Non accenna a placarsi l’ascesa targata Mercedes a cui stiamo assistendo, ormai, da qualche week-end a questa parte: dopo il podio conquistato con entrambe le vetture in Francia, il tracciato ungherese regala al duo britannico della Stella l’ennesima conferma, con un secondo ed un terzo posto che sanno tanto di un prossimo ritorno alla vittoria.
Se un mese fa avessimo detto a Toto Wolff che la compagine da lui capitanata si sarebbe ritrovata, a ridosso della pausa estiva, a soli 30 punti dalla Ferrari, chiara contendente per il titolo, non ci avrebbe creduto: eppure, i cinque podi consecutivi conquistati da Lewis Hamilton e i risultati sorprendenti (ma nemmeno troppo) di George Russell hanno avvicinato le Frecce d’Argento al secondo posto nella classifica costruttori nel giro di poche settimane.

Dopo il podio ottenuto da entrambi i membri del duo britannico in quel di Le Castellet, nessuno all’interno del team sembrava aspettarsi lo stesso esito su un tracciato come quello ungherese: eppure, al termine delle qualifiche uggiose del sabato, è stato necessario ricredersi. E non importa se per conquistare la posizione al palo siano stati necessari ben tredici tentativi nel corso dell’intera stagione: a portare a casa la piazza d’onore per la domenica è stato il pupillo di King’s Lynn, lo stesso che sull’asfalto dell’Hungaroring, un anno fa, si mostrava in lacrime per l’arrivo dei suoi primi punti in Formula 1, in attesa di quel sedile promessogli anni prima.

A crescere, tuttavia, non è solo il giovane alfiere britannico, ma anche e soprattutto la monoposto a sua disposizione: gli uomini in argento, infatti, non sembrano lasciare niente al caso, con piccole modifiche (alcune quasi invisibili) che, tuttavia, starebbero portando in fabbrica dati promettenti per la seconda parte dell’anno.
Nel corso della tre giorni in Ungheria, ad apparire sulla W13 è stato un dettaglio già conosciuto all’interno dell’orbita Mercedes: nella parte della vettura occupata dall’halo è infatti comparso un doppio soffiaggio, così come già osservato sull’antenata dell’auto tedesca.

Un’altra cosa rimasta invariata dal 2021 è, senza ombra di dubbio, la tenacia e la volontà di mostrarsi sempre all’altezza di quei giovani che premono per eclissare una generazione di piloti che sta, pian piano, svanendo: il sette volte Campione del Mondo macina anche a Mogyorod giri veloci su giri veloci, portando a casa dunque anche il punto addizionale, che poco può fare dal punto di vista delle classifiche, ma che tanto può impattare sull’orgoglio di un vecchio leone, che, dopo il finale di stagione vissuto ad Abu Dhabi, sembrava essere caduto in un circolo vizioso di fine settimana anonimi.

E proprio riprendendo le parole di Hamilton, possiamo lasciare le due vetture di Brackley all’alba di questa sosta, giunta con ogni probabilità nel momento di massima forma della scuderia anglo-tedesca: “allenamento, concentrazione, ricentramento”, la ricetta per poter fare ritorno a Spa-Francorchamps con un approccio diverso, orientato verso quella vittoria che manca da troppo tempo. Perché se cadi sul più bello, non vedi l’ora di ricominciare.
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