MELBOURNE, AUSTRALIA - APRIL 02: Max Verstappen of the Netherlands driving the (1) Oracle Red Bull Racing RB19 leads Lewis Hamilton of Great Britain driving the (44) Mercedes AMG Petronas F1 Team W14 as Fernando Alonso of Spain driving the (14) Aston Martin AMR23 Mercedes spins at the second restart during the F1 Grand Prix of Australia at Albert Park Grand Prix Circuit on April 02, 2023 in Melbourne, Australia. (Photo by Peter van Egmond/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202304031245 // Usage for editorial use only //

“When it’s not your day, it’s not your day”. Le parole di Russell, scritte d’impulso dopo una domenica da dimenticare, rappresentano la didascalia perfetta della Formula 1 a Melbourne. Perché, cercare lo show ad ogni costo, come fosse un’ossessione, è scellerato quanto ridicolo. Chissà quanto tempo, chi di dovere, impiegherà per capirlo.

When it’s not your day, it’s not your day”.

Le parole di Rus­sell, scritte d’im­pul­so dopo una domeni­ca da dimen­ti­care, rap­p­re­sen­tano la didas­calia per­fet­ta del­la For­mu­la 1 a Mel­bourne. Per­ché, cer­care lo show ad ogni cos­to, come fos­se un’osses­sione, è sceller­a­to quan­to ridi­co­lo. Chissà quan­to tem­po, chi di dovere, impiegherà per capirlo.

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Quan­do non è il tuo giorno, non è il tuo giorno”. Il pen­siero impul­si­vo di George, con­cretiz­za­to da pochi quan­to pub­bli­ci carat­teri, inci­sivi, per­fet­ti, è la per­fet­ta rap­p­re­sen­tazione di una domeni­ca in cui niente, per qua­si nes­suno sce­so in pista a Mel­bourne, è anda­to nel ver­so giusto.

Quan­do non è il tuo giorno, non è il tuo giorno, Charles. Quan­do la voglia di riemerg­ere, di fare bene, di svoltare un avvio sta­gionale in retro­mar­cia, viene intrap­po­la­ta inevitabil­mente dal­la per­fi­da ghi­a­ia dopo appe­na tre curve. Quan­do non è il tuo giorno, non è il tuo giorno, George. Quan­do la pos­si­bil­ità diven­ta uno stop e poi una fer­ma­ta. Per una Safe­ty Car pri­ma, per il motore poi. Ma il giorno peg­giore, oggi, non è tan­to quel­lo dei piloti. Non è tan­to di Leclerc, Albon, Rus­sell, Mag­nussen, o Sargeant, o De Vries, Ocon, Gasly. O Sainz.

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Ques­ta è la gior­na­ta peg­giore per le deci­sioni prese, per le bandiere rosse sven­to­late ad ogni inci­dente, per le riparten­ze illogiche, per l’osses­si­va ricer­ca di spet­ta­co­lar­iz­zare ciò che non va toc­ca­to. Per­ché il trop­po, dan­neg­gia sem­pre. E, come oggi, ridi­col­iz­za. Per evitare respon­s­abil­ità, la direzione gara ha con­fu­so gli ingre­di­en­ti di un piat­to qua­si per­fet­to, ren­den­do­lo indi­gesto. Una mossa che nem­meno lei stes­sa ha capito.

Quan­do non è il tuo giorno, non è il tuo giorno, Wit­tich. Se queste sono le pre­messe, chissà che cli­ma tran­quil­lo si respir­erà a Baku, il 30 Aprile.

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