Max Verstappen vince il Gran Premio dell’Arabia Saudita dopo un duello spettacolare con Charles Leclerc, secondo. Chiude il podio Sainz, mentre Hamilton riesce a conquistare un punto, arrivando decimo. La sfida, è tutta tra Tori e Cavallini…
E siamo qui, in una delle mete più discusse della nostra amata Formula 1. Siamo qui, ad assistere e commentare una corsa che, per molti, non doveva essere disputata. Una corsa in un tracciato che, per molti, non dovrebbe accogliere le sfide a motori. Dopo i continui colpi di scena che si sono dati il cambio fino a pochi minuti dal via, ci troviamo di fronte a un secondo — e si presume imprevedibile — appuntamento stagionale. Lì, nelle prime tre posizioni, un Toro — inaspettatamente quanto meritatamente in pole — e due Cavallini. Seguiti come un’ombra da un Campione del Mondo in carica assetato di riscatto. E lì, in fondo, nella quindicesima casella, un ex Campione del Mondo che deve convivere con un’innegabile difficoltà.
Bandiera verde, semafori spenti, si parte. Col guore in gola. Verstappen subito prende la posizione su Sainz, mentre Perez scappa, con la stessa velocità di un fulmine, seguito poco dopo da Leclerc. Russell, al quarto giro, riesce a guadagnare una piazza ai danni di Ocon ed è quinto, dietro la Rossa numero 55. Sesta tornata e in casa Alpine è lotta, con Alonso che tenta più volte l’attacco sul compagno di squadra che a sua volta reagisce, forse non sempre correttamente, per poi cedere all’ennesimo tentativo dell’asturiano. Il francese non ci sta, risponde e poi subisce. Intanto, dietro Bottas e Magnussen di aggregano alla festa, mentre Lewis, pian piano sale in undicesima posizione, poi decima, segno che la sua gomma dura inizia a funzionare. Mentre dal muretto Alpine cerca di raffreddare i suoi piloti infuocati, Bottas brucia Ocon e porta la sua Alfa Romeo in settima posizione.
Sedicesimo giro e Perez entra ai box per uscirne quinto, alle spalle di Russell. E sbam, botto di Latifi: Virtual Safety Car con valzer di soste, con Leclerc che diventa leader, seguito da Verstappen, Perez e Sainz, quest’ultimo accompagnato un po’ oltre dall’uscita della pit lane dal messicano. È Safety Car. Giro 20, la gara riprende. Sainz riprende la posizione su Perez, che gliela cede per ordine del team, vola Charles seguito dalla RB18 di Max. Seguono Russell, Magnussen ed Hamilton. Stiamo assistendo a un mondo… rovesciato. Ma spettacolare.
Al venticinquesimo passaggio, si chiude il botta e risposta tra Haas e Mercedes, con Hamilton che prende la sesta posizione. Dieci tornate dopo, Alonso mangia Magnussen in rettilineo ed è settimo. Ma la Haas risponde, con Fernando che emette un “No power”. Mancano 15 giri alla fine. Mentre Leclerc e Verstappen continuano a tirare, la McLaren di Ricciardo si pianta davanti all’ingresso della pit lane ed è nuovamente Virtual. Si ferma anche Alonso a pochi metri dell’australiano e l’Alfa Romeo di Bottas viene ritirata nei box. A 9 giri dal termine, la pit lane viene riaperta, e la corsa riprende. Hamilton entra ai box, monta la gomma gialla e rientra in pista 11esimo alle spalle di Kevin Magnussen.
Max e Charles sono incollati. La Red Bull si avvicina, mancano 8 giri. Verstappen passa, risponde Leclerc, risponde Max ma blocca. E Charles ringrazia. Meno 5. La tensione è visibile, tangibile. Toro e Cavallino sono lì, attaccati, Max è incollato e lo passa. Il Campione del Mondo scappa via e mancano 2 giri. La bandiera gialla esposta per il contatto tra Albon e Stroll non permette al monegasco di tentare il soprasso. Ci riprova, ma è lontano.
E finisce così. Con un duello pazzesco. Verstappen vince, e le due Rosse sono sul podio. Il poleman si deve accontentare della quarta piazza, con Russell ed Hamilton in quinta e decima piazza.
Ed è solo l’inizio. Ci si rivede — con tanto caffè — a Melbourne.
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