Nonostante il doloroso ritiro della Ferrari di Charles Leclerc, arrivato nel corso del Gran Premio di Spagna, quelle mostrate da una rinnovata F1-75 sono delle doti degne di questo combattuto Mondiale. A dimostrazione che, pur di vincere una guerra, bisogna anche essere disposti a perdere qualche battaglia.
DNF, o, per esteso, Did Not Finish. Da qualsiasi verso la si legga, è una sigla che non fa mai piacere a chi, soprattutto se in una condizione di elevata competitività, è costretto ad uno stop forzato per una ragione che non dipende direttamente da circostanze controllabili dalla propria persona. Si tratta esattamente di quanto accaduto a Charles Leclerc che, nonostante una partenza perfetta, un ritmo di gara eccellente e una sosta ai box impeccabile tanto per strategia quanto per esecuzione, ha dovuto alzare bandiera bianca a causa di problemi al turbocompressore e all’MGU‑H che, per inciso, sono stati dichiarati irrimediabilmente danneggiati e, per questo, non riparabili in vista dell’ormai prossimo Gran Premio di Monaco.
A seguito di tale episodio, in realtà del tutto normale e preventivabile nell’affannoso, tiratissimo e imprevedibile mondo delle competizioni motoristiche, fortissima e variegata è stata la reazione del popolo ferrarista che, come ben noto, è spesso vittima di una cupidigia talmente forte da far impallidire Giacomo Leopardi e il suo “pessimismo cosmico”. Considerazioni ironiche a parte, ondate di negatività come queste sono, almeno al momento, completamente ingiustificate. Ma perché?

Innanzitutto, perché il campionato è ancora troppo lungo per trarre conclusioni affrettate in una calda domenica di Maggio. L’affidabilità, per quanto migliorabile e calcolabile a priori, almeno sotto il profilo probabilistico e attraverso apposite analisi consistenti in metodi che prevedono lo studio di cause incidentali e di alberi degli eventi che portano, una volta finalizzate, all’individuazione dei componenti più deboli su cui investire, resta pur sempre un valore soggetto ad una volatilità che aumenta all’incrementare delle variabili in gioco. Basti pensare a quanto accorso a Max Verstappen che, in due occasioni su sei, ha ottenuto un DNF per problemi di varia natura e tra i quali si menzionano i più volte discussi e approfonditi inconvenienti al sistema di alimentazione, più volte vessato da guasti legati ad alcune variazioni apportate in fase di aggiornamento pre-campionato che hanno interessato la Power Unit.
In secondo luogo e, forse con ancor più importanza, perché bisogna tenere in considerazione quelli che sono stati i progressi mostrati dalla Ferrari, almeno nelle mani del monegasco, durante il fine-settimana catalano. Gli aggiornamenti portati, costituiti da un nuovo alettone posteriore di diverso profilo, nuove pance dalla sagoma esterna e dalla zona Coca-Cola entrambe più rastremate e da un nuovo alettone anteriore dal marcato effetto outwash, hanno permesso di ottenere miglioramenti significativi in diverse aree precedentemente afflitte da alcuni problemi, soprattutto se paragonate a quelle in cui la Red Bull eccelleva con la sua velocissima RB18.

Nello specifico, grazie ad una riduzione della sezione frontale direttamente dovuta alla minor ingombro laterale delle pance che, tuttavia, non rinunciano al concetto di base costituito dal profondo scavo superiore, nonché al contributo dato dalla più evidente rastremazione dei profili esterni dell’ala anteriore e alla maggior elongazione dell’estradosso del main-plane, ovvero l’elemento principale dell’alettone posteriore, è stato possibile ridurre la resistenza all’avanzamento senza, tuttavia, inficiare il carico aerodinamico complessivo, vero punto di forza della F1-75. Unitamente a ciò, vanno menzionate le importantissime variazioni disposte sul nuovo fondo, ora dotato di una più marcata strozza centrale e di una più repentina e ripida rampa del diffusore, che permettono di aumentare ulteriormente la downforce e di ridurre il drag attraverso una miglior interazione col fondo stradale grazie ad una ridotta altezza da terra, con conseguente ed evidente riduzione dell’effetto porpoising.
Per quanto il feeling mostrato da Carlos Sainz sia ancora lontano dall’esser soddisfacente, la vettura di Maranello è parsa essere in grande spolvero tanto sotto il profilo velocistico, quanto sotto quello dei consumi delle mescole, che è risultato ottimizzato dalle nuove migliorie apportate e, tutto, senza penalizzazioni sulla prestazione in qualifica. E ciò, tanto in vista del prosieguo del campionato, quanto del vicinissimo appuntamento sul breve e tortuoso tracciato monegasco, potrebbe far decisamente ben sperare.
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