Nel corso del fine settimana che apre ufficialmente la seconda parte di stagione, il morale in casa Mercedes non è stato certamente dei migliori: con dei tempi sul giro secco lontani da quelli di Red Bull e Ferrari e un Lewis Hamilton fuori dai giochi a pochi metri dal via, l’unico squarcio di luce nel cielo annuvolato di Spa-Francorchamps è stato il quarto posto di George Russell, vicino ad agguantare l’ennesimo podio dell’anno.
Il ritorno alle corse dopo le settimane di stop che hanno interessato il mese di Agosto sono terminate, come ormai di consueto, con l’arrivo dei dieci team in terra belga per correre quello che, ad oggi, rimane uno tra i Gran Premi più iconici dell’intero calendario: nonostante questo, tuttavia, continua a persistere il poco feeling tra la Mercedes e il tracciato dipinto nella foresta delle Ardenne. Se si pensa, infatti, alla totale egemonia argentata dall’era ibrida, fa strano veder comparire una Mercedes “soltanto” quattro volte nell’albo d’oro della pista nell’ultimo decennio. E la storia, puntualmente, è tornata a ripetersi.

La Stella che dagli inizi di Giugno ci aveva abituato, nuovamente, a trascinare i suoi due alfieri sul podio (prima in maniera alternata, poi contemporaneamente) non si è presentata in Belgio nella stessa forma: la striscia positiva di risultati che ha visto almeno uno tra George Russell e Lewis Hamilton sempre in top three che ha avuto il via in quel di Baku, è stata interrotta qualche mese dopo in maniera brusca. A detta di alcuni, a punire la scuderia anglo-tedesca potrebbe essere stata la direttiva tecnica anti-porpoising (TD39) da essa stessa richiesta con veemenza: a smentire questa supposizione è arrivata, tuttavia, Auto Motor und Sport.
Stando a quanto riportato dalla testata tedesca, a tradire la compagine otto volte iridata (affiancata nel dovere a Ferrari) sarebbero state due tra le curve più belle di tutto il calendario: gli avvallamenti presenti verso Eau Rouge e in uscita dalla Stavelot hanno infatti costretto le dieci squadre ad alzare le vetture di 5 o 6 millimetri rispetto all’assetto tipico.
Nonostante, se si guarda a Red Bull, tale modifica non abbia influenzato i piani degli uomini di Milton Keynes, li ha invece scombussolati se parla dei loro colleghi di Brackley e Maranello, obbligati a irrigidire le sospensioni andando, però, a pagare il conto salato di un tempo perso sul giro raddoppiato. Ma i guai, per il duo britannico, potrebbero non essere finiti qui.

In seguito alla collisione avvenuta tra il sette volte Campione del Mondo e Fernando Alonso nel corso del primo dei quarantaquattro passaggi sotto la bandiera a scacchi la scorsa domenica, il nativo di Stevenage potrebbe ritrovarsi a dover gestire una pesante rimonta sul prossimo circuito ad ospitare il Circus: secondo una fonte diretta di Motorsport.com, Zandvoort potrebbe vedere la monoposto numero 44 essere equipaggiata con una Power Unit nuova di zecca che rappresenterebbe, però, la quarta dopo quella appena inaugurata a Spa dall’inglese che, dunque, incapperebbe in una penalità su un tracciato dove superare non è cosa semplice.
Si prospetta, quindi, un ritorno nella tana del nemico tutt’altro che in discesa per il muretto argenteo, tornato, apparentemente, a soffrire di mali per i quali, così come negli scorsi mesi, non è conosciuta ancora una cura precisa: sta ora ai membri della congrega capitanata da Toto Wolff gettarsi a capofitto alla ricerca di soluzioni tempestive che possano adattarsi, poi, ad una W14 che poco dovrà somigliare alla sua più recente antenata se vuole tornare a correre per ciò a cui è stata abituata per anni. Rimandare non è più un’opzione.
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