Il ritorno in Canada dopo due anni di pandemia si è rivelato particolarmente prolifico per gli uomini di casa Mercedes che, forse per la prima volta quest’anno, hanno potuto osservare una vettura quantomeno in grado di avvicinarsi al passo delle scuderie al vertice. Le strade di Montreal tornano ad essere il palcoscenico preferito da Lewis Hamilton a 15 anni dalla sua prima vittoria in carriera conquistata proprio sull’isola di Notre-Dame, ma George Russell, dal canto suo, non si accontenta e centra l’ennesimo piazzamento in top 5 dell’anno, portando a casa ferree certezze e fame di qualcosa di più.
È bastato poco ad eclissare il malumore sviluppatosi in casa Mercedes in seguito a un Gran Premio in terra azera che aveva lasciato i membri del team doloranti sotto ogni punto di vista: gli sguardi carichi di amarezza hanno lasciato spazio al sollievo grazie al secondo podio consecutivo, conquistato questa volta con chi, sul piedistallo del circuito canadese, ci era salito per la prima volta in carriera ben 15 anni prima. È la 184esima volta che Lewis Hamilton mette piede su uno dei gradini a disposizione, eppure gli occhi bagnati da una patina sottile che lo accompagnano per tutta la durata del pomeriggio domenicale di interviste portano con sé il peso di mesi di sperimentazioni e modifiche dell’ultimo minuto che poco sembrano voler collaborare con il progetto di partenza. E l’ultimo fine settimana non è stato da meno.

Risolta, stando alle voci dei protagonisti, la problematica del porpoising, a fare capolino dal box delle Frecce d’Argento è ora il bouncing: per combattere questo fenomeno, gli uomini della Stella hanno introdotto sulla W13, nel corso delle sessioni del venerdì, un secondo tirante, andato ad aggiungersi al primo per ottenere una flessione minore in situazione di massimo carico. Questa minuzia non è passata inosservata ai membri dei piani alti delle compagini avversarie, che si sono scagliati contro la Stella accusandola di aver apportato questa modifica anti saltellamento in tempi troppo ristretti rispetto a quelli necessari, insinuando una possibile soffiata sulle norme che la Federazione Internazionale aveva diramato meno di 24 ore prima.
Per evitare qualsiasi tipo di protesta formale, la cui ipotesi già correva tra i corridori del paddock, Toto Wolff ha deciso di eliminare il tirante aggiuntivo prima della terza sessione di prove libere, portando, tuttavia, in pista altre piccole modifiche: la più visibile, senza dubbio, è stata quella apportata al fondo, presentato sulla vettura numero 44 con un grande scavo nella parte centrale volto a rallentare il flusso d’aria e a generare un minor carico aerodinamico. Quella che, però, ha rivelato questo esperimento è una tendenza già registrata in passato, con la macchina del sette volte Campione del Mondo sotto i ferri per l’intera durata del week-end e lui che, in risposta, accetta il suo nuovo ruolo di collaudatore, con la consapevolezza che anche i momenti più dolci sono il frutto di una strana miscela di compromessi.

Compromessi che, una volta abbassata la visiera per percorrere i 70 passaggi sotto la bandiera, assumono un valore quasi nullo: perché se poi dalla tua hai un duo di piloti tanto eterogeneo quanto accomunato dalla stessa fame felina di vittoria, i risultati non possono fare altro che arrivare. Perché se a 37 anni, 103 vittorie e 103 pole position più tardi, sai emozionarti mentre di fianco a te quei ragazzini che un tempo ti chiedevano una foto spaventati ora ti considerano uno degli altri, non puoi e non vuoi fermarti. Perché se al tuo primo anno nell’abitacolo che tanto hai bramato per le ultime dieci primavere della tua vita riesci, senza sosta, a martellare prestazioni da capogiro nonostante i mezzi a tua disposizione non siano esattamente quelli che speravi di maneggiare, non puoi fare altro che attendere impaziente quel futuro che ti è stato promesso. Perché se il prossimo appuntamento è a casa non più di uno, ma di entrambi i tuoi uomini migliori, l’unico pensiero che deve balenare nella tua testa è come far sì che una gita di nostalgia nella casa della Formula 1 non diventi opportunità per spodestare il re della savana dal suo stesso trono. Silverstone, i tuoi alfieri stanno tornando. In silenzio, nella penombra, pronti a ruggire se ce ne sarà bisogno.
Ph. Mercedes-AMG PETRONAS Formula 1 Team ©
Se son rose fioriranno. Ma ho qualche dubbio che x la Mercedes sia finita li, chi è davanti sicuramente non dormiranno e mi auguro da buon ferrarista che la Ferrari non si addormenti no come hanno fatto spesso negli anni passati