Se il Gran Premio di Jeddah si è concluso con un bilancio più che positivo per la squadra agli ordini di Christian Horner, consentendole di ritrovare quelle certezze che il Bahrain pareva averle sottratto, lo stesso non può dirsi, purtroppo, per l’altro componente della famiglia Red Bull. E a spaventare, in ottica futura, è la mancanza di risposte da parte di Honda.
AlphaTauri ha concluso la tre giorni araba portandosi dietro parecchie ombre, così intense da oscurare persino l’abbagliante vittoria di Max Verstappen, alla luce dei numerosi problemi che il propulsore Honda ha causato a tutti i piloti di entrambe le scuderie nei primi due appuntamenti di stagione. In tal senso, lo stesso Christian Horner si è detto molto preoccupato per la questione affidabilità.
“I problemi accusati dall’AlphaTauri di Yuki Tsunoda non ci fanno dormire sonni tranquilli, per questo motivo aspettiamo che Honda ci ci fornisca chiarimenti su quanto accaduto”.
Comprensibilmente, ancor più dure sono state le reazioni del diretto interessato, Franz Tost.
“Vogliamo sapere cosa sta accadendo”, ha affermato a gara ancora in corso.
Le fibrillazioni dei due team manager sono tali da arrivare fino in Giappone. Honda, infatti, da quest’anno segue i lavori da lontano, ma è logico che il progressivo allontanamento dalla fornitura dei motori per la Formula 1 a beneficio delle nuove strutture della neonata Red Bull Power Train abbia bisogno di tempistiche che si misurano in anni per la completa messa a regime, e non di certo dello spazio di due Gran Premi. Altrettanto logico è che la casa madre venga tirata in causa se si manifestano problemi di affidabilità.
Apprendiamo, inoltre, che in queste ore l’MGU‑K di Pierre Gasly (componente andata a fuoco durante il GP di Sahkir) è in viaggio per il Giappone, in attesa di essere analizzata dai tecnici Honda. Se risposte precise e ufficiali non sono ancora giunte a distanza di dieci giorni dai problemi tecnici avvenuti nel corso del primo appuntamento stagionale, è difficile pensare che se ne abbiano già per quanto riguarda le tribolazioni occorse al propulsore di Yuki Tsunoda durante tutto il più recente week-end end di gara.
Avendo manifestato problemi idraulici già nella giornata di venerdì, la Power Unit del nipponica era stata completamente sostituita in vista delle qualifiche ufficiali, alle quali, beffa delle beffe, il pilota non ha comunque potuto prendere parte, visti nuovi dubbi di affidabilità riscontrati ancor prima dell’inizio della Q3, che l’hanno così relegato al fondo della griglia. Come se non bastasse, anche domenica, durante il giro di schieramento, il motore si ammutolisce di nuovo.
La cosa che preoccupa maggiormente entrambe le scuderie è l’apparente assenza di spiegazioni. Al momento il numero di motori targati Honda ritiratisi ammonta a 3 (Gasly, Perez, Tsunoda) e c’è più di qualche possibilità di dover ricorrere ad un ulteriore cambio per quanto riguarda il numero 22. Ma ancor più nera, se possibile, è stata forse la domenica di Pierre Gasly: riuscito ad abbordare l’ultimo slot disponibile per il Q3, il francese perde posizioni in gara a causa di un pit stop poco fortunato, immediatamente prima dell’ingresso della Safety Car, rientrando in quattordicesima posizione.
Ad ogni modo, alla bandiera a scacchi sono nuovamente quattro i punti portati a casa dal team di Faenza (ottavo posto per Pierre, così come per Tsunoda in Bahrain), con un Gasly davvero stoico nel resistere ad una battaglia andata in scena, questa volta, nel proprio abitacolo.
“Sono stati i 15 giri peggiori della mia carriera. Negli ultimi 5 urlavo dal dolore. Non so cosa mi sia successo, ma avevo un lancinante dolore all’addome: specialmente nelle curve a destra sembrava che l’intestino fosse spinto fuori dal mio corpo”.
Di positivo c’è che l’atteggiamento combattivo dei due piloti non pare essere scalfito dalle vicende sfortunate occorse loro durante i primi due appuntamenti di questa stagione. È lo stesso Tsunoda a spronare il team:
“Correre così è frustrante. Sono certo che la squadra saprà trovare soluzioni”.
Sarà dunque utile osservare gli sviluppi che avverranno in casa della ex Toro Rosso, anche in ottica campionato. Seppur apparentemente di diversa matrice, i problemi delle unità motrici Honda sono di frequenza così alta che non è escluso possano influire sull’eventuale lotta al titolo. Inoltre, al netto della sfortuna, le prestazioni della AT03 sono apparse di tutto rispetto, il che le consentirebbe, salvo ulteriori problemi, di competere in quella che è la lotta di centro classifica, quest’anno più che mai densa di protagonisti, con l’aggiunta dei team motorizzati Ferrari.
Un laboratorio aperto che da Faenza arriva sino in Giappone, dunque, passando ovviamente per Milton Keynes. E siamo certi che il primo osservatore interessato sia di stanza proprio nel Regno Unito. Dal suo balcone, Christian Horner si affaccia ed è preoccupato: nubi all’orizzonte?
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