Fornita di un nuovo turbocompressore, l’ultima arma della Stella punta a ristabilire la propria supremazia in ambito motoristico, portando avanti anche un forte sviluppo in ambito aerodinamico sul quale, tuttavia, trapela qualche dubbio importante.
Finora, ad eccezione di Ferrari, ben poche sono state le indiscrezioni rilasciate dai vari costruttori di Formula 1 che, come di consueto, contano sul massimo riserbo in vista di una stagione ricchissima di novità e punti interrogativi. Tuttavia, alcuni indizi riescono ad arrivare anche da altre squadre il cui operato è circondato da grande curiosità, come nel caso della Mercedes e della sua ultima creatura: la W13 F1. Con essa, i detentori del titolo Costruttori 2021 intendono ripristinare parte di quella superiorità che è stata fortemente messa in discussione tanto dalla Power Unit Honda, rivelatasi un’arma micidiale nelle mani dei tecnici e dei piloti Red Bull, quanto dalle soluzioni equilibrate adottate sulla RB16B.
Proprio il primo dei due punti trattati sembra costituire il fulcro attorno al quale si è mosso l’intero reparto tecnico di Brackley. La nuova nata conterà, infatti, su un’unità motrice fortemente derivata da quella impiegata nel 2021, seppur con importanti modifiche motivate da considerazioni tecniche e, soprattutto, affidabilistiche di particolare rilievo.
Il motore M12, per quanto prestante e capace di sfoderare ben 1026 CV, che arrivavano a 1044 in occasione della qualifica del GP del Brasile, ha accusato problemi di affidabilità che hanno portato ad un conseguente accorciamento della vita utile del propulsore, decurtata a quattro Gran Premi rispetto agli otto inizialmente previsti. Di conseguenza, in virtù della ridotta finestra operativa, si è deciso di spingere maggiormente sulle mappature e sulle configurazioni stesse del 6 cilindri, che è stato spremuto al fine di rimanere al passo con la concorrenza nipponica.
L’erede di tale unità, per questo siglata M13, mutuerà alcune soluzioni che hanno permesso di raggiungere i picchi di potenza appena descritti, ma abbinando, al contempo, un sistema di sovralimentazione completamente nuovo e che va di pari passo con un sistema di ricarica, anch’esso, più efficiente. Grazie al miglior riempimento in turbina, ad un rinnovato MGU‑H e ad un intenso lavoro svolto in collaborazione con i tecnici Petronas, il nuovo motore sembra già aver recuperato i 20 CV persi a causa dell’adozione del nuovo carburante E10, costituendo, così, un punto fermo importante all’interno del quadro progettuale della nuova wing car.
E se il motore resta (quasi) tale, tutto ciò che prende forma attorno ad esso cambia completamente.
Come è noto, i nuovi regolamenti imposti dalla FIA imprimono un drastico cambiamento concettuale, estetico e funzionale a tutto l’impianto aerodinamico della vettura, che conterà, ora, su un effetto suolo fortemente amplificato. Per questo, tra le nuove normative, spunta anche la limitazione sulle dimensioni massime e minime del passo, che dovrà essere contenuto tra i 3400 e i 3600 mm, ponendo i progettisti dinanzi ad una sfida di notevole importanza e criticità.
La W13 dovrebbe adottare un interasse di 17 mm più corto rispetto a quello della vettura 2021, pur conservando qualche dubbio sull’effettiva validità di questa misura. Un passo più corto favorirebbe, infatti, una maggior agilità della vettura nei tratti più ricchi di curve, penalizzando, però, la prestazione in rettilineo: di contro, un passo più lungo favorirebbe l’incremento del carico a scapito di una ridotta agilità nel misto più impegnativo, peraltro allontanando la vettura dal peso minimo di 793 Kg ai quali si avvicinerebbe maggiormente con un interasse ridotto.
Considerazioni tecniche di base a parte, però, non va dimenticato l’impiego, da parte di Mercedes, di un complesso cinematismo posteriore in grado di simulare l’effetto delle ruote sterzanti. Questo permetterebbe di impiegare un passo più lungo, in grado di generare un carico più elevato, senza sacrificare la manovrabilità che verrebbe, altrimenti penalizzata.
Tuttavia, per rispondere a tutti gli interrogativi, occorre attendere ancora un po’, se non altro per osservare, almeno in prima analisi, le forme che questa nuova era presenterà ai nostri occhi.
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