Charles Leclerc, in Bahrain, ha dominato, faticando solamente nel momento in cui non ha potuto contare sulla componente ibrida per un inconveniente tecnico. Non solo: si apprende, nelle ultime ore, come il monegasco ed il suo compagno di squadra, Carlos Sainz, abbiano anche corso a regimi di Power Unit ridotti a scopo precauzionale. Considerati questi due fattori, pare abbastanza evidente che il meglio, per la Ferrari, debba ancora venire.

Il lavoro, paga. Gli sforzi appor­tati a Maranel­lo negli ulti­mi due anni sul propul­sore 066/7 (denom­i­na­to Super­fast) han­no com­in­ci­a­to sin da subito a dare i loro frut­ti, tra­mu­tan­dosi, in Bahrain, in una stra­or­di­nar­ia doppi­et­ta. La Pow­er Unit del Cav­alli­no, di fat­to, rap­p­re­sen­ta il bench­mark sul­la griglia di parten­za, ed essendo abbina­ta ad un pac­chet­to aero­d­i­nam­i­co di notev­ole liv­el­lo, fa ben sper­are i tec­ni­ci del­la Fer­rari in otti­ca futura.

Par­liamo di un propul­sore di gran lun­ga migliore di quel­lo 065/6 del­la SF21, nonos­tante sia sta­ta appe­na introdot­ta, da rego­la­men­to, una nuo­va mis­cela a base di com­bustibile fos­sile ed etanolo, iden­ti­fi­ca­bile nel 10% del totale pre­sente in ser­ba­toio e, per questo, siglato come E10. L’utilizzo di tale ele­men­to ha por­ta­to, sec­on­do le stime di Mat­tia Binot­to, ad una perdi­ta di cir­ca 20 cav­al­li di poten­za che, al fine di essere recu­perati, ha richiesto un lavoro di riprog­et­tazione delle camere di com­bus­tione da parte del­lo staff di Enri­co Gualtieri, respon­s­abile dei motoristi del­la Scud­e­ria, e dell’ingegner Wolf Zim­mer­man, con­sid­er­a­to una delle fig­ure di spic­co tra i padri del nuo­vo propulsore.

Uni­ta­mente al lavoro com­pi­u­to sul ban­co pro­va, altret­tan­to impor­tante è sta­to lo stu­dio effet­tua­to dal for­n­i­tore e spon­sor del­la Fer­rari, ovvero la Shell, che è sta­ta per questo ele­va­ta a “inno­va­tion part­ner”. La trasfor­mazione del­lo sta­tus da sem­plice for­n­i­tore di car­bu­rante a part­ner di inno­vazione ha per­me­s­so di lavo­rare pro­fon­da­mente sul­la com­po­sizione chim­i­ca del nuo­vo com­bustibile, alla quale si è giun­ti dopo una serie di anal­isi di lab­o­ra­to­rio e di con­seguen­ti prove al banco.

Il lavoro in ques­tione si è som­ma­to agli sforzi pro­fusi per ren­dere il motore tan­to prestante quan­to durev­ole, in ottem­per­an­za al con­ge­la­men­to pre­vis­to fino al 2025, al fine di pot­er avere la meglio su Red Bull Pow­er­trains e Mer­cedes, anche loro legate a part­ner strate­gi­ci in gra­do di portare avan­ti un lavoro sim­i­le in vista del­la futu­ra tran­sizione ver­so i bio-car­bu­ran­ti, ed ha prodot­to un aut­en­ti­co prodi­gio ingegneristico.

A Sakhir, Charles Leclerc ha fat­i­ca­to solo nel momen­to in cui Max Ver­stap­pen ha sfer­ra­to i suoi tre attac­chi sul lun­go ret­ti­li­neo prin­ci­pale, attac­chi tut­tavia det­tati da un incon­ve­niente tec­ni­co che ha pri­va­to il mon­e­gas­co del­la com­po­nente ibri­da, moti­vo per il quale il Cam­pi­one del Mon­do, nonos­tante un dis­tac­co spes­so vici­no ai nove dec­i­mi, rius­ci­va a sopra­van­zar­lo, per poi cedere il pas­so a Leclerc sul ret­ti­fi­lo suc­ces­si­vo, anche e soprat­tut­to gra­zie alla incred­i­bile tena­cia del gio­vane fenom­e­no del Cavallino.

Stan­do a quan­to emer­so nelle ultime ore, inoltre, pare che le F1-75 di Leclerc e Car­los Sainz, sec­on­do al tra­guar­do, abbi­amo cor­so nel pri­mo appun­ta­men­to sta­gionale con una Pow­er Unit a regi­mi ridot­ti, a scopo pre­cauzionale.

Il Cor­riere del­lo Sport, infat­ti, seg­nala quan­to segue.

“Nel pri­mo Gran Pre­mio, i tec­ni­ci di Maranel­lo han­no usato il motore al di sot­to del suo poten­ziale, per non avvic­inare in alcun modo i lim­i­ti di affid­abil­ità pri­ma di aver­li ben indi­vid­uati. La poten­za ver­rà aper­ta grad­ual­mente nelle prossime gare – non anco­ra nel prossi­mo week-end in Ara­bia Sau­di­ta – ed è prob­a­bile che la sec­on­da Pow­er Unit pos­sa debuttare già tra quat­tro o cinque gare, una vol­ta mes­sa in sicurez­za l’affidabilità con una speci­fi­ca evoluzione”.

A con­fer­mare quan­to ripor­ta­to dal Cor­riere, è sta­to lo stes­so Binot­to, che ha par­la­to a Repub­bli­ca in questo modo:

“A Jed­dah porter­e­mo la stes­sa macchi­na vista a Sakhir, per­ché c’è anco­ra molto poten­ziale da tirare fuori. Gli svilup­pi arriver­an­no più in là, quan­do sare­mo sicuri di essere abbas­tan­za maturi per fare un gius­to pas­so avanti”.

Insom­ma, a quan­to pare, il meglio deve anco­ra venire.

Ph. Scud­e­ria Fer­rari Press Office ©

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