MONTREAL, QUEBEC - JUNE 19: Race winner Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrates in parc ferme during the F1 Grand Prix of Canada at Circuit Gilles Villeneuve on June 19, 2022 in Montreal, Quebec. (Photo by Clive Rose/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202206191026 // Usage for editorial use only //

Max Verstappen vince il Gran Premio del Canada al termine di una corsa tanto bella quanto tirata, caratterizzata dal bellissimo duello a distanza con Carlos Sainz, divenuto particolarmente minaccioso negli ultimi giri. Andiamo ad analizzare, insieme al nostro Riccardo Ronchini, i cinque eventi principali del fine settimana canadese.

1. CAMPIONE NON PER CASO. Non ser­vi­va una con­fer­ma a questo assun­to, ma, anco­ra una vol­ta, Max Ver­stap­pen ha dimostra­to a tut­ti di essere un vero e pro­prio fenom­e­no. Portare a casa la vit­to­ria dopo la Safe­ty Car era tut­t’al­tro che scon­ta­to, spe­cial­mente per­chè la Fer­rari di Sainz, in quan­to a rit­mo, ne ave­va di più. Ser­vivano ven­ti giri da qual­i­fi­ca, al lim­ite, sen­za com­met­tere sba­va­ture: det­to, fat­to. Dopo queste prime nove gare, la sen­sazione è che ogni qual­vol­ta Max ha la pos­si­bil­ità di vin­cere, alla fine a tri­on­fare in un modo o nel­l’al­tro è sem­pre lui.

2. SECONDO AGRODOLCE. Il miglior Car­los Sainz del­la sta­gione, per dis­tac­co. Lo spag­no­lo è autore di una splen­di­da cor­sa, carat­ter­iz­za­ta da un rit­mo indi­avola­to e da una voglia incred­i­bile di andare a cogliere il pri­mo suc­ces­so del­la car­ri­era. È man­ca­to pochissi­mo, qualche dec­i­mo, ma Car­los da qui deve ripar­tire, da ques­ta grin­ta. Se si dovesse con­fer­mare a questi liv­el­li, allo­ra state cer­ti che la pri­ma vit­to­ria non tarderà ad arrivare.

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3. RIMONTA A METÀ. Ci si aspet­ta­va forse qual­cosa in più da Charles Leclerc, in quel­la che sarebbe dovu­ta essere una rimon­ta furi­bon­da. Charles però non ha mai avu­to il feel­ing per­fet­to con la mono­pos­to, aven­do poco grip e restando per lun­go tem­po imbot­tiglia­to nel traf­fi­co di cen­tro grup­po, in par­ti­co­lare negli scarichi del­la Alpine di Este­ban Ocon. Il quin­to pos­to era il mas­si­mo risul­ta­to pos­si­bile, di più non era pos­si­bile fare.

4. LEWIS RITROVATO. Su un trac­cia­to che ado­ra, Hamil­ton è autore di una gara bel­lis­si­ma, sen­za par­ti­co­lari acu­ti ma sol­i­da, che gli garan­tisce il sec­on­do podio del­la sta­gione. Ha sof­fer­to tan­to il sette volte irida­to in queste gare, doven­do lottare con una mono­pos­to tut­t’al­tro che com­pet­i­ti­va. La cor­sa canadese, però, è la gius­ta ricom­pen­sa per un pilota che nelle ultime set­ti­mane ha dato tut­to e rac­colto pochissi­mo, se non un gran mal di schiena.

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5. DALLE STELLE ALLE STALLE. Par­liamo del muret­to Alpine nat­u­ral­mente. Benis­si­mo saba­to a stu­di­are con Alon­so, che poi ci ha mes­so tan­to del suo, il tem­p­is­mo migliore per cui scen­dere in pista e, allo stes­so tem­po, malis­si­mo domeni­ca nel met­tere a pun­to la strate­gia. Per­chè aspettare così tan­ti giri per fare la sos­ta, quan­do Fer­nan­do da tem­po perde­va più di due sec­on­di a tor­na­ta? Una scelta insp­ie­ga­bile che ha can­cel­la­to qualunque chance di podio. Povero Nan­do.

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