Svelata in occasione della festa degli innamorati, la nuova Ferrari SF-23 ha tutto il potenziale per attrarre (tecnicamente ed emozionalmente) tutti gli appassionati del globo terrestre. Sviluppata con l’intento di ridurre la resistenza all’avanzamento, essa non rinnega la natura della sua progenitrice, dalla quale estrae il meglio per affinare le proprie caratteristiche e perseguire sempre il medesimo obiettivo: vincere secondo il proprio stile. Per scoprire tutti i dettagli dell’ultima arma di Maranello, ci buttiamo a capofitto in questa disamina a cura del nostro analista tecnico, Marco Francesco Renna.

Più una stret­tis­si­ma evoluzione, che una riv­o­luzione; come è gius­to che sia, aggiun­giamo noi. Così si potrebbe rias­sumere la pri­ma impres­sione che si ha non appe­na si posa lo sguar­do sul­la nuo­va, atte­sis­si­ma e tan­to chi­ac­chier­a­ta arma di cui Fer­rari ha deciso di dotar­si in vista del 2023 e che viene, per questo, bat­tez­za­ta con una clas­si­ca e molto ben accetta sigla che cor­risponde al nome di SF-23. Ma fer­mar­si a ques­ta con­sid­er­azione sarebbe, come intu­ibile, anche pro­fon­da­mente sbaglia­to, in quan­to tante e mirate sono le novità che con­trad­dis­tin­guono ques­ta macchi­na rispet­to alla sua prog­en­i­trice, inclu­so qualche guiz­zo di orig­i­nal­ità che, con ogni prob­a­bil­ità, potrebbe essere pronta­mente copi­a­to pro­prio nel cor­so del­la stagione.

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Proce­den­do per gra­di, sec­on­do un modus operan­di ormai con­sol­ida­to e noto a tut­ti, si parte con l’osservare la sezione ante­ri­ore del­la mono­pos­to, che las­cia subito intravedere i pri­mi, impor­tan­ti cam­bi­a­men­ti operati in seno all’ufficio tec­ni­co. L’alettone ante­ri­ore, pur incor­po­ran­do dei pro­fili non del tut­to dis­sim­ili da quel­li del­la F1-75, si mostra total­mente riv­is­to nel sis­tema di ancor­ag­gi tra ogni ele­men­to e l’altro e questo ci por­ta a notare già le prime dif­feren­ze tra l’architettura mod­u­lare del prece­dente — del quale res­ta uni­ca­mente l’idea rel­a­ti­va la col­lo­cazione del­la pre­sa d’aria che è ora a sezione quad­ran­go­lare piut­tosto che NACA e si dimostra utile nel por­tar aria nell’abitacolo, e quest’ultima iter­azione, ora basa­ta su un cono crasha­bile accor­ci­a­to che las­cia spazio ad un main­plane, ovvero il pro­fi­lo prin­ci­pale dell’ala, com­ple­ta­mente inin­ter­rot­to. Questo ele­men­to, aero­d­i­nami­ca­mente sim­i­le a quel­lo già vis­to nel 2022, pre­sen­ta una clas­si­ca sezione cen­trale “a cuc­chi­aio” ora lib­era di las­ciar pas­sare aria e che si anco­ra ai pro­fili supe­ri­ori medi­ante l’utilizzo di sup­por­ti che, per via del­la loro for­ma lam­inare, assumono la fun­zione di vere e pro­prie strake. I dis­pos­i­tivi appe­na citati per­me­ano tut­ta l’architettura dell’avantreno, come ben evi­den­zi­a­to anche dal ter­zo e quar­to pro­fi­lo in cui, a svol­gere la doppia fun­zione di rac­cor­do e mec­ca­n­is­mo aero­d­i­nam­i­co, vi è una fit­ta serie di ele­men­ti che pos­sono ess­er defin­i­ti nold­er a causa del­la for­ma e del­la fun­zione ad essi imposte. A com­pletare il quadro tro­vi­amo le medes­ime sospen­sioni con architet­tura push-rod già viste nel 2022, pur pre­sen­tan­do delle lievi ma impor­tante dif­feren­ze per quan­to con­cerne l’inclinazione del tri­an­go­lo supe­ri­ore del­la stes­sa. Sec­on­do quel­la che è l’unica idea delib­er­ata­mente ispi­ra­ta a Red Bull, la vet­tura del Cav­alli­no adot­ta un sis­tema con fun­zione anti-dive, fon­da­men­tale tan­to nel man­tenere un asset­to livel­la­to e costante in tutte le fasi di gara, quan­to nel manipo­lare i flus­si diret­ti ver­so le pance. In più, a dif­feren­za del­la pas­sa­ta sta­gione e sem­pre sec­on­do una scuo­la tipi­ca­mente Neweyana, la nuo­va nata vede brac­cet­to infe­ri­ore e sis­tema sterzante inte­grati all’interno del medes­i­mo ele­men­to al fine di ridurre le inter­feren­ze con l’aria che altri­men­ti si ver­i­f­i­cano con un brac­cet­to in più.

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Come inseg­na­to pro­prio da Red Bull e Fer­rari nel cor­so del 2022, la sezione cen­trale di una mod­er­na mono­pos­to ad effet­to suo­lo assume un ruo­lo fon­da­men­tale nel­la ges­tione dei flus­si aero­d­i­nam­i­ci des­ti­nati tan­to al retrotreno quan­to al fon­do e, per questo, model­lare delle pance in gra­do di assol­vere a ques­ta duplice fun­zione risul­ta di vitale impor­tan­za. Anche in questo frangente la SF-23 non sem­bra dis­costar­si trop­po dal con­cet­to vis­to sul­la F1-75, con­ser­van­do l’approccio sec­on­do cui si intende svilup­pare un ampio vor­tice des­ti­na­to al pos­te­ri­ore attra­ver­so una pro­fon­da “valle” sca­v­a­ta all’interno del­la porzione supe­ri­ore delle pance che, ricor­diamo, accol­go­no la total­ità delle masse radi­anti sia nel caso del­la Fer­rari che quel­lo del­la Haas; a quest’ultimo fat­tore si deve, infat­ti, la par­ti­co­lare for­ma del­la pre­sa d’aria, rimas­ta a sezione tri­an­go­lare anche per quest’anno. Tut­tavia, impor­tan­ti sono state le mod­i­fiche oper­ate in ques­ta zona crit­i­ca del­la mono­pos­to e che van­no da quelle più leg­gere, come quelle riguardan­ti l’imboccatura delle pance e l’incavo supe­ri­ore, a quelle più pro­fonde ed essen­ziali per sbloc­care quel bonus prestazionale che è man­ca­to nel cor­so del­la pas­sa­ta sta­gione. La SF-23, pur tenen­do fede ai medes­i­mi prin­cipi di base, evolve net­ta­mente quel che si è vis­to sul­la F1-75 attra­ver­so una ricer­ca vol­ta a ridurre, in prim­is, la resisten­za all’avanzamento e per ottenere ciò, oltre che per miglio­rare l’intera ges­tione dei flus­si des­ti­nati a rag­giun­gere sia il retrotreno che il fon­do stes­so, si è deciso di scav­are un pas­sag­gio che coin­volge tut­ta la porzione infe­ri­ore del side­pod. Quest’area, in prece­den­za occu­pa­ta dal­la super­fi­cie qua­si intera­mente ver­ti­cale del­la stes­sa, è ora carat­ter­iz­za­ta da una sen­si­bile ras­tremazione che sfrut­ta il vor­tice di down­wash prodot­to nell’area imme­di­ata­mente sot­tostante l’apertura del­la pan­cia per portare un mag­gior quan­ti­ta­ti­vo d’aria ver­so il dif­fu­sore, ove l’effetto di estrazione viene miglio­ra­to pro­prio gra­zie a tale accorg­i­men­to. In più, sem­pre in ques­ta zona, si nota il pri­mo vero ele­men­to orig­i­nale del 2023, che viene rap­p­re­sen­ta­to dai par­ti­co­lari ele­men­ti alari a svilup­po trasver­sale mon­tati alle spalle del­la cel­lu­la abi­ta­ti­va. Questi dis­pos­i­tivi, com­p­lessi­va­mente molto sim­ili pro­prio ai sup­por­ti degli spec­chi­et­ti, anch’essi trasver­sali e dal­la mar­ca­ta for­ma a L roves­ci­a­ta, han­no il duplice com­pi­to di man­dare aria tan­to ver­so la sezione sca­v­a­ta al di sopra del­la pan­cia, quan­to ver­so l’alettone pos­te­ri­ore, che può così ben­e­fi­cia­re di un impor­tante vor­tice che res­ta attac­ca­to al cofano motore pri­ma di inve­stire la zona a bas­sa pres­sione del sis­tema alare in ques­tione.

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Evi­dente e molto impor­tante è sta­to, dunque, il lavoro che i tec­ni­ci di Maranel­lo han­no effet­tua­to al fine di porre rime­dio alle prob­lem­atiche rel­a­tive alla resisten­za all’avanzamento evi­den­zi­a­to dal­la F1-75 nel cor­so del 2022. Oltre a quan­to già sot­to­lin­eato nell’analisi dell’avantreno, così arti­co­la­to per far fronte a tale fine, è bene evi­den­ziare anche la revi­sione oper­a­ta sull’alettone pos­te­ri­ore, sui suoi pro­fili e la beam wing ad esso sot­tostante. Si può notare, infat­ti, quan­to cura­to sia sta­to lo stu­dio dietro alla model­lazione pro­prio del pro­fi­lo prin­ci­pale dell’ala, dove quest’ultimo assume un anda­men­to di tipo dif­fu­si­vo, ovvero con bor­do d’attacco forte­mente rialza­to e bor­do d’uscita qua­si in lin­ea con esso, al di sopra del quale si col­lo­ca un flap con fun­zione DRS e di matrice mul­ti-sezione ad andatu­ra non esager­ata­mente incli­na­ta se parag­o­na­ta a quan­to vis­to nel cor­so del­la pas­sa­ta sta­gione. La beam wing, infine, rical­ca qua­si pedis­se­qua­mente quel­la vista in occa­sione del Gran Pre­mio del Bel­gio, ove un ele­men­to a più alta effi­cien­za aero­d­i­nam­i­ca è sta­to uti­liz­za­to in luo­go dell’originale al fine di favorire, anche in questo caso, una gen­er­azione di cari­co meno penal­iz­zante in ter­mi­ni di drag. A com­pletare l’opera vi è, anche in questo caso, un rin­no­va­to sis­tema cin­e­mati­co che, piut­tosto che alter­are la sua natu­ra in maniera totale, si vede affi­na­to nei pun­ti di ancor­ag­gio e, dunque, con una dif­fer­ente incli­nazione del tri­an­go­lo supe­ri­ore che, facen­do eco a quan­to vis­to frontal­mente, assume una impor­tante fun­zione anti-squat e, pro­prio a causa di queste nuove carat­ter­is­tiche geo­met­riche, di pulizia e ind­i­riz­za­men­to dei flus­si des­ti­nati al retrotreno.

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Deg­no di nota è, a con­clu­sione di ques­ta anal­isi, il lavoro svolto al fine di ridurre la mas­sa com­p­lessi­va del vei­co­lo attra­ver­so la rimozione di intere porzioni di ver­nice dal­la vet­tura. Facen­do di neces­sità virtù, così come mostra­to pro­prio da Alfa Romeo e McLaren nel cor­so di ques­ta tor­na­ta di pre­sen­tazioni, la Casa di Maranel­lo ha introdot­to una nuo­va livrea in cui si evi­den­ziano larghe sezioni di car­bo­nio a vista e che riguardano zone del cofano motore, la pan­cia stes­sa — tan­to nel­la sezione lat­erale quan­to quel­la supe­ri­ore ove trovano spazio nuove e aggiun­tive fer­i­toie d’aria, nonché il muset­to e la cel­lu­la cen­trale del telaio, rimas­ta in gran parte non ver­ni­ci­a­ta pro­prio per ques­ta ragione. Nel com­p­lesso, dunque, è pos­si­bile apprez­zare un impor­tante e mira­to lavoro di fino in cui, più che snat­u­rare il con­cet­to orig­i­nale, si intende miglio­rare quel che già si ha, stu­dian­do soluzioni appo­site per quel tipo di prog­et­to e sen­za innestare idee altrui che poco avreb­bero a che fare con l’economia gen­erale del vei­co­lo. Per anal­iz­zare e com­pren­dere il riscon­tro del­la pista occor­rerà atten­dere i pri­mi test pre-sta­gion­ali del 23 Feb­braio ma, nel men­tre, c’è sicu­ra­mente da apprez­zare uno sfor­zo che pare essere tan­to cal­i­bra­to quan­to sen­sato e che i pri­mi, for­tu­nati tifosi han­no già avu­to modo di vedere in azione in quel­la che è sta­ta forse la miglior pre­sen­tazione di ques­ta tornata.

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