In occasione del Salone Internazionale di Ginevra del 2009, Alfa Romeo svela la MiTo GTA Concept, piccola belva che poteva contare sul 1.7 da 240 cavalli che avrebbe poi debuttato negli anni successivi sulla 4C. Un sogno, purtroppo rimasto tale.
Cosa succederebbe se si inserisse il vivace quattro cilindri turbo da 1.7 litri e 240 cavalli della due posti Alfa Romeo 4C sotto il piccolo cofano della compatta MiTo? Se lo saranno chiesti parecchi dei proprietari di quest’ultima, magari osservando le immagini della sorella sportiva sul web o su una rivista, oppure seguendo con lo sguardo (ed invidia) alcuni dei rari esemplari in circolazione.
Eppure, questo pensiero ha sfiorato anche la mente di qualche tecnico della Casa del Biscione. Non stiamo scherzando. Nel 2009, al Salone Internazionale di Ginevra, fa infatti la sua apparizione la pazzesca MiTo GTA Concept, interpretazione che avrebbe potuto conquistare il segmento delle compatte pepate premium.
Basata sulla piattaforma della Fiat Grande Punto, la Alfa Romeo MiTo, ricordiamo, vedeva al top della sua gamma un propulsore quattro cilindri turbo da 1.4 litri capace di erogare 170 cavalli. Non male, certo, ma se paragonati alla potenza di fuoco offerta dal 1.7 litri fanno sorridere. La GTA Concept, inoltre, mantiene il deciso cambio manuale a sei marce della 4C, che la accompagna fino ai 250 km/h (con un bruciante scatto 0–100 km/h che avviene in soli 5 secondi).
Per sopportare le incrementate sollecitazioni dovute alla nuova potenza il telaio, le componenti del sistema frenante e le sospensioni (attive e coadiuvate da ammortizzatori a controllo elettronico) sono qui costruite nel leggero ma resistente alluminio. L’assetto irrigidito e ribassato di 20 millimetri, regala poi alla GTA un aspetto deciso, completato da un aggressivo diffusore posteriore che ingloba i due terminali di scarico centrali e, dalla parte opposta, da un affilato labbro sovrastato da ampie air intakes e dal design rivisitato.
Una vera e propria chicca viene rappresentata dall’utilizzo della nobile fibra di carbonio per il piccolo alettoncino e per l’intero tetto, la cui inconfondibile tinta si abbina alla perfezione al colore Bianco Madreperla del concept.
L’abitacolo si presenta più audace, grazie all’eliminazione del divano posteriore, sostituito da barre di rinforzo che irrigidiscono il telaio e, al contempo, fungono da ancoraggio per le cinture di sicurezza che incollano i due occupanti ai sagomati sedili sportivi. Purtroppo, la crisi finanziaria di quegli anni non ha permesso al progetto MiTo GTA di svilupparsi e concretizzarsi.
Una grande occasione persa?
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