Max Verstappen vince il Gran Premio dell’Arabia Saudita davanti a Charles Leclerc, e al secondo tentativo trova dunque il primo successo stagionale. Una gara incredibile, caratterizzata da un duello pazzesco, tra due sfidanti che, sotto le luci di Jeddah, hanno regalato al mondo uno spettacolo mozzafiato. Come da tradizione, giunge ora il momento delle cinque pillole, rubrica attraverso la quale il nostro Riccardo Ronchini analizza i principali eventi di questo fine settimana saudita.
1. LA RIVINCITA DI MAX. La gara di Sakhir era stata una vera e propria disfatta per Verstappen, tanto che, in Arabia, era per forza di cose obbligato a rispondere. Detto fatto: una qualifica deludente, e poi una gara da vero fuoriclasse. Fortunato, come Leclerc e Sainz, a scavalcare Perez in regime di Safety Car, ma poi fenomenale nel mantenere il passo di Charles, per poi attaccarlo nel finale. Una vittoria fondamentale, che gli regala un importante slancio, in un campionato che non era cominciato benissimo.
2. CHARLES NON MOLLA DI UN CENTIMETRO. Leclerc ci ha provato fino alla bandiera scacchi, a regalare la seconda gioia consecutiva ai tifosi della Rossa. Ha difeso con le unghie e con i denti la prima posizione fin quando ha potuto, per poi restare attaccato a Max fino alla linea del traguardo. Peccato per quanto accaduto tra Stroll ed Albon a due giri dalla fine: in quel momento, Charles era davvero vicinissimo agli scarichi della RB18, ma non ha potuto affondare il colpo a causa della bandiera gialla. La seconda posizione, tuttavia, rappresenta un risultato importante, che ha confermato quanto di buono visto in Bahrain e, soprattutto, lo mantiene saldamente in testa alla classifica.
3. MERCEDES DOUBLE FACE. Se da una parte George Russell ha confermato il trend che vede Mercedes non poter andare oltre il quinto posto, dall’altra abbiamo assistito ad un tonfo rumorosissimo di Lewis Hamilton. Il sette vole iridato, in quel di Jeddah, non ha mai avuto il giusto feeling con la sua W13, tanto da non riuscire a passare il taglio del Q1, prendendosi ben otto decimi sul giro secco dal compagno di squadra. In carriera, questo, statisticamente, non gli era mai successo. Un’enormità. Urge riprendere subito la retta via, prima che qualche cattivo pensiero possa inculcarsi nella mente di Re Lewis, e possa giocare bruttissimi scherzi, da qui alla fine.
4. P COME PERICOLO. Lo sappiamo, Motorsport is dangerous. E per quanto la sicurezza sia aumentata vertiginosamente nel corso degli ultimi otto anni, il rischio zero non esiste, e mai esisterà. Quello che, tuttavia, non può essere accettato, è il fatto di correre in un layout “da galera”. Non fraintendete, il tracciato è stupendo, e velocissimo, ma non può essere un cittadino. Le velocità delle monoposto sono troppo elevate e, tra muri vicinissimi e cordoli esageratamente spessi, il pericolo di un incidente drammatico è altissimo. Al piccolo Schumi è andata bene, ma qualcuno intervenga, perchè non sempre si può contare sulla Dea Fortuna (e, in questo caso, sulla Dea Dallara).
5. WEEK-END DI CONFERME. Probabilmente, tra le curve veloci di Jeddah, la RB18 aveva qualcosina in più rispetto alla F1-75, come ha confermato l’ultimo stint di gara di Verstappen. Ma la Ferrari c’è, eccome se c’è, e fino alla fine ha anche rischiato di portare a casa la seconda vittoria consecutiva. Poco importa, perchè anche in Arabia Saudita la Scuderia di Maranello ha chiuso con entrambe le vetture a podio, consolidando la propria leadership nel Campionato Costruttori. A Melbourne, servirà un’ulteriore conferma, per continuare a sognare in grande.
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