La bagnatissima domenica di Monte-Carlo lasciava presagire una gara “pazza”, che avrebbe potuto rimescolare in modo significativo gli equilibri in Formula 1, sia dentro che fuori le squadre. A conti fatti, invece, tolti i colpi di scena al vertice che hanno fornito la vittoria a Perez sul piatto d’argento, il Gran Premio di Monaco non ha fatto che confermare i rapporti di forza visti nei precedenti sei appuntamenti. Anche e soprattutto in casa McLaren, il copione si è ripetuto: Lando Norris a punti nonostante una forma fisica non ancora al top, Daniel Ricciardo tredicesimo e incapace di qualsiasi forma di reazione, nel momento in cui si sta giocando in modo definitivo il suo futuro nella massima serie, come sottolineato di recente anche da Zak Brown e Jacques Villeneuve.
Alla vigilia del week-end monegasco, il CEO di Woking, Zak Brown, ha risposto in modo ambiguo alle domande relative ad una possibile rescissione anticipata con il pilota australiano:
“Non voglio entrare nei dettagli del contratto, ma ci sono dei meccanismi in cui le due parti hanno reciproci impegni precisi ed altre meno. Ne ho parlato con Daniel, non stiamo ottenendo i risultati che entrambi speravamo, ma stiamo spingendo e continueremo a farlo”.
Ricciardo è attualmente uno dei cinque piloti più pagati del paddock, condizione sempre più difficile da giustificare di fronte a performance purtroppo sempre più deludenti. La sua rovinosa uscita di pista all’inizio della sessione di FP2 del Gran Premio del Principe Alberto, costata budget e lavoro extra al suo team, non aiuta a tenere in vita quel rapporto con gli uomini color papaya, che sembra deteriorarsi ogni giorno di più.

A rincarare la dose ci ha pensato anche Jacques Villeneuve, che ha commentato con durezza i risultati dell’australiano dopo l’ennesima debacle di Monaco:
“Il tempo di Daniel Ricciardo in McLaren è finito. Zak Brown sta già dicendo che ci sono clausole nel contratto e questo significa che la decisione è stata quasi presa. È un modo per mettere pressione sul pilota e preparare i media. Alla fine, è un pilota pagato a caro prezzo che costa alla squadra un sacco di soldi. Non porta punti, né ha la velocità di cui il team ha bisogno per sviluppare la macchina, quindi costa loro denaro. Sarebbe più economico continuare a pagare lo stipendio di Ricciardo, farlo sedere sul divano di casa e mettere un altro autista in macchina. È la dura realtà, ma questa è la Formula 1”.
Lo scorso anno la squadra, e lo stesso Daniel, avevano imputato la differenza di performance tra i due piloti a problemi di adattamento, con una MCL35 che sembrava premiare maggiormente l’uso di freni e cambio fatto da Lando Norris, proveniente già da due stagioni come titolare sulla monoposto di Woking. Il trentaduenne di Perth tendeva, infatti, ad anticipare rispetto al compagno l’uso del freno, del cambio e la sterzata, generando staccate molto dolci che non portavano mai al bloccaggio o alla perdita del retrotreno, facendo dell’inserimento in curva uno dei suoi punti di forza, soprattutto nelle sue stagioni in Red Bull.
Se l’anno scorso l’auto era stata probabilmente cucita su misura per Lando, quest’anno entrambi i piloti partivano da zero, con una MCL36 di nuova concezione, per andare incontro ai cambi di regolamento. In queste condizioni, ci si aspettava che Daniel potesse far valere la propria esperienza e ripartire da capo, confermando di poter portare a casa risultati importanti per la squadra e di poter essere il loro punto di riferimento. Ad oggi, invece, è il giovane pilota inglese a portare sulle spalle la responsabilità di un team, per cui ormai rappresenta un punto fermo fino al 2025.

Ancora una volta, menzione d’onore proprio per Lando, che nonostante la coda di quella tonsillite che lo ha estremamente provato in Spagna, a Monte-Carlo è riuscito concludere per la quinta volta nella top eight sulle sette gare disputate. Risultato molto buono per il bilancio del team, che però Norris ha commentato con una nota di amarezza per aver perso la posizione con Russell.
Il terzo posto in classifica costruttori, attualmente nelle mani di Mercedes, è ormai lontano 75 punti per McLaren, che ora deve guardarsi le spalle da Alfa Romeo, a ‑18. Per farlo, però, serve un Daniel Ricciardo reattivo e capace di entrare in zona punti. Ci sono ancora 15 appuntamenti, ma urge una reazione positiva immediata, anche per salvare una carriera sempre più in bilico.
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