No, Enzo Ferrari non si sta ribaltando nella tomba. Perché, non ce ne voglia Montezemolo, è vero che la Casa di Maranello ha fatto il suo ingresso sul mercato dei SUV sportivi con oltre dieci anni di ritardo, ma è allo stesso tempo vero che, attraverso la Purosangue, ha saputo ridefinire i canoni di bellezza e innovazione tecnica, lasciando il mondo a bocca aperta. In sintesi, quello che ha reso grandi i capolavori del Drake.
Non sarebbe certamente sbagliato, definire la nuova Ferrari Purosangue il miglior Sport Utility Vehicle della ultracentenaria storia automobilistica. I motivi sono molteplici: parliamo, innanzitutto, di una vettura che in un battito di ciglia ha fatto invecchiare auto le cui linee parevano sempreverdi: Cayenne GT, Urus Performante ed Audi RSQ8, per citarne tre, di colpo hanno sentito sulle proprie carrozzerie il peso degli anni.
Chi ci segue e chi ci legge, sa bene come ce lo aspettassimo: Flavio Manzoni e tutto il Centro Stile del Cavallino Rampante, hanno infatti lavorato alacremente con un unico scopo: far digerire ad appassionati ed “integralisti” una Ferrari a guida alta. Un obiettivo il cui raggiungimento era estremamente complicato, se non impossibile. Ma il risultato, a nostro parere, rasenta la perfezione: lunga 4,97 metri, larga 2,03 e alta 1,59, la Purosangue gode di una linea di cintura elevata e poggia su imponenti cerchi in lega da ventidue pollici. Le linee, che caratterizzeranno anche quelle della (attesissima) erede della 812 Superfast, riportano alla mente di chi la osserva quelle della Roma, presentandosi pulite e minimaliste e regalando forme scolpite e sportive a tal punto che, da diverse angolazioni, non si ha davvero la sensazione di avere a che fare con un SUV.
Inedito, il sistema di apertura delle portiere, per la prima volta “controvento” a 79°. Un dettaglio non di poco conto, che oltre a favorire un bilanciamento dei pesi di 49:51, ci ricorda come non si abbia a che fare unicamente con un mostro di potenza, ma anche con un oggetto di culto e di lusso.
Guai, tuttavia, a paragonare la Purosangue con la Rolls-Royce Cullinan. Le somiglianze, si fermano alle suicide doors e al prezzo (390.000 euro per la prima, 368.000 per la seconda). La nuova creatura del Cavallino si dimostra infatti, nonostante la totale assenza di elementi di aerodinamica attiva, in grado di dar filo da torcere a supercar di altissima caratura anche tra i cordoli, grazie ad una meccanica (arricchita da un telaio spaceframe in alluminio e un tetto in fibra di carbonio) sviluppata per regalare emozioni e prestazioni superlative e alle sospensioni attive TASV (True Active Spool Valve), che permettono di ridurre beccheggio e rollio.
Lo chassis, costruito da zero con materiali leggeri alto-resistenziali, permette di contenere il peso (pari a 2.033 kg a secco) del corpo vettura, aumentando nel contempo, rispetto agli altri modelli del Cavallino Rampante, la rigidezza flessionale del 25%, e addirittura del 30% quella torsionale.
Ma passiamo alla scheda tecnica e alle performance della Purosangue: il suo cuore pulsante, abbinato ad un cambio automatico a doppia frizione a otto rapporti e alla trazione integrale, è costituito da un V12 aspirato con bancate a 65° (che combina alcuni elementi della 812 con una tecnologia derivata dalla Formula 1) capace di erogare la bellezza di 725 cavalli a 7.750 giri e 716 Nm a 6.250 giri. Una potenza straripante, che permette alla Purosangue da dodici cilindri di scattare da 0 a 100 km/h in appena 3,3 secondi e di raggiungere una velocità massima di oltre 310 km/h.
Ora, gli interni: per la prima volta dal 1947, abbiamo a che fare con una Ferrari a quattro porte, capace di regalare agli occupanti quattro poltrone separate estremamente comode (anche grazie a un passo di 3,01 metri) e fornite di regolazione elettrica, riscaldamento e ventilazione.
Inedita, la plancia, che fa a meno di un monitor centrale: tutte le informazioni necessarie vengono infatti fornite al guidatore attraverso uno schermo da 10,2 pollici (che ritroviamo anche su quello del lato passeggero, per un totale dunque di 20,4 pollici di display). A sovrastare i fortunati passeggeri della Purosangue, troviamo un tetto panoramico elettrocromatico che diventa scuro al semplice tocco di un pulsante.
Infine, una riflessione: a distanza di pochi giorni dalla sua presentazione ufficiale, tanti sono coloro che ancora discutono della nuova creatura del Cavallino Rampante, dividendosi principalmente in due fazioni: estimatori e critici. I primi ritengono che Manzoni e il suo team abbiano dato vita a qualcosa di estremamente speciale e innovativo, i secondi, invece, non digeriscono il fatto che anche Ferrari (nonostante la Casa di Maranello abbia dedicato alla Purosangue appena il 20% della produzione annuale, ndr) abbia ceduto alle esigenze di mercato.
La seconda fazione, anche piuttosto clamorosamente, vanta tra le proprie file un personaggio che conosce ogni muro della sede del Cavallino Rampante: parliamo di Luca Cordero di Montezemolo, ex numero uno della Rossa, che intervistato dal giornalista australiano Peter Robinson, ha speso parole durissime nei confronti della nuova arrivata:
“La nuova Purosangue? Il nome non mi piace, è terrificante, di certo non nei miei gusti. L’azienda è ormai diventata un mix tra una finanziaria e un costruttore di supercar, quindi gli azionisti sono la priorità numero uno. Non per caso, sono molto impegnati a lavorare sull’auto elettrica. Secondo me, il ruolo del SUV Ferrari era già stato affrontato e soddisfatto con la FF del 2011. Gli appassionati del Cavallino Rampante avrebbero dovuto sopravvivere senza quella tipologia di vettura. Non mi piace il fatto che siano arrivati ultimi dietro Porsche, Lamborghini, Bentley e Maserati. Io ho sempre preferito essere il primo. Credo che Ferrari abbia fatto un SUV solamente per ragioni commerciali, e la cosa è giusta, sono una Public Company in fondo. Non voglio dire cose che non conosco, ma da quello che ho visto, Ferrari è sempre più vicina a Lamborghini: auto potenti, costose e con margini molto alti”.
Dichiarazioni indubbiamente forti, che fanno eco a chi ritiene che Enzo Ferrari si starebbe rivoltando nella tomba.
Noi non la pensiamo così: perché, non ce ne voglia Montezemolo, è vero che la Casa di Maranello ha fatto il suo ingresso sul mercato dei SUV sportivi con oltre dieci anni di ritardo, ma è allo stesso tempo vero che, attraverso la Purosangue, ha saputo ridefinire i canoni di bellezza (e non solo) e innovazione tecnica, lasciando il mondo a bocca aperta. In sintesi, quello che ha reso grandi i capolavori del Drake.
A nostro parere, questa Purosangue, al Commendatore sarebbe piaciuta.
Ph. Ferrari ©