L’unico brivido per Sainz, in un Gran Premio di Miami che non lo ha visto brillare, arriva alla tornata 52, quando Perez gli sferra un attacco sul rettilineo principale, per prendersi la terza posizione. Carlos, intelligentemente, lo fa sfilare, incrociando successivamente la traiettoria e tenendosi il podio.
Errori e sfortuna stanno caratterizzando questo inizio di stagione di Carlos Sainz, ed anche l’ultimo week-end americano non ha fatto eccezione. L’impatto sul muro nelle libere del venerdì non ha certo aiutato il ferrarista ad apprendere una pista nuova per tutti, in cui il gap con le Red Bull era ridotto all’osso. In gara, ad eccezione di una partenza timida che lo ha visto soccombere al più intraprendente Verstappen, Sainz ha corso senza infamia e senza lode, tenendo dietro un Perez comunque rallentato da problemi alla Power Unit.
Tutto tranquillo quindi, fino al giro 52, quando Sainz si guadagna il podio con una mossa astuta e per nulla semplice. Perez tenta un sorpasso da cuori forti alla prima curva, tirando una staccata praticamente impossibile allo spagnolo. Sainz imposta la curva ma vede nello specchietto retrovisore un proiettile blu che si lancia all’interno. Con una manovra mirata e delicata, sia sui freni che sullo sterzo, Sainz raddrizza senza mollare il freno, aprendo lo sterzo quel tanto che basta per schivare la vettura del messicano in procinto di abbattersi contro la Rossa ed evitare al contempo di farsi trascinare in una staccata troppo lunga. Tra l’anteriore destra della Red Bull e l’anteriore sinistra della Ferrari non passa un’unghia.
Una volta sfilato, a ruote bloccate, Perez, Sainz va un pelo più deciso sul freno prima di mollarlo e buttarsi dentro Curva 1 incrociando la traiettoria del numero 11 e scappando via e permettendo a tutti i tifosi di tirare un sospiro di sollievo. Perché, diciamolo pure, avere Perez così attaccato non era la cosa più rassicurante su questo pianeta, considerando anche gli eventi non proprio favorevoli che stanno colpendo il pilota di Madrid.
Furbo, preciso e combattivo, come lo abbiamo visto nelle ultime due stagioni in McLaren. Un podio che regala fiducia e morale, in attesa di vederlo sul gradino più alto del podio per spezzare la maledizione della prima vittoria.
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