Max Verstappen vince anche ad Austin, al termine di una gara bellissima, emozionante e per nulla scontata anche grazie ad un Lewis Hamilton commovente, che in ogni modo ha provato a soffiare il trionfo al rivale olandese. Andiamo ad analizzare insieme al nostro Riccardo Ronchini i cinque punti salienti del fine settimana statunitense.
1. INESORABILE. Nonostante non sia stato il suo miglior fine settimana, nonostante un errore del team al pit-stop che lo ha obbligato ad una rimonta feroce, Max vince anche ad Austin, collezionando il trionfo numero 13 della stagione ed eguagliando il record di vittorie ottenute in una singola annata, appartenente a Sebastian Vettel e a Michael Schumacher. Siamo di fronte alla storia. È vero: il traguardo fissato dai due campioni tedeschi non è ancora stato oltrepassato, ma con una RB18 così competitiva riuscirci è solamente una questione di tempo.

2. UN EROICO LEWIS. Quella presso il Circuit of the Americas è stata, per distacco, la miglior gara di Hamilton nel 2022. Super competitivo, aggressivo e convinto di poter riuscire a conquistare la prima vittoria stagionale, in una pista in cui il sette volte iridato è sempre stato fortissimo. Il successo sarebbe stato meritatissimo, anche perchè sia nel primo che nel secondo stint, Hamilton ha pressochè tenuto lo stesso ritmo di Verstappen: non proprio una cosa semplice di questi tempi.
3. LUCI E OMBRE. Riassunto perfetto del fine settimana ferrarista. Se Leclerc è stato autore di un’ottima gara, condita da un sorpasso bellissimo su Perez, Carlos Sainz ha invece parzialmente deluso. Bravissimo a conquistare la pole al sabato e contemporaneamente poco reattivo al via. Sia chiaro: lo spagnolo non è accusato di essere colpevole per quanto riguarda il contatto che lo ha visto andare in testa coda, però, specialmente in partenza, da lui ci si aspettava molto di più, anche perchè la sua unica speranza di poter lottare per la vittoria era strettamente vincolata al riuscire a tenere dietro Verstappen al via. Ad ogni modo, per colpa di Russell la gara dello spagnolo è terminata dopo nemmeno 20 secondi dallo spegnimento dei semafori, non dandogli modo di cercare il riscatto.

4. QUALCOSA CONTINUA A NON QUADRARE. Gli americani la definirebbero “Same old story”. La solita storia insomma. Ancora una volta, al sabato, la Ferrari F1-75 si conferma la più veloce di tutte, salvo poi sciogliersi come un ghiacciolo al sole in gara. Dodici pole position sono un numero spaventoso, ma ciò che è altrettanto spaventoso, in negativo, è il numero di vittorie scaturite da tutte queste pole: quattro. Un terzo. L’ultima vittoria marchiata Ferrari risale a Spielberg, più di tre mesi fa: troppo tempo per una vettura che ambisce a conquistare la vetta della massima serie automobilistica.
5. STROLL, MA CHE FAI? Una manovra a dir poco folle, quella del canadese, che fa decollare la Alpine di Alonso, causando un incedente tanto spettacolare quanto pericoloso. Cambiare direzione così repentinamente in rettilineo, quando il pilota che segue è letteralmente incollato al posteriore della tua monoposto, è una manovra da straccio di licenza. La Federazione dovrebbe prendere provvedimenti, anche se sappiamo benissimo che il tutto verrà semplicemente archiviato con l’ennesimo nulla di fatto.
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