condizioni di pista favorevoli, quasi di un caso, ma pian piano, gara dopo gara, nel caso ha preso forma la conferma. È la rivincita di una squadra in risalita, di una squadra che ha sofferto.
Di una squadra che ha deciso di puntare su un ragazzo, Oscar Piastri, che non ha perso l’occasione di mostrare il suo valore. Di dimostrare di meritare quel sedile discusso e tolto a Daniel Ricciardo. Oggi, senza quella Haas in fumo, probabilmente staremmo commentando il primo podio in carriera di un giovane rookie.

E stareremmo probabilmente parlando di una Rossa non in nona e decima posizione. Una Rossa troppo conservativa, troppo indietro, troppo in difficoltà, troppo inaspettata. E proprio perché tutto è “troppo”, meglio non andare oltre, e aspettare l’esito della pista ungherese.

Oggi voglio fermarmi all’arancio. Alla commozione di Lando Norris e alla sua festa, davanti alla sua gente. All’arancio, colore caldo e luminoso. Come la luce che, a Silverstone, ha coperto quelle nubi che a Woking ci sono state per troppo, troppo tempo.