Sergio Perez vince il Gran Premio di Azerbaijan per la seconda volta negli ultimi tre anni e prova a tenere aperto un Mondiale che sicuramente, senza di lui, sarebbe già chiuso. Grande fine settimana anche per Leclerc, che, dopo due pole position, si regala il primo podio della stagione.
1. KING OF THE STREETS. Ormai lo possiamo soprannominare così, Sergio Perez. Andando ad analizzare le sue statistiche, delle sei vittorie conquistate in carriera, ben cinque sono arrivate su tracciati cittadini: Baku, Monaco, Jeddah e Singapore. Non può essere una casualità. Certo, se l’obiettivo è provare a soffiare il titolo iridato a Verstappen, il buon Checo dovrà cercare di portare queste eccellenti prestazioni anche su piste più tradizionali.
2. SUPER CHARLES. Finalmente! Dopo le tante, troppe critiche e le insistenti voci di mercato che lo vedevano addirittura in Mercedes, Leclerc risponde nel migliore dei modi: in pista. Due super pole position, a conferma che la SF-23 sul giro secco è estremamente veloce, e un ottimo terzo posto in gara, che certifica come la Scuderia di Maranello stia facendo dei buoni passi in avanti anche sul ritmo e sulla gestione delle gomme. Certo, Red Bull fa ancora un altro sport, però non è detto che il gap non possa essere accorciato.

3. PROFESSORINO VERSTAPPEN. È vero, Russell ha sicuramente preso male le misure nel cercare di superarlo durante la gara sprint, però, vedere Verstappen che va a fargli la predica alla fine è alquanto surreale: specialmente quando a fare il purista è un pilota che fino ad un paio di anni fa faceva del contatto con i rivali il suo principale marchio di fabbrica. Senza dimenticarsi di come ha portato a casa il primo Mondiale ad Abu Dhabi, con due sorpassi decisamente al limite. Questa sceneggiata, Max poteva tranquillamente evitarla.
4. TRAGEDIA SFIORATA. Non è ammissibile che, sebbene fosse l’ultimo giro, a gara in corso e con una vettura che deve ancora fare un pit-stop, vi sia la pit lane invasa da persone e fotografi. Ocon è stato costretto ad inchiodare e a svolgere una manovra alquanto innaturale: se avesse mai colpito qualcuno sarebbe stata una vera e propria tragedia, inammissibile nel 2023. In più se pensiamo che la FIA, in nome di questa fantomatica sicurezza, ha proibito ai membri dei vari team di celebrare il risultato sporgendosi dalle recinzioni, tutto questo risulta ancor più surreale.

5. NEL NOME DELLO SPETTACOLO. È una provocazione, lo so, ma secondo voi è un caso che l’avviso di Safety Car sia stato esposto esattamente pochi secondi dopo che Verstappen avesse effettuato il suo pit-stop? Si poteva tranquillamente esporre subito no? Anche perchè si era capito fin da subito che De Vries non si sarebbe mai spostato da lì, avendo il braccetto dello sterzo rotto. In ogni caso, vedere anche in Australia con le bandiere rosse, la sensazione è che si cerchi solo ed esclusivamente lo spettacolo senza più badare allo sport. Questa è la Formula 1, non una serie Netflix.
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