Il primo dei due appuntamenti in suolo americano è ufficialmente andato in porto e, ancora una volta, George Russell ha compiuto una magia, risalendo fino alla quinta piazza dopo aver mancato l’accesso in Q3 ed essersi qualificato in dodicesima posizione. In risposta, dopo un sabato sera promettente, Lewis Hamilton non si è allontanato dal sesto posto per l’intero week-end. Nonostante tutto, però, gli uomini della Stella possono sorridere, dal momento che la W13 sembra essere stata indirizzata, finalmente, verso la retta via.
Se potessimo chiedere al Dante di turno con quali parole descriverebbe questo avvio di stagione in casa Mercedes, le prima parole che riuscirebbe a trovare sarebbero “selva oscura”: un bosco intricato, attraversato da una ripida salita e poi giù, tra dolori e peccati. Nonostante un bottino di punti sicuramente positivo se messo a confronto con le ultime uscite, resta un po’ di amaro in bocca se si pensa al potenziale espresso nel corso del fine settimana, certamente non ai livelli delle scuderie di vertice, ma abbastanza da affermare la Stella come terza forza di questo campionato.
Ad aiutare sensibilmente le Frecce d’Argento sul circuito appena inaugurato di Miami sono state le alte temperature, tanto dell’aria quanto dell’asfalto, che hanno superato, rispettivamente, i 30°C e i 50°C: questo ha attenuato una delle maggiori problematiche riscontrate fin qui dal box argenteo, ovvero riuscire a mandare in temperatura le gomme con efficacia. Da aggiungere, poi, alla lista dei pro rilevati sul tracciato costruito in Florida è stata la riduzione significativa del porpoising, che sebbene non sia ancora stato del tutto eliminato, piano piano, sembra pronto ad abbandonare la W13 una volta per tutte.
A tal proposito, stando a quanto dichiarato da Sam Collins, analista tecnico per Formula 1, la scuderia otto volte consecutivamente Campione del Mondo è riuscita a trovare un’area grigia all’interno del regolamento, che le ha permesso di eseguire alcune piccole modifiche sull’ala anteriore: nonostante gli ingegneri iridati siano restii a commentare tali aggiornamenti, gli studi di Collins sembrano confermare un trend in miglioramento per quanto riguarda il saltellamento in rettilineo, dovuto principalmente alla riduzione del drag e ad un maggiore equilibrio di downforce. Dopo le qualifiche, tuttavia, con l’aumento del carico di benzina per completare i 57 passaggi sotto la bandiera, il fenomeno è apparso nuovamente, portando a credere che le sole innovazioni tecniche apportate alla monoposto nativa di Brackley non siano abbastanza.
Ciò che, però, sembra mancare al muretto della compagine tedesca è la comunicazione tra team e piloti: in particolare, ad essere protagonista dell’ennesimo malinteso con gli uomini del suo lato box è stato Lewis Hamilton, fregato dall’arrivo della dea bendata in circostanze poco favorevoli. Quando chiesti al fuoriclasse di Stevenage chiarimenti su tale conversazione, il numero 44 ha spiegato così il fraintendimento tra le due parti:
“Onestamente, non so se avremmo potuto risalire la griglia e fare meglio: in questi casi, non ho indizi su dove si trovino gli altri, quindi nel momento in cui il team mi ha detto che entrare in pit lane o meno era una mia scelta, ho risposto che non avevo le informazioni necessarie per prendere quella decisione. È questo il loro lavoro, prendere questo tipo di decisioni per me. Sono loro ad avere tutti i dettagli, non io”.
Se, invece, ci spostiamo sul fronte del numero 63 del team della Stella, troviamo nuovamente un Russell estremamente cinico e paziente, capace di sfruttare ogni singola occasione che la fortuna gli pone davanti: il giovane inglese, difatti, si è dimostrato capace di arrivare in top five in tutti i Gran Premi dell’anno, con una media punti ben al di sopra delle aspettative se paragonata a quella del suo compagno di squadra, maggiormente in difficoltà.
Se si guarda al calendario, gli animi di tutti i tifosi e gli addetti ai lavori fremono nel sapere che l’attenzione di tutti si è già spostata dalla calda Miami alla storica Barcellona, terra che, da sempre, porta con sé rovesciamenti e mutamenti sostanziali nelle venti vetture in competizione che si contendono il titolo: riuscirà la Mercedes a rimettere insieme i pezzi in vista di un Gran Premio di Spagna che, nelle cinque edizioni passate, ha avuto proprio nella compagine con sede nel Regno Unito la sua assoluta dominatrice? Oppure il duo inglese sarà costretto ad un prolungamento di magra per l’ennesimo week-end?
Ph. Daimler AG ©