Daniel Ricciardo ha concluso in dodicesima posizione il Gran Premio di Spagna, lontano dalla zona punti e dal compagno di squadra, che di punti ne ha conquistati ben quattro, nonostante una diagnosi di tonsillite, che ha reso le sue gesta quasi eroiche. Ora ci avviciniamo al week-end di Monaco, sede di gioie e dolori per il trentaduenne australiano: vittorioso nel 2018 dopo una gara esemplare, del tutto deludente nell’edizione 2021, in cui si è visto addirittura doppiare dall’altra McLaren di Lando Norris. Che reazione dobbiamo aspettarci da Daniel nell’imminente appuntamento monegasco? E quali sono le sue prospettive future?
Ricciardo ha sempre dichiarato di avere un animale preferito, in cui si identifica: il tasso del miele. È un animale caratterizzato da un aspetto dolce e accogliente, ma che sa essere estremamente aggressivo e impavido quando si tratta di difendere il proprio territorio. Il pilota di Perth si è sempre mostrato così nella prima parte della sua carriera: tanto sorridente, positivo e corretto nel paddock, quanto aggressivo, veloce e instancabile in pista.
L’esordio di Daniel in Formula 1 risale al 2011, quando, da test driver della Toro Rosso, ha l’occasione di gareggiare, a stagione iniziata, per la poco competitiva HRT. Per l’anno successivo si guadagna un sedile da titolare alla Toro Rosso, dove rimane, ottenendo diversi buoni risultati, fino a fine 2013. Nel 2014 viene promosso e approda nel team Red Bull, dove può finalmente sfoggiare tutto il suo talento.

Il pilota numero 3 ottiene tre vittorie quell’anno e chiude il Campionato in terza posizione, con 238 punti. Dopo una stagione 2015 un po’ sottotono, complice anche una RB11 non troppo competitiva, torna al terzo posto iridato nel 2016 con 256 punti. Nel frattempo però, deve vedersela con il nuovo pupillo di casa Red Bull, Max Verstappen, che la squadra sembra privilegiare. Ricciardo ottiene ancora due vittorie nel 2018, a Shangai e Monaco, ma i rapporti con il team iniziano a deteriorarsi fino al punto di rottura a Baku, in cui il contatto tra i due piloti causa il ritiro di entrambe le monoposto.
Per l’anno successivo Daniel accetta la proposta di Renault, dove resta per le stagioni 2019 e 2020, riuscendo ad ottenere anche due terzi posti. Il pilota di Perth però spera ancora nella possibilità di un titolo iridato, che vede difficile ottenere in Renault, pertanto accetta la proposta di McLaren per il 2021.
Nel team di Woking fatica molto all’inizio, con una prima parte di stagione all’ombra del compagno di squadra Lando Norris. Nella seconda metà sembra, però esserci, una ripresa, con addirittura una vittoria nel Gran Premio di Monza, che ridona speranza a lui e ai suoi tifosi.
Il cambio di regolamento del 2022 vede però cancellato questo apparente recupero, con risultati per nulla soddisfacenti da parte di Ricciardo e un distacco di 28 punti dal compagno di squadra, collezionato in sole sei gare. È un Daniel Ricciardo arrendevole e poco positivo, lontano dal pilota sorridente e tenace in cui tutti credevano e in cui McLaren stessa ha creduto e investito. Fa davvero male al cuore vederlo così, perso e incapace di capire cosa lo stia rendendo così lento.

A rincarare la dose ci ha pensato Zak Brown, CEO di McLaren che, intervistato da Sky Sport UK, si è espresso come segue sulla questione:
“Lando ha sicuramente una marcia in più. Ovviamente vorremmo vedere Daniel molto più vicino a Norris, in modo da gustarci una bella battaglia all’interno della squadra. Daniel non si sente ancora a suo agio con la macchina, stiamo facendo tutto il possibile. Ma ancora una volta è stato un week-end deludente per lui. A parte la vittoria di Monza e qualche gara, in generale non ha soddisfatto le sue e le nostre aspettative. Credo che tutto ciò che si possa fare sia continuare a lavorare duramente, parlarci, spingere e sperare che tutti i problemi si risolvano. Il suo divario con Lando, però, dimostra anche quanto sia forte Norris”.
Il contratto di Ricciardo con la scuderia di Woking termina alla fine della stagione 2023. Certamente il trentaduenne di Perth concluderà il Campionato 2022, ma non è totalmente da escludere un addio anticipato al termine della stagione, se i risultati continueranno ad essere insoddisfacenti. A quel punto, che sia fine 2022 o 2023, se non vi sarà un cambio di rotta, sarà difficile per il pilota australiano avere un sedile e continuare la propria carriera in Formula 1.
Il tempo per correggere il tiro c’è, ma serve una reazione immediata, che purtroppo risulta difficile dal momento che non sembra esserci una visione lucida dei motivi di questa debacle.
Nonostante tutto, continuiamo a sperare in una rinascita, in un recupero che possa donare nuovamente speranza a questo ragazzo e che possa salvare una carriera, altrimenti destinata a concludersi in modo estremamente doloroso.