Un dominio impressionante, quello espresso nel week-end australiano da Charles Leclerc e dalla sua Ferrari F1-75. Un Gran Premio che ha riportato alla mente i tempi d’oro, in cui a far volare la Rossa c’era Michael Schumacher.
Sarà la sveglia presto, sarà il circuito tecnico e pieno di insidie, saranno le riprese dall’elicottero che inquadrano un panorama incantevole in ogni direzione, ma tutte le volte che si corre a Melbourne, è pura magia. Poi, se a tutto questo aggiungiamo una Ferrari devastante ed un Leclerc in punta di fioretto, la gioia raddoppia e lo spettacolo diventa poesia.
Il binomio Ferrari — Leclerc, questo week-end, è stato talmente superiore al resto del gruppo che per un attimo è sembrato di tornare indietro di un ventennio, quando il rosso della Ferrari era più chiaro e nei team radio si udiva una parlata inglese con un chiaro accento tedesco. Correva il 2001, e nella terra dei canguri tutto era pronto per l’inizio di una nuova ed entusiasmante stagione, con i tifosi in fervente attesa per il duello tra Ferrari e McLaren per la conquista del campionato. A Melbourne, tuttavia, Schumacher mise subito le cose in chiaro, schiantando la resistenza delle due frecce d’argento di Hakkinen e Coulthard e dimostrando a tutti che battere la F2001 sarebbe stato molto complicato con lui al volante.
Fu il prologo di quella che sarebbe stata una stagione a senso unico, grazie ad una monoposto tra le migliori nella storia del Cavallino Rampante, progettata da un Rory Byrne ispiratissimo nell’interpretare il nuovo regolamento in materia di aerodinamica, e a Michael Schumacher, indiscutibilmente il miglior pilota nella storia della Formula 1 moderna.
Impossibile non trovare le tante similitudini tra questo Gran Premio e quello di ormai ventuno anni fa vinto dal Kaiser. Il dominio delle due prime guide rosse non è stato, in entrambi i casi, mai in discussione. Anche i gregari hanno avuto una corsa simile, con Barrichello che come Sainz ha avuto una partenza orribile e nella foga di recuperare spedì Frentzen nell’erba cercando un sorpasso impossibile, mentre lo spagnolo ha fatto invece tutto da solo, con un lungo in Curva 11 che si è concluso con la F1-75 sprofondata nella sabbia all’uscita della Waite.
Anche la Safety Car fu protagonista nel 2001, come lo è stata quest’anno, arrivando in entrambi i casi in un momento non certo ideale per le rosse, con Schumi che si è visto annullare il vantaggio accumulato da Hakkinen che, come Verstappen, ha sperato di potersi riagganciare al leader senza alcun successo.
Forse è troppo presto per parlare di Mondiale e di accoppiata vincente, è vero, ma la sicurezza con cui Leclerc ha stampato il giro veloce all’ultimo giro in mezzo al traffico, nonostante il divieto categorico del suo muretto, dimostra il feeling uomo-macchina che si è venuto a creare. Eppure, nella nostra mente, le immagini di Leclerc si sovrappongono a quelle di Schumi, mentre l’architettura meccanica ed estetica della F1-75 si proiettano su quella F2002 capace di vincere tutto.
È presto, prestissimo, per tirare le somme.
Ma sognare è gratis, e con una coppia così, è difficile non farsi trascinare sulle ali dell’entusiasmo.
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