Sergio Perez vince il Gran Premio di Monaco, in una corsa caratterizzata prima dall’imprevedibilità della pioggia e poi dagli errori del muretto Ferrari che, con una strategia errata, regala a Red Bull la possibilità di trionfare nella gara più glamour e prestigiosa dell’anno.
1. BOTTA E RISPOSTA. La botta era arrivata a Barcellona, quando il muretto gli chiese di cedere la posizione a Verstappen, nel momento in cui il buon Checo era pienamente in lotta per la vittoria di tappa. Dal Montmelò, il messicano era uscito furibondo e pronto a dare risposte a tutti i suoi detrattori. Detto, fatto. Arriva Monaco e fin dal venerdì Perez è più veloce di Verstappen, si trova meglio con la RB18 e si qualifica davanti al compagno. In gara sfrutta il pacco regalo di Ferrari e porta a casa una vittoria fondamentale che lo riavvicina prepotentemente alla testa della classifica. Se vorrà tenere vivo il sogno, il ritmo dovrà essere questo, con la consapevolezza che potrebbe comunque non bastare.
2. CHARLES E MONACO… La saga continua. Del muretto Ferrari parliamo dopo, però la sfortuna che questo ragazzo accumula a Monaco, anno dopo anno, non ha eguali. Se l’anno scorso l’errore è stato suo, quest’anno non ha proprio sbagliato nulla, anzi. Era primissimo, con un gap confortevole, bravo a gestire la partenza con la pioggia e totalmente in controllo della corsa, quando, all’improvviso, una decisione scellerata gli ha rovinato gara e week-end. Per il resto nulla da dire, questa volta Charles è stato vittima del suo stesso team.

3. HARAKIRI. Perchè? Perchè far rientrare Leclerc prima di Sainz? E soprattutto, se proprio deve rientrare prima Leclerc, perchè aspettare così tanto tempo per richiamarlo ai box? A maggior ragione se dopo un paio di giri lo obblighi ad una seconda sosta per montare la gomma da asciutto. La domenica del muretto Ferrari è priva di alcun senso logico. Non esiste perdere una vittoria a Monaco dopo che hai conquistato la pole, ancor di più se hai entrambi i piloti in prima fila. In un qualche modo devi vincere, anzi, non puoi non vincere. E invece la Rossa riesce nell’ardua impresa, rovinando la gara di Leclerc con un doppio pit-stop ai limiti dell’assurdo. Se si vuole vincere il Mondiale tutto ciò non è nemmeno pensabile.
4. SON SEMPRE QUI. Stiamo parlando di George Russell, e di chi altri sennò? Il pilota inglese è, attualmente, la perfetta definizione di costanza. Non sbaglia un colpo. Se la Mercedes gli offre la possibilità di arrivare in top five lui non manca mai la performance. In un momento così difficile, massimizzare è la parola d’ordine e Russell sta riuscendo perfettamente nell’impresa. Si tratta dell’unico pilota in grado di terminare in top-five tutte le gare della stagione. Magari non ha la vettura per vincere, però mica male come prima stagione in Mercedes, anche perché se guardiamo dall’altra parte del garage c’è tutto fuorché da sorridere.

5. BENE MA NON BENISSIMO. Direzione gara discutibile in quel di Monaco. Senza parlare delle potenziali penalità, perché si entrerebbe in un loop infinito senza uscita, ciò che più fa storcere il naso è senza alcun dubbio la seconda ripartenza. Da quando in qua con pista umida si parte con la Safety Car? Non pioveva, la pista si stava asciugando, dove erano le condizioni estreme? Va benissimo la sicurezza, infatti la decisione di non partire alle 15:00 è sacrosanta, però nel secondo caso si è esagerato. Le condizioni per una normalissima standing start c’erano tutte e, in più, in questo modo è stato tolto agli appassionati l’unico spettacolo che questa gara potesse offrire: la partenza.
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