Al termine di un Gran Premio dell’Arabia Saudita che, con le sue dinamiche mozzafiato, ha fatto da antipasto ad una serata da Oscar, gli uomini di casa Mercedes sono riusciti a riportare a Brackley solamente undici punti, che li tengono ancorati al secondo posto nella classifica costruttori, nonostante si trovino già a 40 lunghezze dalla Scuderia di Maranello. Ad ora, la W13 risulta una vettura ancora difficile da domare, ma che presto potrebbe subire un’ulteriore rivoluzione tecnica, così da provare, quantomeno, a strappare un invito per partecipare alla festa mondiale.

L’ennesima cal­da notte in ter­ra ara­ba ha regala­to, anco­ra una vol­ta, una battaglia al lim­ite tra Charles Leclerc e Max Ver­stap­pen, che non si sono mai per­si di vista per la total­ità dei cinquan­ta giri di ques­ta sec­on­da usci­ta sta­gionale. Chi, però, sem­bra aver per­so com­ple­ta­mente con­tat­to con ciò che accade al ver­tice è la cop­pia com­pos­ta dai due piloti Mer­cedes, i quali non sono sta­ti risparmiati nem­meno da un cir­cuito che, nel­la sua edi­zione pas­sa­ta, ave­va trova­to nel­la scud­e­ria di Brack­ley l’indiscussa pro­tag­o­nista di un finale d’annata strabiliante.

A con­fer­ma del lento naufra­gare del team irida­to, un Lewis Hamil­ton che, dopo aver man­ca­to addirit­tura l’ingresso in Q2, si è ritrova­to a dover lottare per il solo pun­to che spet­ta al dec­i­mo clas­si­fi­ca­to. Nel sen­tir­si comu­ni­care il pro­prio posizion­a­men­to finale, la reazione del pluri­cam­pi­one bri­tan­ni­co è sta­ta breve e con­cisa, car­i­ca di un tono qua­si auto-iron­i­co per smorzare l’atmosfera già tesis­si­ma al muretto:

“C’è anche un pun­to per quel­la posizione?”.

Per l’intero week-end, infat­ti, il fuori­classe di Steve­nage non ha mai trova­to un vero e pro­prio feel­ing con la sua mono­pos­to, che, con l’intento di ridurre quel por­pois­ing che sem­bra tor­mentare le W13 dai test inver­nali, con­tin­ua ad essere sot­to­pos­ta a numerosi esper­i­men­ti da parte del­la fol­ta e cini­ca ala del­la con­gre­ga del­la Stel­la a tre punte che si occu­pa del­la rius­ci­ta tec­ni­ca del­la vettura.

In atte­sa del nuo­vo pac­chet­to di inno­vazioni che ver­rà pre­sen­ta­to nel cor­so del Gran Pre­mio d’Australia, che si ter­rà a Mel­bourne tra due set­ti­mane, le ali ante­ri­ori e pos­te­ri­ori del­la W13 sono state sig­ni­fica­ti­va­mente scar­i­cate per attutire il fenom­e­no del bot­tom­ing, par­ti­co­lar­mente per­sis­tente sulle strade di Sakhir, sen­za però che questo por­tasse ad un miglio­ra­men­to in quan­to a per­for­mance.

Il diret­tore degli ingeg­neri di pista del­la scud­e­ria anglo-tedesca, Andrew Shovlin, ha com­men­ta­to così le notevoli dif­fi­coltà riscon­trate rispet­to alle dirette rivali in cam­po di prestazioni:

“Abbi­amo fat­to qualche esper­i­men­to per capire il prob­le­ma del saltel­la­men­to e alcune idee han­no peg­gio­ra­to la situ­azione, men­tre altre ci han­no un po’ aiu­ta­to, ma non abbi­amo anco­ra trova­to una soluzione per risol­vere adeguata­mente il problema”.

Un aspet­to pos­i­ti­vo sot­to­lin­eato dal­lo stes­so, però, è l’equilibrio dimostra­to dal­la vet­tura, net­ta­mente miglio­ra­to da un week-end all’altro: in Bahrain, infat­ti, lo stes­so Hamil­ton ave­va defini­to la macchi­na “inguid­abile” dopo aver accusato un com­por­ta­men­to molto ner­voso da parte del­la sua numero 44. In aggiun­ta a questo, un degra­do gomme cer­ta­mente minore rispet­to a quel­lo mes­so in mostra durante la pri­ma usci­ta sta­gionale, che ave­va vis­to le Frec­ce d’Argento fati­care molto nel­la mes­sa in tem­per­atu­ra degli pneumatici.

Pare, insom­ma, che per vedere Hamil­ton e George Rus­sell ingag­giati in una vera e pro­pria battaglia con Fer­rari e Red Bull sarà nec­es­sario atten­dere anco­ra un arco di tem­po che i mem­bri del team non vogliono azzardare a cir­co­scri­vere. Ciò che però sem­bra rian­i­mare lo spir­i­to nei box degli otto volte Cam­pi­oni del Mon­do è l’avvento dei prossi­mi appun­ta­men­ti di questo 2022 già ric­co di colpi di sce­na: è in pro­gram­ma, infat­ti, un inser­i­men­to grad­uale di novità, in par­ti­co­lare riguardan­ti il fon­do, in vista dei tre even­ti che seguiran­no nelle set­ti­mane a venire e che tro­verà la sua com­ple­ta intro­duzione, con mol­ta prob­a­bil­ità, sul cir­cuito di Bar­cel­lona, dove le com­po­nen­ti dovreb­bero portare il peso dell’auto a scen­dere fino ai 798 chilo­gram­mi.

Non ci res­ta, quin­di, nient’altro che pronos­ti­care il posizion­a­men­to in griglia dei costrut­tori dom­i­na­tori dell’era ibri­da, che ora assomigliano non più ad una bes­tia feroce, capace di divo­rare sen­za fare scon­ti la con­cor­ren­za, ben­sì ad un vagabon­do in cer­ca di for­tu­na, che fa leva su quelle brac­cia che tante volte lo han­no accom­pa­g­na­to alla glo­ria, ma che adesso si vedono invece costrette a sor­reg­gere il peso dell’instabilità.

Ph. Daim­ler AG ©

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