SPIELBERG, AUSTRIA - JULY 02: Max Verstappen of the Netherlands driving the (1) Oracle Red Bull Racing RB19 leads Charles Leclerc of Monaco driving the (16) Ferrari SF-23 and Carlos Sainz of Spain driving (55) the Ferrari SF-23 on track during the F1 Grand Prix of Austria at Red Bull Ring on July 02, 2023 in Spielberg, Austria. (Photo by Lars Baron/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202307020336 // Usage for editorial use only //

Max Verstappen vince a Spielberg, davanti ad un solidissimo Charles Leclerc e ad un Sergio Perez, che, nonostante la dominante Red Bull RB19 a sua disposizione, non è riuscito ad andare oltre il terzo posto, anche a causa di un duello intrapreso con Carlos Sainz che lo ha visto uscire (nonostante il buon esito finale) con le ossa rotte. Bene il madrileno, malissimo invece la Federazione Internazionale e i suoi famigerati track limits.

1. UNA PASSEGGIATA IN MONTAGNA. Cosi potrem­mo descri­vere il week-end di Ver­stap­pen in Stiria: mai sot­to pres­sione ed in totale con­trol­lo. Non ha mai vera­mente spin­to, anche per­ché non ne ha mai sen­ti­to il bisog­no. Fon­da­men­tal­mente va a spas­so, anche per­ché nes­suno riesce a tenere il suo rit­mo, a mag­gior ragione se l’unico con la stes­sa macchi­na parte quindices­i­mo. Dominio totale ed assoluto.

2. DUE CARLETTI PIMPANTI. Bene, benis­si­mo i piloti Fer­rari. Bravis­si­mo Leclerc ad andare a 48 milles­i­mi dal­la pole nel­la gior­na­ta di ven­erdì e poi a gestire la sec­on­da posizione la domeni­ca sen­za par­ti­co­lari prob­le­mi. Altret­tan­to bene Sainz, che forse ha mes­so insieme uno dei migliori fine set­ti­mana da quan­do è a Maranel­lo. Pec­ca­to per la lot­ta per­sa (nel­la quale ha comunque dimostra­to di averne di più nei cor­po a cor­po del mes­si­cano) con Perez e per i 15 sec­on­di pagati a causa dei track lim­its, per­ché il podio sarebbe sta­to meritatissimo.

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3. UNA BELLA ROSSA. La SF-23, in quel di Spiel­berg, ha mes­so in mostra la miglior ver­sione di se stes­sa fino ad ora. Velocis­si­ma in qual­i­fi­ca, tan­to qua­si da scip­pare la pole a Ver­stap­pen e final­mente con­sis­tente in gara, con entram­bi i piloti in gra­do di gestire meglio le gomme. Pic­co­lo pun­to inter­rog­a­ti­vo per la Sprint Race di saba­to, con Leclerc non in gra­do di esaltar­si in con­dizioni miste a causa di alcune lacune a liv­el­lo di real­iz­zazione del set-up da parte sua. Nel com­p­lesso, però, abbi­amo vis­to final­mente una bel­la Fer­rari.

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4. PEREZ, COSÌ NON VA. Va bene la rimon­ta dal­la quindices­i­ma piaz­za, ma quan­do gui­di una Red Bull RB19, da molti con­sid­er­a­ta la mono­pos­to più dom­i­nante del­la sto­ria del­la For­mu­la 1, il podio è il min­i­mo sin­da­cale. Per non par­lare dell’ennes­i­ma qual­i­fi­ca dis­as­trosa, la quar­ta con­sec­u­ti­va fuori dal­la top ten, che lo obbli­ga a par­tire sem­pre in mez­zo al grup­po. Serve inver­tire la rot­ta: Ric­cia­r­do scal­pi­ta e, soprat­tut­to, sap­pi­amo bene come Marko non abbia tut­ta la pazien­za del mon­do con i piloti che non rendono.

5. BELLI I TRACK LIMITS NO? Si è com­in­ci­a­to il ven­erdì in qual­i­fi­ca a can­cel­lare giri come se non ci fos­se un domani. In gara, poi, l’apoteosi: 1.200 seg­nalazioni, una marea non penal­iz­zate e un risul­ta­to stra­volto cinque ore dopo lo sven­to­la­men­to del­la bandiera a scac­chi. Non serve dire altro. Anzi sì. Il vero MVP di gior­na­ta è Este­ban Ocon, che questo week-end ha metafori­ca­mente cor­so su un lay­out diver­so da quel­lo degli altri e, se non fos­se sta­to per la richi­es­ta di Aston Mar­tin, l’avrebbe anche fat­ta fran­ca. Genio.

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