Il Gran Premio di Miami ha riportato l’ordine delle forze che i primi appuntamenti prima di Baku avevano stabilito. Con una Ferrari che rinvia l’aspettativa di una prestazione migliore ad Imola…

Ci sono quat­tro osser­vazioni che emer­gono spon­ta­nee dal fine set­ti­mana di Mia­mi. La pri­ma, è che prob­a­bil­mente tut­to lo show del­la gara è sta­to risuc­chi­a­to dal­la pre­sen­tazione dei piloti. La sec­on­da, è che la Flori­da ha rista­bil­i­to le ger­ar­chie che i team ave­vano delin­eato nelle prime gare fino a Baku.

La terza, è che la Fer­rari ha le ossa rotte. Anco­ra quar­ta forza. L’e­quiv­a­lente di un quin­to e di un set­ti­mo posto.

Ph. Scud­e­ria Fer­rari Press Office ©

L’epi­l­o­go di un fine set­ti­mana, l’en­nes­i­mo, com­pli­ca­to. La SF-23 non ha fun­zion­a­to, l’as­set­to non ha pre­mi­a­to, con i due piloti impo­ten­ti nel ten­ta­ti­vo di rispon­dere, o quan­tomeno provare a rispon­dere, agli attac­chi degli altri.

A tut­to questo, aggiun­giamo un paio di “sfor­tune”: i cinque sec­on­di di penal­ità per Car­los e i due inci­den­ti di Charles di ven­erdì e saba­to… quan­do qual­cosa non inizia bene, soli­ta­mente non si con­clude meglio.

Il numero che com­pone le cose neg­a­tive di ques­ta Fer­rari pian piano sta aumen­tan­do. La delu­sione, e la con­sapev­olez­za di dover rin­viare a chissà quan­do un buon risul­ta­to, ha assun­to la for­ma dell’incubo.

E, fino a quan­do non rius­cirà a far­ci pace, non sarà in gra­do di tornare a far­si sentire.

Ph. Red Bull Con­tent Pool ©

Ah, qua­si dimen­ti­ca­vo. La quar­ta osser­vazione. Chi pen­sa­va che Perez potesse assumere lo stes­so ruo­lo che fu di Nico Ros­berg nel­l’or­mai lon­tano 2016, si sbagli­a­va di brutto.

Ph. Red Bull Con­tent Pool ©

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