Sapevate che Verstappen, continuando con questa media, potrebbe superare quota 400 punti? Sapevate che sono undici anni che Mercedes fa almeno una pole a stagione? Sapevate che quest’anno Leclerc ha perso ben 125 punti, di cui 93 non per colpa sua? Bentornati a #StatsTime, rubrica curata dal nostro Gabriele Arcuri, attraverso la quale sottolineeremo una serie di numeri e curiosità meritevoli di attenzioni e analisi.
L’ultimo sprint prima della sosta estiva, corrispondente al Gran Premio di Ungheria, ha portato numerose conferme e poche sorprese, al contrario della passata edizione. Pur partendo dalla decima piazza, Max Verstappen è riuscito a vincere, nonostante un errore grossolano, grazie a una strategia eccellente e a un ritmo forsennato, addirittura dominando da metà corsa in poi. All’Hungaroring solo Nigel Mansell riuscì in una rimonta migliore, primeggiando nel 1989 dopo essere partito dalla dodicesima posizione. L’olandese, inoltre, aveva fino ad ora vinto solamente partendo nelle prime quattro posizioni della griglia.

“Nessuno come Max”, ci verrebbe da dire osservando ora entrambe le classifiche mondiali. Perché questa affermazione? Perché questo apparentemente combattuto 2022 potrebbe rivelarsi la stagione più dominata, in termini di punti, nella storia della Formula 1. Al momento, Charles Leclerc, secondo classificato nel campionato piloti, è distante 80 punti dal Campione del Mondo in carica, mentre la scuderia di Milton Keynes, anch’essa ampiamente al comando, ha ben 97 lunghezze di vantaggio su Ferrari. In questi primi tredici appuntamenti stagionali, Red Bull e Verstappen hanno ottenuto in media, ad ogni gara, rispettivamente 33,15 e 19,84 punti: se fossero in grado di mantenere questa spaventosa media per le rimanenti nove tappe raggiungerebbero traguardi pazzeschi. Max Verstappen centrerebbe, con 436 punti, il record per il maggior numero di punti realizzati in una singola stagione (battendo così l’attuale primato di Hamilton, arrivato a 413). Il team anglo-austriaco, dal canto suo, sfiorerebbe, con 729 punti, i 765 ottenuti dalla Mercedes nel 2016, quando la scuderia di Brackley aveva zero rivali e i suoi due piloti a contendersi il titolo iridato. Come se non bastasse tutto ciò, infine, negli ultimi quattordici anni, dal 2008 in poi, il team che si è trovato in testa alla classifica costruttori dopo il Gran Premio di Ungheria si è laureato Campione del Mondo a fine anno.

Proprio Mercedes, in netta crescita, è stata l’altra protagonista di questo week-end: al sabato ha conquistato un insperata pole position, la prima dal Gran Premio d’Arabia Saudita del 2021, e nel corso della domenica si è accaparrata il secondo doppio podio consecutivo. Innanzitutto, la prima pole di George Russell in carriera, alla guida della terza miglior macchina in griglia, ha dello speciale: non ha fatto segnare nessun intertempo fucsia, ovvero nessun miglior settore della sessione. I precedenti casi di pole position senza migliori settori risalgono ad Austria 2022, Portimao 2021, Abu Dhabi 2020, Canada 2019 e Messico 2019. E non è tutto: Mercedes ha realizzato una pole per l’undicesimo anno consecutivo, eguagliando Lotus nel decennio 1960–1970. Chi ha fatto meglio è solo la Scuderia di Maranello, con almeno una pole a stagione (1994–2008) per quindici anni consecutivi. A conferma di questa tendenza estremamente positiva, Lewis Hamilton ha rimontato dalla settima alla seconda piazza, passando sia Carlos Sainz che il compagno di squadra e conquistando così il sesto podio stagionale.
Adesso Lewis Hamilton, che guida una mediocre W13, può vantare un podio in più di Charles Leclerc, che guida una rapidissima F1-75. Basterebbe questa frase per descrivere il 2022 della Scuderia Ferrari. Con una monoposto migliore di tutta la concorrenza, la scuderia di Maranello è distante un’eternità dalla testa di ambedue le classifiche iridate. Ma com’è potuto accadere tutto ciò? Ecco dunque un’accurata analisi di cosa sarebbe potuto succedere se le sfortune sopraggiunte ai due classe 1997, Verstappen e Leclerc, non fossero mai avvenute.

1° Charles Leclerc 303 (+125)
2° Max Verstappen 272 (+14)
Dei 125 punti persi dal monegasco, 32 risalgono agli errori di Imola e Francia (+7,+25), 43 dagli errori strategici di Monaco, Gran Bretagna e Ungheria (+13,+13,+17) e 50 dai problemi di affidabilità di Spagna e Azerbaijan (+25,+25).
La situazione si fa più complicata con l’olandese, il quale ha perso 45 punti causa affidabilità in Bahrain, Australia e Gran Bretagna (+15,+18,+12), ma ne ha anche guadagnati 31 in Spagna, Monaco, Azerbaijan, Francia e Ungheria per le sventure capitate a Leclerc (-7,-3,-7,-7,-7).

Naturalmente non è nostra intenzione sminuire l’egregio lavoro svolto in quel di Milton Keynes, quanto ragionare sull’ingente ammontare di punti persi dalla Ferrari, la quale, ormai, è quasi costretta ad alzare bandiera bianca nei confronti della Red Bull, decisamente più pronta a vincere il Mondiale.
Va dunque in archivio anche questo appuntamento di #StatsTime.
Next Stop? Spa-Francorchamps, Belgio. Una delle piste più belle del calendario, forse alla sua ultima apparizione in Formula 1.
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