Non sembra trovare fine il circolo vizioso di prestazioni poco promettenti in casa Mercedes. È il solo pupillo delle Frecce d’Argento, George Russell, a portare sulle sue spalle il peso di una classifica poco veritiera, se si guarda alle effettive capacità dimostrate dalla vettura scesa in pista in questo primo mese di corse. Ma soprattutto, ci si chiede: dove è finito Lewis Hamilton?

“Scusa per quel­lo che hai dovu­to guidare oggi. So che ques­ta macchi­na era inguid­abile e questo non è quel­lo che meri­ti­amo di ottenere come risul­ta­to. Ripar­tire­mo da qui, ma ques­ta è sta­ta una gara terribile”.

Bastereb­bero queste scuse des­olan­ti e prive di ogni accen­no al pos­i­ti­vo, fir­mate Toto Wolff e riv­olte e Lewis Hamil­ton, per descri­vere il week-end di Imo­la in casa Mer­cedes, se non fos­se per l’enorme divario osser­va­to tra le W13 del sette volte irida­to e George Rus­sell: l’una “inguid­abile”, doppi­a­ta da chi, pochi mesi pri­ma, si bat­te­va con lei fino all’ultimo pun­to per la con­quista del tito­lo; l’altra capace di risalire la mis­chia fino a portare a casa la medaglia di leg­no, per un quar­to piaz­za­men­to insper­a­to alla vig­ilia di questo fine set­ti­mana. A stare sul col­lo del­la line-up del­la Stel­la è sta­to, anco­ra una vol­ta, un por­pois­ing insis­tente in ret­ti­li­neo, uni­to alla forte dif­fi­coltà nel portare in tem­per­atu­ra le gomme, tan­to le slick quan­to quelle da bagnato.

A det­ta di Andrew Shovlin, la crea­tu­ra delle Frec­ce d’Argento è sta­ta sot­to­pos­ta a min­i­mi cam­bi­a­men­ti nel cor­so del­la tre giorni del San­ter­no, tut­ti volti a miglio­rare, nel­la loro total­ità, i flus­si d’aria: sec­on­do il capo degli ingeg­neri del box otto volte irida­to, le mod­i­fiche appor­tate al deflet­tore sul trac­cia­to inti­to­la­to a Enzo e Dino Fer­rari sono un qual­cosa che vedremo con mol­ta fre­quen­za, in un futuro prossi­mo, anche sulle livree delle rima­nen­ti nove scud­erie, dal momen­to che aiuterebbe sen­si­bil­mente l’ef­fi­cien­za del­la quattroruote.

Per quan­to riguar­da il saltel­la­men­to anco­ra per­sis­tente sul­la W13, invece, il box del­la Stel­la sem­bra stia lavo­ran­do ad un pac­chet­to di inno­vazioni che sarà disponi­bile sulle vet­ture argen­tee, con mol­ta prob­a­bil­ità, a par­tire dalle prossime due gare in pro­gram­ma per quest’anno, che si cor­reran­no sul cir­cuito tut­to da sco­prire di Mia­mi e sull’ormai clas­si­co lay­out di Cat­a­logna. Stan­do alle seguen­ti dichiarazioni di Toto Wolff, tut­tavia, questo non sarà pos­si­bile se pri­ma non si risolver­an­no le com­p­lessità ormai note alla com­pagine da lui capitanata:

“Cre­di­amo molto nel fat­to che il lavoro che sti­amo attuan­do ora ci aiuterà, nell’effettivo, a man­tenere la vet­tura più in bas­so pos­si­bile. A causa del por­pois­ing, non siamo in gra­do di far­la fun­zionare come vor­rem­mo e questo ha gran­di con­seguen­ze sul set-up, sul grip delle gomme e su tut­to il resto. Se rius­cire­mo a venire a capo del saltel­la­men­to in ret­ti­li­neo, sbloc­cher­e­mo molto di più in ter­mi­ni di tem­po sul giro. Se non ne sare­mo in gra­do, invece, urge trovare un’altra soluzione”.

Cam­bian­do spon­da al muret­to natio di Brack­ley, gli ani­mi risul­tano, sen­za ombra di dub­bio, meno tor­men­tati: nonos­tante George Rus­sell non avesse sicu­ra­mente fir­ma­to per accon­tentar­si di una quar­ta posizione, al momen­to pare essere il vero e pro­prio cap­i­tano di un team spes­so allo sbaraglio. A fare da cus­cinet­to alle batoste subite dal­la squadra in questo avvio di 2022, stan­do alle parole del gio­vane tal­en­to bri­tan­ni­co, sono state le diverse sta­gioni in Williams che lo han­no reso immune ai lunghi peri­o­di di magra. Eppure, la com­po­nente men­tale non è la sola ad essere dan­neg­gia­ta: il numero 63 ha, infat­ti, rac­con­ta­to di come la sua schiena e il suo pet­to siano, da tem­po, vit­time inno­cen­ti dei con­trac­colpi derivan­ti dal saltel­la­men­to infer­nale del­la mono­pos­to sul drit­to, che lo han­no por­ta­to, in par­ti­co­lare sul trac­cia­to ital­iano, a dover affrontare una pro­va anco­ra più dif­fi­coltosa, accen­tu­a­ta dall’asfalto bag­na­to per la qua­si total­ità del Gran Premio.

Quel­lo che, insom­ma, è pos­si­bile portare a casa dopo il quar­to appun­ta­men­to di ques­ta sta­gione fin qui ster­ile è soltan­to una valan­ga di dati: dati su cui lavo­rare, dati su cui con­cen­trare la più com­ple­ta atten­zione se si vuole risorg­ere dalle ceneri. Non serve a niente, infat­ti, pian­gere sul lat­te ver­sato quan­do, ormai da set­ti­mane, piove sul bag­na­to: si rischia di annegare, di affon­dare in un abis­so pro­fon­do, fat­to di risul­tati esigui e poca fidu­cia nei pro­pri mezzi. Baster­an­no le luci e l’atmosfera del­la sfar­zosa Mia­mi a mostrare la ret­ta via agli uomi­ni Mer­cedes e ad accom­pa­g­narli ver­so la fine di un tun­nel appar­ente­mente sconfinato?

Ph. Mer­cedes-AMG PETRONAS For­mu­la 1 Team ©

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