A distanza di pochissimi giorni dall’appuntamento di Baku, la Formula 1 torna a far rombare i motori sullo storico circuito di Montreal, assente dal calendario nel 2020 e nel 2021 per la pandemia. L’ultima edizione, risalente al 2019, è ricordata per la penalità di cinque secondi inflitta a Sebastian Vettel, che ha consegnato di fatto la vittoria a Lewis Hamilton, scatenando una protesta plateale sotto il podio da parte del quattro volte Campione del Mondo tedesco. In questa Hammer Time Preview approfondiremo, come sempre, strategie, record, storia del tracciato, previsioni relative a meteo ed usura, programmazione televisiva e curiosità.
Il Circuit di Montreal, intitolato a Gilles Villeneuve, è un circuito cittadino semi-permanente che sorge nel Parc Jean-Drapeau, sull’isola artificiale di Notre-Dame, costruita per le Olimpiadi del 1976 sull’estuario del fiume San Lorenzo. Il tracciato, originariamente denominato Île Notre-Dame Circuit, è stato progettato per spostare a Montreal il Gran Premio del Canada, prima disputato a Toronto, a causa di timori sulla mancanza di sicurezza di quest’ultimo a seguito dell’edizione 1977.
Nel 1978 si è quindi svolta la prima edizione del Gran Premio di Montreal, che ha visto la vittoria dell’eroe casa Gilles Villeneuve su Ferrari. Il circuito è rimasto ininterrottamente (tranne che per il 1987) in calendario fino al 2009, quando è stato poi rimpiazzato con il Gran Premio di Abu Dhabi. Nel novembre dello stesso anno, però, gli organizzatori hanno annunciato un nuovo contratto per il 2010, segnando il ritorno della gara canadese fino alla pandemia del 2020.
Il tracciato è intitolato a Gilles Villeneuve dal 1982, anno in cui il pilota è morto durante le qualifiche di Zolder. Nello stesso anno il Gran Premio del Canada è stato spostato da settembre a metà giugno, per assicurare condizioni climatiche migliori.
L’edizione del 2011 risulta essere la gara più lunga mai corsa nella storia della Formula 1, a causa della fitta pioggia che si è abbattuta sulla pista, con un tempo complessivo di 4 ore, 4 minuti, 39 secondi e 537 millesimi (per una regola introdotta del 2010 anche i periodi di bandiera rossa sono considerati tempo di gara).
Particolarmente movimentata, come già accennato, anche l’ultima edizione del 2019, vinta da Lewis Hamilton grazie ad una penalità inflitta dai commissari a Sebastian Vettel su Ferrari, che aveva guidato la corsa dall’inizio alla fine. La penalità di 5 secondi, assegnata per un presunto rientro in pista pericoloso dopo un’uscita, ha scatenato la protesta di Vettel che, oltre ad evitare le prime interviste, ha invertito, in segno di polemica, il cartellone con il numero 1 posto davanti alla Mercedes di Hamilton con il cartellone numero 2, all’interno del parco chiuso.

In termini di layout, le barriere sono piuttosto vicine alla pista in tutto il tracciato, a causa dei limiti spaziali dovuti alla vicinanza del fiume San Lorenzo, che costeggia tutto il perimetro. Famoso è il punto del circuito all’uscita dell’ultima chicane, il cosiddetto “Muro dei Campioni”, ribattezzato così per i tanti piloti che sono finiti a muro proprio in quel punto come Damon Hill, Michael Schumacher, Jacques Villeneuve, ma in tempi recenti anche Jenson Button e Sebastian Vettel. Per i primi anni, il tracciato consisteva di chicane tecniche a media velocità, risultando in una bassa velocità media sul giro, ma ‚con le modifiche che si sono susseguite nel tempo, il circuito si è trasformato in un tracciato ad alta velocità.
Come nel 2019, la commissione di gara ha scelto di attivare tre zone DRS, che saranno posizionate nel rettilineo principale del circuito canadese, nell’allungo che porta da curva 7 a 8 e nel rettifilo opposto dalla 11 alla 13. Le celle di rilevamento, due, verranno piazzate poco prima delle curva 6 e 10.

Il “Circuit Gilles Villeneuve” di Montreal in numeri:
- Lunghezza della pista: 4.361 metri
- Numero di giri in gara: 70
- Distanza di gara: 305.270 metri
- Curve: 14, di cui 7 a destra e 7 a sinistra
- Record sul giro in gara: 1:13.078 di Valtteri Bottas (2019, Mercedes)
L’albo d’oro vede come piloti più vincenti su questo circuito Michael Schumacher e Lewis Hamilton, entrambi a 7 vittorie, seguiti da Nelson Piquet con 3 successi, ed Alan Jones, Ayrton Senna e Sebastian Vettel con 2. Una sola vittoria invece per Gilles Villeneuve, Jacques Laffite, René Arnoux, Michele Alboreto, Nigel Mansell, Thierry Boutsen, Gerhard Berger, Alain Prost, Jean Alesi, Damon Hill, Mika Hakkinen, Ralf Schumacher, Kimi Raikkonen, Fernando Alonso, Robert Kubica, Jenson Button e Daniel Ricciardo.
Dal punto di vista dei costruttori, trionfa Ferrari con 11 vittorie in totale, seguita da McLaren a 9, Williams a 7 e Mercedes a 4. Infine, a 2 vittorie, ci sono Brabham, Benetton e Red Bull e ad una Ligier, Renault e BMW Sauber.
In termini di mescole, Pirelli ha scelto le gomme più morbide della gamma, come avvenuto nell’edizione del Gran Premio del Canada 2019 e nei due ultimi Gran Premi di questa stagione: Monaco e Azerbaijan. In altre parole, la scelta è: C3 è il P Zero White hard, C4 è il P Zero Yellow medium e C5 è il P Zero Red soft.

Montreal ha elevati punteggi in termini di trazione e frenata (5/5 nella scala Pirelli) su una superficie in rapida evoluzione (5/5), ma con velocità inferiori e clima più fresco. L’utilizzo delle gomme più morbide è giustificato, invece, dal carattere poco abrasivo dell’asfalto (2/5 sulla scala Pirelli).
Il Gran Premio del Canada riserva diverse incognite: il tempo è spesso variabile, i dati precedenti hanno tre anni e la gamma di pneumatici è completamente diversa da quella del 2019, con nuove mescole e strutture, su una pista che non viene quasi mai utilizzata. A detta di Mario Isola, i piloti dovrebbero trovare mescole più stabili rispetto alla scorsa edizione, con un range di lavoro più ampio, consentendo loro di spingere più forte durante ogni stint, con un rischio molto inferiore di surriscaldamento.
Nel 2019 la strategia vincente è stata quella di una sosta (partenza con la media e seconda parte con la dura), ma Montreal ha un tempo di percorrenza della pita lane di 20 secondi, una durata tra le più corte in calendario, aspetto che potrebbe aprire alcune opzioni diverse in termini di strategie.
Infine, gli orari e le previsioni meteo, che prospettano temperature miti, con possibilità di pioggia il venerdì e il sabato, ma probabile tempo asciutto in occasione della gara.
Di seguito i dettagli da weather.com:
- Venerdì 17 Giugno: temperature max 24°, min 10° — parzialmente nuvoloso e temporali— precipitazioni 82% — umidità 58% — vento a 20 km/h
- Sabato 18 Giugno: temperature max 17°, min 11° — nuvoloso e con possibili piogge — precipitazioni 50% — umidità 56% — vento a 12 km/h
- Domenica 19 Giugno: temperature max 19°, min 11° — nuvoloso — precipitazioni 3% — umidità 40% — vento a 12 km/h
La programmazione:
Venerdì 17 Giugno 2022:
- 20:00 — 21:00 Prove Libere 1 — SKY Sport F1 HD (differita TV8 non prevista)
- 23:00 — 00:00 Prove Libere 2 — SKY Sport F1 HD (differita TV8 non prevista)
Sabato 18 Giugno 2022:
- 18:00 — 19:00 Prove Libere 3 — SKY Sport F1 HD (differita non prevista)
- 22:00 — 23:00 Qualifiche — SKY Sport F1 HD (differita TV8 ore 23:30)
Domenica 19 Giugno 2022:
- 20:00 — 22:00 Gara — SKY Sport F1 HD (differita TV8 ore 21:30)

Ferrari esce da Baku con un pesante doppio zero, dovuto al ritiro di entrambe le vetture per guasti. Persa la leadership sia nei costruttori sia nei piloti, agli uomini de Maranello conviene mettere da parte la classifica e pensare solo a risolvere i problemi riscontrati, per tornare alla vittoria e ricostruire una stagione ancora non del tutto compromessa.
In casa Red Bull il momento è ottimo, con una RB18 che sembra aver trovato ottimi livelli di affidabilità, oltre alla velocità vista fin dalle prima gare. Questi aspetti, uniti ad un Sergio Perez estremamente competitivo al fianco di un Max Verstappen praticamente impeccabile, rendono la vita davvero difficile al team di Maranello.
Mercedes continua questa sua travagliata stagione, tra prestazioni buone ma non di punta e il problema del porpoising, che rende difficile la vita del team, ma soprattutto dei piloti. Le immagini forti viste a Baku, con Toto Wolff che si è scusato con Lewis Hamilton per l’auto che deve guidare e con il sette volte Campione del Mondo che è sceso a fatica dalla sua monoposto, rendono bene l’entità di un problema che difficilmente verrà risolto a breve e che, probabilmente, metterà alla prova gli alfieri Mercedes anche sul veloce circuito canadese.
Il pilota di casa Nicholas Latifi manterrà il proprio sedile anche per questo appuntamento, nonostante le voci che ormai assegnavano il suo posto a Piastri, a causa degli scarsi rendimenti dimostrati in Williams. L’altro pilota canadese, Lance Stroll, presenta invece una situazione più stabile e potrà godersi un Gran Premio di casa con minori pressioni, a bordo di un Aston Martin che a Baku è sembrata finalmente più competitiva.
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