Quando la Williams riporta mestamente ai box la FW14 di Mansell, ci si rende conto che la vettura non ha alcun problema e va perfettamente in moto. Tutto vero: Nigel aveva gettato al vento la vittoria nel Gran Premio del Canada 1991 per salutare la folla nel suo ultimo giro. Ma cosa era successo esattamente?
Nel corso degli anni, grazie ad un layout che facilita incontri particolarmente ravvicinati con le barriere, il circuito di Montreal ha causato numerosi ritiri derivanti da incidenti talvolta paurosi, come quello di Olivier Panis nel 1997 (il francese della Prost rimediò la frattura di entrambe le gambe, ndr) o Robert Kubica nel 2007. Ben nota, inoltre, è la storia del “Muro dei Campioni” in uscita dall’ultima chicane, dove sono andati a sbattere, per citarne solo alcuni, gente come Michael Schumacher, Jacques Villeneuve o Sebastian Vettel. Insomma, in Canada un minimo errore può costare carissimo, come insegna quanto accaduto nell’edizione del 1991 a Nigel Mansell, sebbene in questo caso, la conformazione del circuito e i muri canadesi centrino ben poco.
Trascorsi 68 dei 69 giri previsti, il pilota della Williams era ampiamente in testa alla gara, e gli restavano da percorrere soltanto altri 500 metri prima di tagliare il traguardo, e festeggiare così il primo successo stagionale. Nigel era ormai sicuro di vincere, tant’è che si concesse il lusso di salutare in anticipo la folla festante sugli spalti. Poi, tuttavia, in percorrenza di Curva 10, la sua vettura si spense improvvisamente, non consentendogli di proseguire oltre: l’unica opzione rimasta era parcheggiare al lato della pista, e consegnare la leadership della corsa nelle mani dell’odiato rivale Nelson Piquet, che poté così festeggiare la sua ventitreesima ed ultima vittoria della sua carriera.
Nel paddock, si cercò subito di far luce su cosa fosse successo: alcuni addetti ai lavori criticarono aspramente Mansell per aver spinto inutilmente negli ultimi giri, causando in tal modo la rottura del cambio, altri ipotizzarono che il britannico si fosse maldestramente distratto mentre salutava i tifosi, facendo così spegnere la macchina. Alla stampa, il diretto interessato parlò di “delusione più grande della sua vita dopo il Mondiale perso nel 1986”, mentre la Williams dichiarò che la causa di tutto era stato un guasto di natura elettrica.
Tale giustificazione conteneva un fondo di verità, ma nascondeva quelle che erano le colpe di Mansell, reo di non aver mantenuto i giri del motore sufficientemente alti per mandare in funzione il sistema elettrico e quello idraulico, causando, di conseguenza, il blocco della canna del cambio.
Quando la FW14 fu riportata ai box, infatti, il motore fu riacceso ed il cambio funzionava perfettamente. Per il Leone d’Inghilterra si trattò di un errore banale, ma pagato a caro prezzo, che ancora oggi costituisce uno dei modi più bizzarri, e allo stesso tempo dolorosi, per gettare alle ortiche la vittoria di un Gran Premio.
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