In occasione del Gran Premio di Monaco, Italian Wheel ha avuto modo di osservare da vicino la nuova Aston Martin DB12, evoluzione della DB11, la quale ha introdotto nel 2016 (seguendo la strada tracciata dalla cinematografica DB10) il nuovo ciclo stilistico della Casa di Gaydon. Come promessovi la scorsa settimana, oggi andiamo dunque ad approfondire quanto ammirato a Monte-Carlo.
Nella splendida cornice di Monte-Carlo, abbiamo avuto modo di ammirare la nuova Aston Martin DB12, erede della DB11 del 2016, i cui concetti si evolvono nella direzione della sportività. Quel che è innanzitutto visibile a prima vista, infatti, è la volontà, da parte dei designer alla corte di Lawrence Stroll, di esaltare le forme della DB11 donando loro una maggiore aggressività. La DB12 resta infatti fedele alla filosofia che ha debuttato con la sua progenitrice, ma sfoggia questa volta una enorme (e a nostro parere bellissima) griglia frontale a listelli orizzontali racchiusa tra i gruppi ottici a LED dal disegno aggiornato.

La vista da ¾ trae la sua ispirazione da quella proposta dalla DBS Superleggera, soprattutto per quanto concerne la zona dei passaruota anteriori, “spezzati” da una linea cromata che riporta il nome del brand da sempre caro a James Bond e abbinati a nuovi cerchi in lega da 21 pollici, che oltre a pesare 8 kg in meno rispetto a quelli montati dalla DB11, godono del “supporto” degli pneumatici Michelin Pilot Sport 5S di ultima generazione.

La fiancata risulta pulita, slanciata, e conferisce un senso di elegante dinamicità anche grazie alle maniglie a scomparsa e agli inediti specchietti laterali privi di cornice che, nel loro piccolo, aiutano a diminuire la resistenza all’aria.

Spostandoci nella sezione posteriore, gli elementi in comune con la DB11 sono ben più evidenti, dal momento che il disegno dei fari a LED a sviluppo orizzontale è quasi identico, come molto simile è, peraltro, la disposizione dei due terminali di scarico. I cambiamenti sono dunque riconducibili al solo estrattore, rivisto parzialmente, e ad un piccolo alettone integrato nella carrozzeria.

La vera rivoluzione, tuttavia, avviene internamente: oltre alla conclamata qualità dei materiali utilizzati (perfettamente bilanciati con Alcantara, alluminio e fibra di carbonio) e alla sempre precisa cura dei dettagli, si segnala infatti una nuova console centrale fluttuante e innovativa, poiché ricca di pulsanti e abbinata ad un sistema di infotainment da 10,25 pollici.

E il motore? Ebbene, in attesa che ci giungano informazioni sul V12, al momento non disponibile sulla DB12, ci si può consolare con il V8 di origine AMG da 4.0 litri, in questo caso addirittura più potente del dodici cilindri (da 608 cavalli) che equipaggiava precedentemente la DB11.

A disposizione della DB12, troviamo infatti 680 cavalli coadiuvati da 800 Nm di coppia (disponibili ad appena 2.750 giri). Numeri, questi, che le permettono di bruciare lo scatto 0–100 km/h in 3,7 secondi e di correre a briglie sciolte fino a 325 km/h.

I tecnici di Aston Martin hanno ottenuto questi straordinari risultati modificando i profili delle camme e i rapporti di compressione, nonché impiegando dei turbocompressori maggiorati che godono di un sistema di raffreddamento rivisto (dotato di due radiatori ausiliari). Il cambio utilizzato dalla DB12 è uno ZF automatico ad otto rapporti, che gestisce la straordinaria potenza indirizzandola alle sole ruote posteriori.

La tenuta di strada è invece garantita da ammortizzatori adattivi di nuova generazione, che lavorano insieme a barre di rollio più rigide e, per la prima volta su un modello firmato DB (come sempre omaggio allo storico proprietario David Brown, ndr), ad un differenziale posteriore elettronico. Degno di nota è anche il potente impianto frenante che, pur essendo realizzato in ghisa e non in carboceramica, garantisce arresti decisi e precisi grazie a dischi da 400 mm (asse anteriore) e 360 mm (asse posteriore).

I prezzi della nuova DB12 saranno rivelati solamente a Settembre, mentre le consegne avranno inizio nel terzo trimestre del 2023.
Ph. Aston Martin ©