Max Verstappen vince a Spielberg, davanti ad un solidissimo Charles Leclerc e ad un Sergio Perez, che, nonostante la dominante Red Bull RB19 a sua disposizione, non è riuscito ad andare oltre il terzo posto, anche a causa di un duello intrapreso con Carlos Sainz che lo ha visto uscire (nonostante il buon esito finale) con le ossa rotte. Bene il madrileno, malissimo invece la Federazione Internazionale e i suoi famigerati track limits.
1. UNA PASSEGGIATA IN MONTAGNA. Cosi potremmo descrivere il week-end di Verstappen in Stiria: mai sotto pressione ed in totale controllo. Non ha mai veramente spinto, anche perché non ne ha mai sentito il bisogno. Fondamentalmente va a spasso, anche perché nessuno riesce a tenere il suo ritmo, a maggior ragione se l’unico con la stessa macchina parte quindicesimo. Dominio totale ed assoluto.
2. DUE CARLETTI PIMPANTI. Bene, benissimo i piloti Ferrari. Bravissimo Leclerc ad andare a 48 millesimi dalla pole nella giornata di venerdì e poi a gestire la seconda posizione la domenica senza particolari problemi. Altrettanto bene Sainz, che forse ha messo insieme uno dei migliori fine settimana da quando è a Maranello. Peccato per la lotta persa (nella quale ha comunque dimostrato di averne di più nei corpo a corpo del messicano) con Perez e per i 15 secondi pagati a causa dei track limits, perché il podio sarebbe stato meritatissimo.

3. UNA BELLA ROSSA. La SF-23, in quel di Spielberg, ha messo in mostra la miglior versione di se stessa fino ad ora. Velocissima in qualifica, tanto quasi da scippare la pole a Verstappen e finalmente consistente in gara, con entrambi i piloti in grado di gestire meglio le gomme. Piccolo punto interrogativo per la Sprint Race di sabato, con Leclerc non in grado di esaltarsi in condizioni miste a causa di alcune lacune a livello di realizzazione del set-up da parte sua. Nel complesso, però, abbiamo visto finalmente una bella Ferrari.

4. PEREZ, COSÌ NON VA. Va bene la rimonta dalla quindicesima piazza, ma quando guidi una Red Bull RB19, da molti considerata la monoposto più dominante della storia della Formula 1, il podio è il minimo sindacale. Per non parlare dell’ennesima qualifica disastrosa, la quarta consecutiva fuori dalla top ten, che lo obbliga a partire sempre in mezzo al gruppo. Serve invertire la rotta: Ricciardo scalpita e, soprattutto, sappiamo bene come Marko non abbia tutta la pazienza del mondo con i piloti che non rendono.
5. BELLI I TRACK LIMITS NO? Si è cominciato il venerdì in qualifica a cancellare giri come se non ci fosse un domani. In gara, poi, l’apoteosi: 1.200 segnalazioni, una marea non penalizzate e un risultato stravolto cinque ore dopo lo sventolamento della bandiera a scacchi. Non serve dire altro. Anzi sì. Il vero MVP di giornata è Esteban Ocon, che questo week-end ha metaforicamente corso su un layout diverso da quello degli altri e, se non fosse stato per la richiesta di Aston Martin, l’avrebbe anche fatta franca. Genio.
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