Max Verstappen vince anche il Gran Premio d’Italia, davanti ad un commovente Leclerc e ad un George Russell al suo settimo podio stagionale. Una corsa bella, vibrante, chiusa però tra le polemiche a causa di un operato della direzione gara ancora una volta discutibile, sia per quanto concerne il timing della Safety Car, che per quanto riguarda la non esposizione della bandiera rossa una volta constatato che era necessario che una gru percorresse contromano il tracciato.
1. CYBORG. Lo abbiamo detto più volte, Max Verstappen è una macchina programmata per una sola cosa: vincere. Anche domenica partiva settimo, non proprio la miglior posizione se punti alla vittoria. Eppure dopo tre curve era quarto, dopo nemmeno due giri secondo. In questo momento è una spanna sopra tutti, anche grazie ad una Red Bull che ha letteralmente sbaragliato la concorrenza. Il conto delle vittorie stagionali sale ad undici. Undici.
2. UNA ROSSA COMMOVENTE. Ci hanno provato in ogni modo gli uomini in rosso, domenica in giallo per il settantacinquesimo anniversario della Scuderia, a regalare a tutti i tifosi una grandissima gioia. Non è bastata la pole, non è bastato un Leclerc che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e nemmeno il tentativo di mescolare le carte con una sosta anticipata. Domenica Max era semplicemente imbattibile e, probabilmente, anche con un giro a dispozione post Safety Car Charles avrebbe fatto un’estrema fatica a superarlo. Menzione d’onore per Carlos Sainz, che partiva diciottesimo ed è arrivato quarto. Lui si che senza la Safety sarebbe riuscito a prendere Russell. Peccato, sarebbe stato un podio meritatissimo.

3. C’È QUALQUADRA CHE NON COSA. Parliamo ovviamente della F1-75. Perchè è evidente che qualcosa non torna. Una monoposto che ottiene 10 pole position in sedici gare non può vincerne solamente quattro. Non si tratta solamente di affidabilità, ma in ogni corsa la Rossa soffre sempre troppo in termini di passo gara rispetto ai rivali. Questo comporta delle scelte non particolarmente condivisibili anche in termini di strategia. A Maranello c’è molto da lavorare in vista del 2023, senza però vedere tutto nero, perchè la base c’è ed è ottima.
4. ALLA FACCIA DELL’ESORDIO. Prima corsa in Formula 1, con una Williams e subito a punti. Nyck De Vries in quel di Monza ha dimostrato di essere un gran bel pilota, che certamente meriterebbe una chance nella massima serie automobilistica. Discorso generale per la Williams: forse la macchina non è cosi terribile come sembra, visti i risultati ottenuti da Albon e De Vries. Certo, se solo la guidassero due piloti veri…

5. FIA, MA CHE COMBINI? Che sia chiaro: non riteniamo che la gara dovesse ripartire per garantire lo spettacolo ai presenti, ma che dovesse piuttosto vivere un finale chiaro e sicuro. Cosa ci voleva a mettere la Safety Car nell’esatto momento in cui Ricciardo si è fermato? Perché aspettare tanto (e non è la prima volta) per poi farla uscire davanti a Russell, a leader già transitato? Perché abbiamo visto percorrere il tracciato contromano da una gru mentre le vetture scaldavano le proprie gomme dietro zigzagando? Perché non esporre la bandiera rossa per motivi di sicurezza? Troppe domande a cui, come al solito, non sarà data alcuna risposta dai diretti interessati. Un peccato, perchè quello che poteva essere un emozionante finale di gara, è stato trasformato in un vero e proprio scempio.
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