Nel 2005, la Bugatti Veyron fece parlare (e non poco) grandi e piccini, per i numeri da lei proposti. Per la prima volta nella storia, gli esseri umani assistevano infatti alla nascita di una vettura stradale capace di infrangere il muro dei 400 km/h di punta massima. Oggi, attraverso un approfondito viaggio, ripercorriamo la storia, le caratteristiche e le edizioni della prima, indimenticata, hypercar mai costruita, con un focus specifico su una “famiglia” davvero poco conosciuta: la Les Légendes de Bugatti.
Nata nel 2005 dopo anni di tentativi, prove ed infinite correzioni, la Bugatti Veyron 16.4 rappresenta, senza dubbio, la prima, vera hypercar stradale della storia. Il suo colossale motore W16 da 8.0 litri, alloggiato in posizione centrale/posteriore e sovralimentato mediante quattro turbocompressori, le permette di erogare 1.001 cavalli e 1.250 Nm di coppia, utili per raggiungere la fantascientifica velocità di 407 km/h e di scattare da 0 a 100 km/h in appena 2,5 secondi.
Le medesime prestazioni verranno poi offerte dalla configurazione Grand Sport 16.4 (priva di tetto, ndr), disponibile dal 2008. Successivamente, nel 2010, Bugatti toglie i veli alla Veyron Super Sport (seguita dalla versione aperta Grand Sport Vitesse). La vettura, dotata di un W16 da 1.200 cavalli e 1.500 Nm di coppia, avrebbe raggiunto i 431 km/h (limitati elettronicamente a 415 km/h).
Ma la storia della Veyron è costellata dalla nascita di innumerevoli serie limitate e di vere e proprie one-off, nate sulla base di alcune delle 450 unità totali prodotte nel decennio 2005–2015. Per vostra informazione, suddividendo le versioni nelle quattro categorie di cui abbiamo precedentemente parlato, questo è il quadro specifico di produzione:
- Bugatti Veyron 16.4: 252 esemplari
- Bugatti Veyron Grand Sport 16.4: 58 esemplari
- Bugatti Veyron Super Sport: 48 esemplari
- Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse: 92 esemplari
Nello speciale approfondimento che vi proponiamo oggi, ci soffermeremo su una particolare famiglia in serie limitata, basata sulla versione Grand Sport Vitesse da 1.200 cavalli e presentata nel 2013: parliamo della Les Légendes de Bugatti.
Obiettivo della Casa di proprietà del Gruppo Volkswagen, è quello di celebrare la sua storia, esaltando le figure di sei personaggi che, attraverso le loro imprese, hanno reso questo brand uno dei più prestigiosi del panorama automobilistico mondiale. Ad ognuna di queste personalità, sono dedicate 3 vetture, per un totale di 18 esemplari (tra i più esclusivi che si siano mai visti).
Il primo modello della famiglia Les Légendes de Bugatti porta il nome di Veyron Grand Sport Vitesse Jean Pierre Wimille, che rende omaggio all’omonimo ex pilota ufficiale Bugatti, che seppe conquistare la prima vittoria del brand francese alla 24 Ore di Le Mans nel 1937 e, successivamente, anche nel 1939.
Il design trae la sua ispirazione dalla Bugatti Type 57G Tank, con una carrozzeria in fibra di carbonio ricoperta da una colorazione denominata Blue Wimille, che si alterna a sezioni in carbonio a vista in tonalità Dark Blue. Nella sezione inferiore dell’ala mobile posteriore, è dipinto, in argento, il tracciato del circuito di Le Mans, mentre la firma del pilota è incisa al laser sui tappi dei serbatoi di benzina ed olio, tinti in Dark Blue per l’occasione.
L’abitacolo ripropone la doppia tonalità degli esterni, ed è arricchito anch’esso dalla firma del pilota (riportata sui poggiatesta, ndr), da una particolare cucitura che richiama la bandiera francese su volante e leva del cambio e da un esclusivo rilievo raffigurante il famoso pilota in alluminio fresato e lucidato intarsiato sul coperchio in carbonio del vano portaoggetti, collocato tra gli schienali dei sedili.
Altre 3 unità sono invece denominate Veyron Grand Sport Vitesse Jean Bugatti, in onore del figlio maggiore del fondatore dell’azienda, Ettore Bugatti.
Le scelte stilistiche adottate in questo caso richiamano quelle dell’affascinante ed unica Bugatti Type 57SC Atlantic La Volture Noire, andata purtroppo perduta durante il Secondo Conflitto Mondiale ed opera della matita dello stesso Jean Bugatti (assieme ad altri tre esemplari Type 57SC Atlantic). Il corpo sfoggia una cupa colorazione Jet Black Carbon, che coniuga sapientemente sportività ed eleganza, grazie anche all’impiego del costosissimo platino per la realizzazione dell’iconico ferro di cavallo Bugatti, il quale circonda la griglia frontale, e del logo EB applicato sul retro.
Gli pneumatici calzano raffinati cerchi neri con intaglio a diamante, mentre la firma di Jean Bugatti è incisa al laser sui tappi dei serbatoi carburante ed olio, entrambi verniciati in Arctic Grey. Anche gli interni (maniacalmente curati) sono legati alla Type 57SC, con un dominio di pelle in sfumature beige e marrone. Sulle portiere e sul coperchio del vano portaoggetti è ricamata la sagoma della Atlantic, mentre il logo EB, posizionato sul volante, è in platino, con una leva del cambio realizzata in pregiato legno di palissandro.
A Meo Costantini è invece dedicata la Veyron Grand Sport Vitesse Meo Costantini, amico di Ettore Bugatti e capo del team ufficiale. L’ispirazione, questa volta, arriva dalla Bugatti Type 35, vittoriosa per ben due volte alla Targa Florio di Sicilia. Esteticamente rivolta ai colori da corsa francesi, questa Les Légendes combina una tinta Bugatti Dark Blue Sport a possenti passaruota (con portiere in alluminio lucidato) realizzati a mano.
Anche in questo caso, il profilo dello storico circuito appare in blu sul lato inferiore argentato dell’alettone di coda, mentre la firma di Meo Costantini è incisa al laser sui tappi di serbatoio benzina ed olio, verniciati in Silver, ed è riportata anche sui poggiatesta, che sovrastano il portaoggetti dove, invece, appare il circuito della Targa Florio in alluminio fresato e lucidato. In tutto l’ambiente sono poi riportate, con incisioni al laser, i momenti più gloriosi della carriera agonistica di Meo Costantini.
La nostra rassegna prosegue con la Veyron Grand Sport Vitesse Rembrandt Bugatti, dedicata al fratello di Ettore Bugatti, divenuto famoso per le sue grandi capacità scultoree. Sua, infatti, la realizzazione dell’elefante danzante che appare sul tappo del radiatore della Bugatti Type 41 Royale, divenuto simbolo identificativo di questa serie speciale Les Légendes.
La maggior parte della carrozzeria ha ricevuto un trattamento Bronze Carbon, che si sposa con una sezione inferiore in un tenue Light Brown. Anche qui, il ferro di cavallo della griglia anteriore è in costosissimo platino, come anche il logo EB posto sul retro. Davvero unici e particolari, sono i cerchi color marrone scuro Firefinch e marrone chiaro Noix. Immancabili, le firme del personaggio sui tappi del serbatoio della benzina e dell’olio, entrambi tinti in Dark Brown.
L’abitacolo è una continuazione cromatica dell’esterno, arricchito dalla presenza del rappresentativo elefante costituito da bronzo fuso. Particolarità di questi tre esemplari, è la pelle intrecciata presente sui pannelli delle portiere, che presenta differenti tonalità di marrone.
È ora il turno di un’altra versione dai toni scuri, la Veyron Grand Sport Vitesse Black Bess, che riprende il soprannome associato alla Bugatti Type 18, una delle prime supercar omologate per circolare su strada, il cui proprietario, il pilota dell’aviazione francese Roland Garros, divenne famoso per aver attraversato il Mar Mediterraneo in aereo nel 1913.
L’impatto visivo di questa variante è notevole, grazie alla colorazione Black Carbon impreziosita da elementi in oro 24 carati, come il ferro di cavallo della griglia frontale, i coprimozzi dei cerchi in lega e le strisce che si irradiano dai fari anteriori fino ai montanti del parabrezza. Ben visibili e contrastanti, inoltre, le potenti pinze freno rosse.
Il nome Black Bess è inciso sui tappi dei bocchettoni di benzina ed olio, dipinti in tonalità Gold. A contrasto con la carrozzeria, troviamo interni in gran parte chiari, con raffigurazioni ad inchiostro sui pannelli porta della Bugatti Type 18 e dell’aereo di Roland Garros.
Il nostro viaggio alla scoperta dei modelli che compongono la famiglia Les Légendes de Bugatti si conclude con la sesta ed ultima special edition che porta, con orgoglio, il nome di Veyron Grand Sport Vitesse Ettore Bugatti. Si tratta, sicuramente, del modello più rappresentativo, in quanto onora il fondatore di questo incredibile brand, riconosciuto ed apprezzato in tutto il mondo per il suo desiderio di creare vere e proprie opere d’arte ad alto contenuto tecnologico.
La progenitrice a cui si ispirano questi ultimi tre esemplari è l’imponente Bugatti Type 41 Royale: abbiamo infatti una sezione frontale in alluminio lucidato a mano, rivestito da una speciale vernice trasparente, ed una zona posteriore in Bugatti Dark Blue Carbon. Questi elementi introducono il modello in questione, che sfoggia cerchi da un design appositamente studiato e basato sulle famose e storiche ruote in alluminio della casa. Il platino domina il frontale, andando a costituire l’arco a forma di ferro di cavallo, e viene utilizzato anche per il logo EB presente nella parte posteriore. Le firme di Ettore Bugatti sono incise al laser sui tappi Silver dei serbatoi di carburante ed olio.
Qui, per la prima volta, Bugatti utilizza due tipi di pellami per gli interni: quella di vitello (tradizionale) e la esclusiva pelle Cordovan, la quale richiede un complesso, paziente e scrupoloso lavoro di preparazione di almeno sei mesi. L’elefante danzante, disegnato dal fratello Rembrandt, è qui rivestito in platino ed intarsiato sul coperchio del vano portaoggetti.
Quelle raccontatevi sono vere e proprie opere d’arte, destinate ad assumere un valore sensazionale nel corso degli anni. Speriamo, nel nostro racconto, di essere stati all’altezza dei modelli citati.
Ph. Bugatti ©