Max Verstappen vince il Gran Premio del Messico e riscrive la storia, conquistando il suo quattordicesimo successo stagionale. Nessuno, in 72 anni di Formula 1, ha fatto meglio. Secondo Lewis Hamilton, terzo Sergio Perez. Bloccate le Ferrari in quinta e sesta posizione, nel loro week-end peggiore.
Una domenica in cui si ha solo la speranza che, almeno stavolta, la corsa porti una firma diversa dal solito. Non tanto per i 100 Gran Premi in Formula 1 che qualcuno vorrebbe festeggiare dal gradino più alto, non tanto per la voglia di cogliere un successo in un’annata priva di vittorie, ma per il gusto di vedere un viso diverso, diverso da chi ha visto la bandiera a scacchi per primo già 13 volte in questa stagione assegnata.
Tutto è pronto in Messico, con Max circondato dalle ombre argentate sulla griglia di partenza. Via, con il Campione del Mondo che scappa, seguito da Hamilton che passa il compagno di squadra sopraggiunto anche da Perez, mentre Leclerc non attacca Sainz, quinto, e si piazza dietro lo spagnolo dopo aver guadagnato la posizione su Bottas. Nella prima parte di gara, a parte un evidente Ferrari in difficoltà sul suolo messicano, Hamilton continua a segnare giri veloci cercando di mantenere la sua W13 a un secondo e mezzo dall’astronave Red Bull, mentre Gasly, dopo aver effettuato un super soprasso su Stroll per la quindicesima piazza, riceve cinque secondi di penalità per aver forzato la manovra sul pilota Aston Martin.

L’anteriore sinistra della RB18 n°1 soffre di graining e di un evidente sottosterzo. Nonostante questo, il team austriaco al ventiquattresimo giro richiama la seconda guida messicana ai box: avanza Russell, con Perez che rientra sesto alle spalle delle due Ferrari. Una tornata e tocca a Max, che monta la gomma gialla e torna in pista terzo dietro le due Mercedes.
Il pilota di casa, intanto, ha agguantato la rossa di Leclerc e lo fulmina andando all’inseguimento di Sainz. I meccanici della Ferrari sono pronti ad accogliere Leclerc in un pit stop rapidissimo, che consente al monegasco di rientrare undicesimo alle spalle della McLaren di Ricciardo. Ventinovesimo passaggio e anche Hamilton fa la sua sosta, per evitare l’undercut di Perez, montando la gomma bianca. Il britannico ora è terzo, davanti a lui il rivale olandese e Russell. Leclerc riesce ad agguantare la zona punti, passando Ricciardo. Giro 34, sosta per Russell, e il britannico scala in quarta. Lo scenario mostrato dalla grafica sembra un ritorno al passato: Red Bull e Mercedes, Verstappen ed Hamilton. Alla trentasettesima tornata Lewis inizia a vedere sempre in maniera più nitida nei suoi specchietti Perez, mentre Sainz finalmente si sblocca prendendo Bottas e piazzandosi in sesta posizione per andare a caccia di Alonso. Il ferrarista ora è quinto, mentre Leclerc è settimo.

Hamilton inizia a calare il suo ritmo, la gomma dura non rispetta le aspettative, e il distacco dallo sfuggente olandese aumenta sempre di più. Al cinquantuesimo giro, Tsunoda effettua un piccolo volo per un contatto con Ricciardo, e per il giapponese è ritiro. Per il pilota McLaren, dieci secondi di penalità. A 10 tornate dalla fine di una gara senza particolari emozioni, un Alonso con un’ Alpine problematica lascia passare Ocon e Ricciardo. Daniel prende l’interno e passa il francese, piazzandosi settimo.
Alla sessantacinquesima tornata è Virtual Safety Car, per il ritiro di Fernando, ma tutto, lì davanti, resta invariato. E Verstappen vince, firma la quattordicesima vittoria stagionale e batte un record. Vince, davanti alle speranze sfumate, ancora, di Lewis e al padrone di casa Perez. Seguono Russell, le due Ferrari, Ricciardo, Ocon, Norris e Bottas nei primi dieci. Verstappen diventa il re di una festa relativamente spenta, di quelle in cui la musica si sente appena.
Di quelle che poi, alla fine, non lasciano niente.
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