“Il multiverso è un concetto di cui conosciamo spaventosamente poco”. Solo attraverso questa frase, potevamo giustificare questo articolo, redatto dal nostro Gabriele Sini in un momento in cui profonda tristezza e geniale follia hanno annebbiato la sua mente. Pensare al fatto che anche la meravigliosa F1-75 non vincerà alcun titolo vi spezza il cuore? Allora vi consigliamo di immergervi in questa lettura. Ne uscirete migliori e, si spera, con un sorriso.

Un’at­te­sa lun­ga quindi­ci anni è final­mente giun­ta al capo­lin­ea: la Fer­rari è Cam­pi­one del Mon­do di For­mu­la 1. Il doppio iri­de, sia nel Cam­pi­ona­to piloti con Charles Leclerc, che in quel­lo costrut­tori gra­zie all’ap­por­to di Car­los Sainz, è sta­to con­quis­ta­to con ben sette appun­ta­men­ti d’an­ticipo. A Zand­voort, il Cav­alli­no Ram­pante ha fir­ma­to il suc­ces­so più bel­lo, nel modo migliore pos­si­bile: a casa del rivale Max Ver­stap­pen, in mez­zo ad una fol­la orange che sper­a­va anco­ra, vana­mente, in una mira­colosa rimonta. 

Il Gran Pre­mio di Mon­za è sta­to vis­su­to, sem­plice­mente, come una passerel­la d’onore per il team prin­ci­pal Mat­tia Binot­to e i suoi uomi­ni, autori di un’im­pre­sa epi­ca le cui peripezie giunger­an­no fino a Ton­ga ed echeg­ger­an­no per l’eternità. 

Al ter­mine del fine set­ti­mana ded­i­ca­to alla fes­ta del­la marea rossa all’Au­to­dro­mo, è doveroso riper­cor­rere le tappe più impor­tan­ti di questo Mon­di­ale tri­on­fale, che ha ripor­ta­to Maranel­lo al cen­tro delle coor­di­nate del motor­sport mondiale.

Ph. Scud­e­ria Fer­rari Press Office ©

L’e­popea del­la Fer­rari com­in­cia in Bahrain, il 20 mar­zo 2022. Il nuo­vo rego­la­men­to tec­ni­co ha stra­volto le mono­pos­to, i val­ori in pista sono tut­ti da sco­prire è c’è da capire cosa potrebbe andare stor­to per la Scud­e­ria in ques­ta sta­gione. Niente, strana­mente, e il pri­mo Gran Pre­mio è il pre­lu­dio di ciò: doppi­et­ta Rossa, Charles Leclerc pri­mo e Car­los Sainz secondo. 

E Ver­stap­pen? E le Mer­cedes? L’olan­dese e la Red Bull, anco­ra stordi­ti dal tri­on­fale finale di Abu Dhabi nel 2021, scen­dono in pista dimen­ti­can­do il “Par­ty Mode” atti­vo. Il risul­ta­to è un tripu­dio di lucine nel retrotreno del­la scin­til­lante RB18, che si pianta pri­ma del­l’ul­ti­ma cur­va, per ricor­dare a Max di tornare ai box a bere con i com­pari. Le Frec­ce d’Ar­gen­to, invece, las­ci­ate a digiuno puni­ti­vo dopo la delu­sione del­l’ul­ti­mo Mon­di­ale, si pre­sen­tano sen­za pan­cia e mostra­no alcune debolezze strut­turali non indif­fer­en­ti, oltre a sco­prire il fian­co ad attac­chi di body-sham­ing da parte del­la stampa. 

Si sa, però, che una ron­dine non fa pri­mav­era. I frut­ti rac­colti nel­l’ari­do deser­to medio-ori­en­tale non illudono i ver­ti­ci di Maranel­lo, che restano con i pie­di per ter­ra e volano ver­so l’Ara­bia Sau­di­ta cer­can­do di capire per­ché la F1-75 vada così forte. I sospet­ti si riv­e­lano fon­dati: la RB18 è un mez­zo stra­or­di­nario, par­tori­to dalle geniale mente di Adri­an Newey, il quale decise di chi­ud­er­si in uffi­cio a lavo­rare per­ché stu­fo delle chi­ac­chiere inces­san­ti di Hel­mut Marko. A pagar­ne le spese saran­no i gior­nal­isti, costret­ti ad inter­vistare il mas­si­mo con­sulente di Mil­ton Keynes ogni giorno per tut­to l’an­no. I dis­cor­si del­l’aus­tri­a­co, che spaziano dai pet­te­golezzi di casa Ver­stap­pen alla sta­bil­ità men­tale di Yuki Tsun­o­da, rim­balz­er­an­no nel­l’ar­co del­la sta­gione su tut­ti i media del mon­do, atti­ran­do le sim­patie dei fans; soprat­tut­to di quel­li ital­iani, sem­pre in trep­i­dante atte­sa per sco­prire cosa l’aus­tri­a­co tir­erà fuori dal cilin­dro per il week-end successivo.

Tor­ni­amo a noi. A Jed­dah lo spet­ta­co­lo è stra­or­di­nario: i gran­di bot­ti in Ara­bia si ammi­ra­no spe­cial­mente la domeni­ca, quan­do Charles e Max dan­no vita ad un appas­sio­n­ante duel­lo a colpi di DRS. A spun­tar­la sarà Ver­stap­pen, per la gioia dei fer­raristi che, non più abit­uati a fes­teggia­re e dunque anco­ra ubri­achi dal­la set­ti­mana prece­dente, non avreb­bero ret­to un’al­tra sbronza. 

Ste­fano Domeni­cali, tra una strigli­a­ta e l’al­tra agli orga­niz­za­tori dei Gran Pre­mi di Mon­za e di Spa-Fran­cor­champs, dichiar­erà al ter­mine del­la gara: “Ques­ta For­mu­la 1 è davvero diver­tente”. In Aus­tralia, quin­di, Leclerc vin­cerà con un min­u­to e cinquan­taquat­tro sec­on­di di van­tag­gio, sveg­lian­do i pre­sen­ti con le sue urla di giu­bi­lo dal gradi­no più alto del podio. La rab­bia di Hel­mut Marko, che ave­va pronos­ti­ca­to un por­pois­ing ingestibile per le Rosse in quel di Mel­bourne, ver­rà sfo­ga­ta nelle inter­viste suc­ces­sive, di fronte a degli spaven­tati gior­nal­isti costret­ti a bere un thé nel salot­to di casa sua per sei ore e un quarto. 

Archiviati i pisoli­ni, il jet lag e l’ef­fet­to Pac-Man, il Cir­cus si spos­ta nel Bel Paese. La Fer­rari ammet­terà di aver dovu­to recu­per­are Car­los Sainz, che era rimas­to inghi­a­iat… spi­ag­gia­to nelle mer­av­igliose coste aus­traliane, per fes­teggia­re il podio e il suc­ces­so del com­pag­no di squadra. Ad Imo­la si assiste ad un tripu­dio di emozioni: Jos Ver­stap­pen, assal­i­to improvvisa­mente dai sen­si di col­pa per aver abban­do­na­to il figlio in una stazione di servizio dieci anni pri­ma, si las­cia coc­co­lare dal vino ital­iano e coin­volge Max in una ses­sione di pen­ti­men­to, lacrime e amore famil­iare che stordisce il Cam­pi­one del Mon­do, il quale arriverà sola­mente otta­vo al tra­guar­do. La Fed­er­azione Inter­nazionale, infat­ti, gli inflig­gerà diverse penal­ità per wav­ing in ret­ti­li­neo, com­pli­ci i fumi del­l’al­col anco­ra in circolo.

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Nel frat­tem­po, i fer­raristi si ren­dono pro­tag­o­nisti di manovre al lim­ite del­l’im­pos­si­bile. Car­los Sainz, dopo esser­si godu­to il mare e, soprat­tut­to, la sab­bia del con­ti­nente ocean­i­co, decide sapi­en­te­mente di rimanere in pista in una Imo­la bag­na­ta. A vin­cere, però, sarà anco­ra il com­pag­no mon­e­gas­co, capace di sfruttare al meglio gli svilup­pi appor­tati alla sua F1-75. Poiché a Maranel­lo non si rius­ci­va a lim­itare il por­pois­ing, i futur­is­ti­ci ingeg­neri del Cav­alli­no Ram­pante decider­an­no infine di assec­on­dar­lo, ispi­rati dai can­guri ammi­rati pochi giorni pri­ma: gra­zie a ques­ta manovra geniale, Leclerc rius­cirà a saltel­lare alla vari­ante alta, evi­tan­do gli insidiosi cor­doli che avreb­bero potu­to — ipoteti­ca­mente, in via del tut­to teor­i­ca e dis­tante dal­la realtà delle cose — far ter­minare la sua mono­pos­to con­tro le barriere.

La stor­i­ca Scud­e­ria, ormai ser­e­na di fronte alla prospet­ti­va di un Mon­di­ale da vin­cere col brac­cio fuori dal finestri­no, las­cia con­quistare la tap­pa di Mia­mi a Ver­stap­pen. L’olan­dese diven­terà, così, il pri­mo vinci­tore asso­lu­to del Gran Pre­mio di Flori­da, fat­tore che lo ammor­bidirà in vista degli appun­ta­men­ti suc­ces­sivi. Ina­ki Rue­da, Head Strate­gist del­la Fer­rari, farà lo gnor­ri nelle inter­viste di rito, ma nel pad­dock reg­na tut­to­ra la certez­za asso­lu­ta che ciò fos­se sta­to ben piani­fi­ca­to a tavoli­no dal team di strateghi del­la squadra italiana.

In Spagna le mono­pos­to di Maranel­lo dimostra­no una supe­ri­or­ità inau­di­ta. Car­los Sainz, così felice di essere a casa, decide di abban­donare il cir­cuito per fare un rapi­do salto nel­la ghi­ai… nel­la sab­bia del suo Paese; nonos­tante ciò, giungerà sec­on­do al tra­guar­do. Invidioso del­lo spag­no­lo, anche Ver­stap­pen, qualche giro dopo, lo imiterà: il risul­ta­to ovvi­a­mente sarà cat­a­strofi­co, poiché la Red Bull non rius­cirà a recu­per­are le posizioni perse. I mec­ca­ni­ci, dis­trat­ti dalle ciance di Marko men­tre prepar­a­vano l’ala pos­te­ri­ore del­la RB18, si era­no infat­ti dimen­ti­cati di instal­lare il DRS a Max, che ter­min­erà a mala­pe­na in zona punti.

Il più spaval­do di tut­ti, qua­si pre­sun­tu­oso, sarà però Charles Leclerc: il numero 16, infat­ti, sceglierà di pro­pria inizia­ti­va di con­clud­ere il Gran Pre­mio sen­za uti­liz­zare il tur­bo. La F1-75, ora tra­mu­tatasi in una mono­pos­to com­ple­ta­mente elet­tri­ca, taglierà il tra­guar­do risparmian­do l’usura dei com­po­nen­ti del motore a com­bus­tione inter­na e ver­rà scelta da Gre­ta Thun­berg come vet­tura azien­dale.

Il mon­e­gas­co, ormai rapi­to da un delirio di onnipoten­za, dom­i­na pri­ma nel­la cor­sa di casa a Mona­co — gra­zie ad una bril­lante strate­gia ai pit — e, suc­ces­si­va­mente, anche a Baku. Per fes­teggia­re in maniera alter­na­ti­va, fa instal­lare dai suoi mec­ca­ni­ci una macchi­na del fumo sul retrotreno del­la sua auto. L’ar­ri­vo al tra­guar­do è da Tomor­row­land: tra le urla degli uomi­ni del muret­to, affac­ciati alle reti esterne al ret­ti­li­neo, com­paiono anche delle cubiste e un DJ, che trasfor­mano il cir­cuito aze­ro in una sor­ta di Alca­traz in miniatu­ra.

Tutte le cose belle, però, pri­ma o poi finis­cono. Leclerc pagherà a caro prez­zo la macchi­na del fumo instal­la­ta accan­to alla sua Pow­er Unit, che è ormai divenu­ta inuti­liz­z­abile. In Cana­da, dunque, il futuro Cam­pi­one del Mon­do scat­terà dal fon­do del­la griglia per una penal­ità dovu­ta alla sos­ti­tuzione del propul­sore. Si trat­ta di un’oc­ca­sione uni­ca per Car­los Sainz, che potrà final­mente met­ter­si in mostra e cer­care la sua pri­ma vit­to­ria in For­mu­la 1.

Ph. Scud­e­ria Fer­rari Press Office ©

Il vero pro­tag­o­nista del Gran Pre­mio di Mon­tréal, però, sarà Gian­piero Lam­bi­ase, ingeg­nere di pista di Max Ver­stap­pen. La Red Bull, aiu­ta­ta da un raf­fred­dore che ha imped­i­to a Marko di pre­cip­i­tar­si nel pad­dock per ammor­bare gli ingeg­neri, ritro­va la sua for­ma migliore; negli ulti­mi giri, dopo il rien­tro di una Safe­ty Car, Sainz inseguirà da vici­no ma vana­mente il pilota olan­dese, men­tre nelle orec­chie del Cam­pi­one del Mon­do Lam­bi­ase si ded­i­ca­va al gio­co del lot­to.

Come mostr­erà, in segui­to, un video pub­bli­ca­to sui canali social del­la For­mu­la 1, l’ingeg­nere ital­iano provvede­va a comu­ni­care un numero per ogni pas­sag­gio sul ret­ti­li­neo suc­ces­si­vo al tor­nan­ti­no: “Point 6. Point 9. Point 4”. I più dis­trat­ti pen­sa­vano si trat­tasse del dis­tac­co nei con­fron­ti del rivale fer­rarista, men­tre in realtà era in cor­so una com­p­lessa comu­ni­cazione di somme e molti­pli­cazioni volte ad indi­care a Max i numeri vin­cen­ti del­la ruo­ta di Cagliari, visti in sog­no da Lam­bi­ase la notte prece­dente. Inutile dire che, alla fine del­la domeni­ca canadese, a Mil­ton Keynes abbiano potu­to fes­teggia­re la vit­to­ria del Gran Pre­mio e di una cospicua som­ma in denaro, uti­liz­za­ta con fur­bizia da Chris­t­ian Horner per rimpin­guare il bud­get cap.

Il riscat­to di Sainz arriverà nel­la tap­pa suc­ces­si­va del Mon­di­ale, a Sil­ver­stone. Ste­fano Domeni­cali, annoia­to dal dominio delle Rosse, rilas­cia le seguen­ti dichiarazioni: “Ques­ta For­mu­la 1 sta diven­tan­do pro­prio noiosa”. La strate­gia fun­ziona meglio di quelle del muret­to Fer­rari e il Gran Pre­mio di Gran Bre­tagna si trasfor­ma nel fes­ti­val dei sor­pas­si. Ver­stap­pen patisce prob­le­mi tec­ni­ci per il ritorno di Marko ai box, un’al­tra Safe­ty Car irrompe nel finale del­la cor­sa e Leclerc, ormai sicuro di vin­cere l’al­loro, decide di sfi­dare sé stes­so: anziché rien­trare e montare le Soft, mette le catene da neve. La scelta purtrop­po non paga e neanche il suo tal­en­to può sal­var­lo dal ter­minare in quar­ta posizione. Il com­pag­no spag­no­lo ne approf­itta e, final­mente, si gode il gradi­no più alto del podio.

L’ar­ri­vo del­la bel­la sta­gione favorisce le Mer­cedes, che con la pan­cia piat­ta da mar­zo e i bicip­i­ti gon­fiati da un’is­crizione in palestra fat­ta in fret­ta e furia a mag­gio, riescono a chi­ud­ere il Gran Pre­mio d’Aus­tria con soli due minu­ti e mez­zo di ritar­do dal leader; gran­di pro­gres­si rispet­to agli appun­ta­men­ti prece­den­ti, con Toto Wolff che spes­so tor­na­va a casa sola­mente di mer­coledì mattina. 

Il leader, ovvi­a­mente, è quel Charles Leclerc che sta­vol­ta, per dar­si fas­tidio in qualche modo e non vin­cere in cia­bat­te, sceglierà di guidare pro­prio con le infra­di­to. La calzatu­ra, però, si incas­tr­erà sot­to il ped­ale e non gli per­me­t­terà di rilas­cia­re com­ple­ta­mente l’ac­cel­er­a­tore in fre­na­ta. Il ten­ta­ti­vo dis­per­a­to di rimon­ta di Ver­stap­pen nei con­fron­ti del mon­e­gas­co sarà, tut­tavia, vano.

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Nel post-gara Mat­tia Binot­to, incalza­to da Car­lo Vanzi­ni con domande spin­ose, riguar­do le bandiere esposte a Maranel­lo dichiar­erà: “Per ogni vit­to­ria ottenu­ta, come sapete, aggiun­giamo una bandiera all’in­gres­so del­la sede. Abbi­amo fini­to lo spazio e sti­amo pen­san­do di affittare un locale a Brack­ley, nel caso doves­si­mo vin­cere almeno altre due gare: qua in Italia i prezzi sono ormai sal­i­ti alle stelle”. 

Le ultime tappe vis­sute nel­la cal­da estate di questo 2022 sono anco­ra ben impresse nel­la memo­ria di tut­ti. In Fran­cia Sainz si ren­derà pro­tag­o­nista di un super sor­pas­so su Ser­gio Perez, men­tre in radio pas­sa­vano le pre­vi­sioni del tem­po del­la Cos­ta Azzur­ra, dove lo spag­no­lo si sarebbe dovu­to pre­cip­itare per un aper­i­ti­vo imme­di­ata­mente dopo la pre­mi­azione del podio. Leclerc, invece, vin­cerà l’en­nes­i­ma cor­sa per­cor­ren­do, ad ogni giro, una diver­sa con­for­mazione del cir­cuito del Paul Ricard: le sta­tis­tiche uffi­ciali con­fer­mer­an­no che il mon­e­gas­co ha per­cor­so tutte le quar­an­tanove, emozio­nan­ti vari­anti del­la pista transalpina, com­pre­sa quel­la inedi­ta che pas­sa al di fuori delle bar­riere nel ter­zo settore.

Arriva­to l’ul­ti­mo week-end di luglio, le Frec­ce d’Ar­gen­to deci­dono di tornare a pavoneg­gia­r­si del loro fisi­co scol­pi­to nel car­bo­nio. Le per­for­mance di Hamil­ton e Rus­sell miglio­ra­no a dis­misura e, sia in Unghe­ria che in Bel­gio, rius­ci­ran­no a met­tere in dif­fi­coltà le Red Bull. Leclerc, intan­to, forte del van­tag­gio enorme accu­mu­la­to in cam­pi­ona­to, farà cor­rere Anto­nio Giov­inazzi al suo pos­to, così da pot­er com­in­cia­re i prepar­a­tivi per una fes­ta mega-galat­ti­ca pre­vista per il Gran Pre­mio di Abu Dhabi, ulti­ma tap­pa di una sta­gione indimenticabile. 

Il pilota mon­e­gas­co tornerà al volante in Olan­da, per chi­ud­ere i giochi a casa del rivale di sem­pre Ver­stap­pen, impre­sa che gli rius­cirà sen­za fat­i­ca. Mat­tia Binot­to, con il Mon­di­ale ormai matem­ati­ca­mente nelle mani del Cav­alli­no Ram­pante, non si pre­sen­terà neanche al Gran Pre­mio d’I­talia, per con­cen­trar­si sulle prossime elezioni che lo vedran­no can­dida­to come Pres­i­dente del Con­siglio. Leclerc, infat­ti, a Mon­za vin­cerà sen­za sof­frire, per­me­t­ten­do perfi­no a Bernd May­lan­der sul­la Safe­ty Car di vin­cere una tap­pa iridata. 

N.B. L’ar­ti­co­lo qui sopra descrive fat­ti inven­tati e non intende ledere la dig­nità, per­son­ale e pro­fes­sion­ale, di nes­suno dei sogget­ti citati. Il pez­zo è da inten­der­si in via pura­mente satir­i­ca e ironica.

Ph. Scud­e­ria Fer­rari Press Office ©

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