Dal 2024 la griglia di Formula 1 dovrebbe vedere, ai nastri di partenza, due nuove monoposto firmate Andretti e motorizzate Renault. Ripercorriamo le tappe che hanno portato ad un matrimonio destinato a farsi, tra preoccupazioni e placet.
Andretti e Formula 1: questo matrimonio, per dirlo alla Manzoni, “s’ha da fare”. Tutto è iniziato, invero, qualche tempo fa, con le proposte avanzate negli anni dalla Andretti Global, società sportiva creata dagli ex piloti Mario e Michael Andretti, per l’acquisto delle quote di maggioranza dei team Sauber F1 prima e Williams Racing dopo, iniziative, entrambe, mai giunte a termine.
Il tempo passa, e le voci si spostano nel dimenticatoio, finché, qualche giorno addietro, con una nota su Twitter, Mario Andretti, ex Campione del Mondo del 1978, ha riproposto nuovamente l’intenzione del figlio Michael, anch’egli ex pilota di Formula 1 nonché Campione del Mondo IndyCar, di entrare nell’universo della massima serie.
“Michael ha fatto domanda alla FIA per schierare un nuovo team di Formula 1 a partire dal 2024. La sua scuderia ha le risorse necessarie e controlla ogni aspetto. Stiamo quindi aspettando una risposta da parte della FIA”.
Successivamente, gli organi di stampa hanno ufficializzato la notizia in questione, rendendo noto che la società americana Andretti Global ha presentato domanda formale alla FIA al fine di partecipare al Campionato Mondiale di Formula 1 con una propria scuderia, la quale si aggiungerebbe alle dieci attualmente presenti, a partire dalla stagione 2024.
Sebbene non ci sia una tempistica formale per quanto riguarda le scadenze per l’ingresso di nuovi team in Formula 1, Mario Andretti ha dichiarato di essere impaziente di avere news dalla Federazione Internazionale dell’Automobile:
“Aspettiamo che la FIA risponda. Ne abbiamo bisogno in fretta, perché il tempo stringe se vogliamo essere lì nel 2024. Dobbiamo saperlo entro un mese”.
Come riportato in esclusiva da Motorsport.com, Andretti Senior ha infatti affermato di avere già le idee abbastanza chiare su alcuni dettagli chiave della sua possibile entrata nel Circus della categoria.
Partendo dal tema piloti, Andretti, iridato al volante della sua Lotus 78, si è soffermato sull’importanza degli stessi, innalzando a caso esemplificativo il modo in cui Max Verstappen è riuscito ad aumentare l’interesse di pubblico e media olandesi nei confronti dei Gran Premi, questo per dimostrare che un buon pilota americano in squadra potrebbe, a suo parere, fare lo stesso per il potenziale pubblico negli Stati Uniti.
Piedone vorrebbe, infatti, portare alle gare con la nuova scuderia il driver Colton Herta nelle vesti di prima guida, stella nascente dell’automobilismo a stelle e strisce, già al volante di una monoposto del team Andretti nel campionato IndyCar.
“Per aver successo in un determinato Paese, è necessario disporre di un buon pilota che provenga dallo stato interessato. Guardate al successo riscontrato dalla Formula 1 nei Paesi Bassi: questo perché hanno un grande pilota. Attualmente, non c’è nessuno qui. Se prendi un buon pilota con un buon seguito, come Colton, penso che avremo un grande successo”, ha proseguito Andretti.
In tal senso, lo stesso ha dichiarato di essere certo che la scelta di affidare una delle vetture a Herta sarebbe una delle chiavi per rendere la presenza del team un successo per la categoria negli Stati Uniti, e ciò, a maggior ragione, in un momento in cui ci sono già in calendario due gare in America, la prima in Texas al COTA e la seconda, novità per il 2022, in Florida, presso l’inedito tracciato di Miami, mentre si inizia a vociferare anche di una terza gara in programma per il futuro (Las Vegas).
Altro punto fondamentale è, senz’altro, l’organizzazione tecnica e manageriale del team, sulle quali Andretti si professa ancora una volta con le idee ben chiare, ed entusiasta:
“Come creare la scuderia? Per me sarebbe un gioco da ragazzi. Non so davvero quale sia il problema, quindi spero che mi rispondano presto. Il modo in cui si organizzerà il team sarà di prima classe, fino in fondo. Abbiamo grandi progetti, e disponiamo dei fondi, faremo del bene per la Formula 1”.
Per quanto riguarda, invece, la sede operativa della scuderia e la produzione delle vetture, Andretti ha detto che preferirebbe restare negli Stati Uniti a lungo termine, certo al contempo di aver bisogno anche di un quartier generale europeo per la progettazione e lo sviluppo delle monoposto.
“La prima vettura dovrebbe nascere in Europa: abbiamo già individuato le strutture necessarie nel Regno Unito, tuttavia il mio sogno è quello di realizzare qui il tutto, di avere una macchina veramente americana. Avremmo comunque una grande presenza nel vecchio continente, ma vorremmo che la produzione vera e propria fosse situata qui negli USA”.
L’ex pilota, proseguendo nel discorso sulla forza del suo entourage, ha inoltre aggiunto:
“I miei ragazzi sono fantastici, se saranno in squadra lo faranno per essere competitivi, e non solo per dire che sono in Formula 1. Vogliamo vincere. Sono uomini che vivono per lo sport, hanno lavorato duramente nelle scuderie automobilistiche cui hanno preso parte, trasformando i rispettivi team per renderli competitivi: sanno come fare queste cose”.
In relazione alle motorizzazioni, infine, l’italoamericano ha rilasciato una recente intervista al giornalista sportivo David Land, in cui ha affermato che sarebbe stato già chiuso un accordo formale con la Renault per la fornitura di motori.
Nel dettaglio, nonostante non ci siano ancora notizie ufficiali, vista l’attuale pendenza della richiesta di ingresso in Formula 1 avanzata dalla Andretti Global, ha affermato:
“Ad oggi abbiamo un accordo formale sul fornitore dei motori, che sarà la Renault, e adesso sono autorizzato a dirlo. Le parole di Toto Wolff? Ci sono state molte speculazioni anche da parte sua. So che era in pensiero sul fatto che la nostra partnership potesse essere realizzata con la Ferrari, e devo dire che questa era una delle opzioni”.
Andretti Senior ha fatto riferimento esplicito a Wolff e Ferrari perché, sulle future motorizzazioni delle vetture, si era precedentemente espresso proprio il figlio Michael, affermando che la Renault fosse una delle opzioni, ma precisando che ce ne fosse anche un’altra in trattativa, alludendo in modo non troppo celato alla Ferrari, e che in merito non era stata ancora presa alcuna decisione definitiva.
Ad ogni modo, pare dunque che alla fine sarà Renault a fornire le Power Unit ad Andretti Global, nel caso in cui quest’ultima partecipasse al Mondiale 2024 di Formula 1, allontanando così definitivamente le voci che vedevano il team Andretti vicino alla Scuderia del Cavallino.
Sulla possibilità paventata di diventare il team principal di un team di Formula 1 assieme al figlio Michael, Mario Andretti ha, infine, dichiarato:
“Sono davvero molto entusiasta all’idea. Volevo farlo da molto tempo e adesso è il momento giusto. Penso che l’ingresso in Formula 1 sia fantastico per il nostro marchio: ci metterebbe ad un altro livello. Sono nel business delle corse da tanto tempo e voglio fare sempre meglio”.
Ad oggi, in attesa di notizie ufficiali da parte della FIA, la voce generale ha riportato la chiusura manifestata dagli attuali team all’ingresso di un undicesimo competitor nel campionato Mondiale.
Tuttavia, il fronte del no inizia a spezzarsi, ed il primo placet è stato recentemente espresso dalla scuderia McLaren, di cui proprio Michael è stato pilota nella sua breve esperienza pregressa all’interno della massima serie nella stagione 1993.
Il progetto del nuovo team Andretti in Formula continua a suscitare grande attenzione, tra polemiche ed entusiasmo: che sia giunto, finalmente, il momento del ritorno di Andretti nella classe regina dell’automobilismo?
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