Era carica di speranze l’atmosfera che aleggiava nel box Mercedes dopo il week-end in terra spagnola, che aveva visto la W13 destreggiarsi tra avversari degni delle sue antenate: quanto riscontrato, tuttavia, sul tracciato di Monaco, lascia pensare che il team di Brackley non abbia giocato bene le proprie carte.
Sono durati poco i sorrisi sul volto degli uomini di casa Mercedes, che, alla vigilia del week-end terminato con un quanto mai chiacchierato Gran Premio di Monte-Carlo, si erano detti ottimisti riguardo alle prestazioni che la W13 avrebbe potuto portare in pista appuntamento dopo appuntamento dal momento che, i problemi che maggiormente l’avevano tormentata almeno fino a Miami, sembravano ormai acqua passata. Il tortuoso tracciato cittadino del Principato, però, ha giocato un brutto scherzo al team di Brackley, che si è ritrovato a fare i conti con diversi scheletri nell’armadio: primo fra tutti il fenomeno del porpoising, tornato a gravare sulle spalle dei due alfieri della Stella, che è andato ad aggiungersi agli avvallamenti presenti sull’asfalto cittadino di Monaco, portando il duo britannico ad un saltellamento insistente per l’intera durata del fine settimana.

Ciò nonostante, a dimostrazione del fatto che i vertici della casa automobilistica otto volte iridata non riponessero, già alla vigilia della tre giorni in suolo monegasco, la massima fiducia nelle performance della monoposto, è arrivato anche un cambio Power Unit volto, principalmente, a preservare il propulsore inaugurato a Barcellona per il futuro: entrambe le Frecce d’Argento, infatti, hanno corso le sessioni del sabato e la gara di domenica con il motore utilizzato nei precedenti cinque appuntamenti. Su una pista che necessita di una quantità di potenza relativamente minima come quella presieduta immancabilmente da S.A.S. Principe Alberto, gli ingegneri in argento hanno preferito, dunque, non correre rischi, in un’annata già fortemente compromessa sia in materia prettamente tecnica che economica.

Ancora una volta, a sorprendere sono la costanza e la caparbietà portate nell’abitacolo da un George Russell che pare voglia consacrarsi definitivamente come uno tra i giovani talenti cristallini di questa nuova Formula 1. Dall’altra parte, invece, troviamo un Lewis Hamilton sempre meno incisivo, tormentato anche da numerose sfortune che si sono presentate alla sua porta in fila indiana durante tutto il week-end .
Tuttavia, ciò che probabilmente preoccuperà la compagine anglo-tedesca, è il prossimo avvento del secondo circuito cittadino in lista: come da qualche anno a questa parte, difatti, Baku si prepara ad accogliere la massima categoria sulle sue strade di città, che, dopo quanto visto finora, potrebbero rivelarsi uno snodo decisivo per le ambizioni del muretto Campione del Mondo per questo 2022. Dopo un terzo del campionato già alle nostre spalle, sarà fondamentale portare in pista risposte concrete e durature se si vuole azzardare, perlomeno, una corsa al podio, tanto nelle singole occasioni quanto nella classifica finale: accontentarsi, dopo un’era ibrida dominata indiscutibilmente, non può essere la parola d’ordine.
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