Il team principal di McLaren, Andrea Stella, ha sottolineato ai microfoni di Motorsport.com Italia come la MCL60 sia particolarmente debole in condizioni di bassa aderenza e quando i piloti non usano acceleratore e freno. Per compensare queste carenze, il team di Woking ha lavorato nei primi appuntamenti con ali molto più cariche, per avere aderenza anche a discapito di una perdita di velocità di punta. In Azerbaijan sono stati portati i primi aggiornamenti che hanno riguardato il fondo: si tratta di modifiche apparentemente marginali, ma che in realtà comportano una serie di valutazioni molto complesse.

L’inizio di sta­gione di McLaren è sta­to com­p­lessi­va­mente delu­dente, con piaz­za­men­ti dis­as­trosi nelle gare svolte­si in Bahrain, Ara­bia Sau­di­ta e Flori­da, sal­vati da qualche pun­to raci­mo­la­to nei Gran Pre­mi di Aus­tralia e Azer­bai­jan. Il team di Wok­ing è arriva­to alla pri­ma gara con­sapev­ole di essere in ritar­do sul­la tabel­la di mar­cia rel­a­ti­va agli svilup­pi aero­d­i­nam­i­ci, e quin­di con una serie di ques­tioni anco­ra da risol­vere, che han­no reso la MCL60 davvero dif­fi­cile da con­durre, soprat­tut­to nei pri­mi due appuntamenti.

Dopo due buone apparizioni a Mel­bourne e Baku, a Mia­mi la squadra inglese è parsa in reces­sione, con i piloti rel­e­gati nelle retro­vie ed inca­paci di avvic­i­nar­si alla zona pun­ti. Nonos­tante gli aggior­na­men­ti por­tati in ter­ra azera, negli Sta­ti Uni­ti, sono riemer­si i pun­ti deboli del­la vet­tura: sof­feren­za in caso di alte tem­per­a­ture e inef­fi­cien­za in alcune tipolo­gie di curve, soprat­tut­to quan­do ci si tro­va a lavo­rare ad un cari­co aero­d­i­nam­i­co infe­ri­ore a quel­lo degli avversari.

Ph. McLaren For­mu­la 1 Team ©

La vet­tura del team di Zak Brown sof­fre già dal 2021 di impreved­i­bil­ità a cen­tro cur­va, come sot­to­lin­eato più volte da Lan­do Nor­ris, prob­le­ma che per­mane anche con il pas­sag­gio ai prin­cipi di prog­et­tazione ad effet­to suo­lo. Il team prin­ci­pal Andrea Stel­la ha spie­ga­to che la mono­pos­to è par­ti­co­lar­mente debole in con­dizioni di bas­sa aderen­za e quan­do i piloti non usano accel­er­a­tore e freno.

Per com­pen­sare queste caren­ze, McLaren ha lavo­ra­to nei pri­mi appun­ta­men­ti con ali molto più cariche, per avere aderen­za anche a dis­capi­to di una perdi­ta di veloc­ità di pun­ta. In Azer­bai­jan sono sta­ti por­tati i pri­mi aggior­na­men­ti che han­no riguarda­to il fon­do: si trat­ta di mod­i­fiche appar­ente­mente mar­gin­ali, ma che in realtà com­por­tano una serie di val­u­tazioni molto com­p­lesse sec­on­do il man­ag­er ital­iano, che ha par­la­to così ai micro­foni di Motorsport.com Italia:

“La parte più vis­i­bile degli svilup­pi è la parte infe­ri­ore del fon­do, ma in realtà, in ques­ta gen­er­azione di auto, molto di ciò che con­tribuisce alle prestazioni è ciò che non si vede, per­ché è sot­to l’au­to stes­sa. Ques­ta zona è molto diver­sa dal­la prece­dente gen­er­azione di auto in cui la geome­tria era pre­scrit­ta come piat­ta. Ora non c’è alcu­na pre­scrizione, ma si trat­ta di un vero e pro­prio gio­co di mil­limetri, con molte iter­azioni in molte aree del­la vet­tura o con l’in­ter­ven­to di molte per­sone nel­la sala aero­d­i­nam­i­ca. Ques­ta è la dif­feren­za prin­ci­pale: un liv­el­lo di aggior­na­men­to più pic­co­lo, può por­tar­ti a dover cam­biare pro­fon­da­mente il con­cet­to del­la beam wing”, ha spie­ga­to Andrea Stella.

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Ora gli ingeg­neri stan­no lavo­ran­do agli svilup­pi sul fon­do, per guadagnare cari­co aero­d­i­nam­i­co scar­i­can­do nuo­va­mente le ali. Le prime mod­i­fiche sono state por­tate a Baku, ma ci sono ulte­ri­ori update in pro­gram­ma, a det­ta del tec­ni­co italiano:

“Abbi­amo inten­zione di con­tin­uare a svilup­pare la vet­tura per il resto del­la sta­gione, e anche per quan­to riguar­da il fon­do spero che avre­mo un altro paio di svilup­pi nel cor­so del 2023. Non pos­so dire i numeri del­l’­ef­fi­cien­za aero­d­i­nam­i­ca, ma dici­amo che per ques­ta vet­tura ci aspet­tava­mo di guadagnare qual­cosa come due o tre dec­i­mi con i pri­mi update. Sin­ce­ra­mente pen­si­amo che sia quel­lo che è suc­ces­so: la vet­tura è anco­ra sim­i­le alla prece­dente, ma abbi­amo guadag­na­to mag­giore cari­co in tutte le con­dizioni”.

Al momen­to lo svilup­po è anco­ra com­p­lesso per il team inglese a causa del­la man­can­za di una gal­le­ria del ven­to in fab­bri­ca e del­la neces­sità di appog­gia­r­si all’esterno, ma la loro infra­strut­tura è in fase di com­ple­ta­men­to. Nel frat­tem­po, si con­tin­uerà comunque a lavo­rare su diverse aree:

“Con vet­ture più svilup­pate come la Red Bull, si pos­sono notare alcune aree che richiedono anco­ra un po’ di lavoro: ad esem­pio alcu­ni top team non han­no l’apertura pre­sente davan­ti alle gomme pos­te­ri­ori. È un aspet­to su cui sti­amo lavo­ran­do, ma non si trat­ta sem­plice­mente di chi­ud­er­le. È un proces­so di cor­rezione che por­ta con sé molti det­tagli, potreb­bero vol­er­ci tre set­ti­mane per avere un pavi­men­to adat­to a ques­ta chiusura e quin­di mi aspet­to di vedere anco­ra mod­i­fiche sostanziali nelle forme del­la vet­tura. Tut­tavia, le vet­ture ad effet­to suo­lo han­no una migliore cor­re­lazione tra dati in gal­le­ria del ven­to e realtà, poiché ci sono meno vor­ti­ci che cir­colano in aria lib­era, e questo è un van­tag­gio. Ora abbi­amo dif­fi­coltà logis­tiche con la gal­le­ria del ven­to, ma siamo vici­ni alla fine: sen­to i test di cal­i­brazione dal mio uffi­cio”, ha con­clu­so con ottimis­mo Stella.

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