Non accenna ad interrompersi, dopo il leggero scivolone in Belgio, il trend che vede almeno uno tra i due alfieri di casa Mercedes salire, a turno, sul secondo o sul terzo gradino del podio. Eppure, nel corso del Gran Premio d’Olanda, in palio per Lewis Hamilton pareva esserci addirittura quel tanto agognato successo, sfumato sul finale di gara a causa di strategie mal lette e di Safety Car che proprio non ne vogliono sapere di lasciar gioire il sette volte Campione del Mondo.
“Non posso credere che mi abbiate fregato in questo modo: non avete idea di quanto sia incazzato in questo momento”.
Deve aver fatto correre in fretta la mente a quei ricordi di metà Dicembre Lewis Hamilton quando davanti a sé, dopo l’intervento di una Safety Car, si è ritrovato in un battibaleno lo scarico di Max Verstappen: non si è fatto pregare l’olandese, affamato come mai prima d’ora, esattamente come in terra araba meno di un anno fa, quando ad essere in palio era qualcosa di molto più grande e sensazionale.
E il britannico, anche questa volta, si è visto scivolare tra le mani una vittoria che sembrava ormai destinata ad essere scritta di fianco alle sue altre 103, con la consapevolezza che questa avrebbe avuto, senza dubbio, un sapore ancora più dolce se si considerano le circostanze.

Complice l’atmosfera infuocata per colui che, anche se non in lotta diretta con l’alfiere della Mercedes, sa di che pasta è fatto quest’ultimo ed è conscio del fatto che per diseredare il re dal suo trono (come ha per altro già fatto in precedenza) è necessario attendere pazienti il momento giusto in cui attaccare, il numero 44 si è ritrovato a dover scivolare in quarta posizione, con il suo ben più giovane collega, che, al contrario, ha approfittato della situazione per portare il flusso degli eventi a proprio favore, accodandosi al coetaneo iridato.
Malgrado l’occasione servita su un vero e proprio piatto d’argento, però, la casa della Stella può senza dubbio guardare al futuro con un timido sorriso in volto: se il ritorno alle corse avvenuto a Spa aveva destato preoccupazione per l’enorme passo indietro compiuto dalla W13, Zandvoort non può far altro che confermare come la vettura di Brackley faccia i capricci “proprio come un essere umano, che non sai mai con che piede scenderà dal letto”. Se, tuttavia, i membri della compagine guidata da Toto Wolff potessero impacchettare un aspetto positivo di questo fine settimana e portarlo al sicuro sull’asfalto dell’Autodromo di Monza, questo sarebbe sicuramente il passo gara devastante mostrato da entrambi i piloti.

Volgendo lo sguardo ai grafici, infatti, si può notare chiaramente come il fuoriclasse di Stevenage, seguito a ruota dal compagno di King’s Lynn, sia stato nettamente il più veloce dei sei alfieri dei tre top team: in maniera particolare, ad alimentare le speranze del britannico ci ha pensato il secondo stint della sua domenica, corso sulle gomme dure, seguito da alcuni giri con gli pneumatici gialli che nulla avevano da invidiare a quelli del pilota di punta di casa Red Bull. La situazione, però, si ribalta quando, nel leggere la parte finale del diagramma, a sorpassare metaforicamente e concretamente il vice Campione del Mondo è proprio George Russell, più scaltro nel prendere la decisione di montare sulla sua monoposto un set di gomme morbide per gli ultimi passaggi sotto la bandiera.

Tante lezioni da cui imparare, queste, se si vuole azzardare un attacco reale all’unica forza in griglia abbordabile: il focus della scuderia anglo-tedesca, ora, si è spostato sull’ultimo appuntamento europeo dell’anno, che vedrà la Formula 1 sbarcare nel Tempio della Velocità, casa di una Ferrari colpita nel segno dalle Frecce d’Argento. Obiettivo? Affondarla, partendo proprio da casa sua.
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