Quando Lewis Hamilton e Max Verstappen si sono seduti sulle poltrone della sala stampa del circuito di Yas Marina, ci si aspettava si scatenasse un vero e proprio temporale di domande, incentrate su tutte le battaglie di Jeddah e sul resto della stagione. Invece, lo “spettacolo” andato in scena, è andato contro ogni qualunque previsione ed aspettativa.
Resto alquanto basito guardando a quello che è successo nella conferenza stampa di Abu Dhabi.
In dieci minuti di intervista, nei quali Max Verstappen e Lewis Hamilton si sono seduti uno a fianco all’altro per rispondere alle domande dei giornalisti, nessuno ha voluto chiedere ai due un’opinione riguardo a quanto accaduto nell’ultima gara, né in generale riguardo a tutte le battaglie nelle quali i due si sono confrontati.
Nulla di nulla.
Sinceramente, dopo tutto quello che è capitato in Arabia Saudita, mi aspettavo non si parlasse d’altro. Una gara fatta di cazzotti, sportellate e manovre al limite lasciata cadere nell’oblio generale. Il tutto sapendo che quei due si stanno giocando il Mondiale, non il torneo di tresette del bar di Levanto, ma il Mondiale di Formula 1.
Per farvi un esempio, quando nel 2017 Vettel speronò Hamilton in quel di Baku, alla vigilia della tappa successiva, andata in scena in Austria, la conferenza stampa pre-gara fu incentrata solamente su quell’episodio: continue domande sul fattaccio e su come sarebbe cambiato il loro rapporto dopo il tamponamento e la conseguente lotta per il titolo, vinto poi dall’inglese. E in quel caso non eravamo certo all’ultima corsa, ma, anzi, nemmeno a metà campionato.
Ecco, io mi aspettavo esattamente questo dall’intervista di oggi, e il fatto che nulla di ciò sia accaduto mi rende alquanto pensieroso. La sensazione è che si sia voluto far passare come ordinario un qualcosa che non lo è. Non mi riferisco solo a settimana scorsa, ma a tutta la stagione, e il non aver cercato di approfondire a fondo tutto quello che è successo con i diretti interessati mi è parso come una mancata celebrazione di ciò che è stato e di ciò che sarà.
Oh, scusate, mi sono dilungato: tra una riga e l’altra mi sono scordato che ho una partita di tresette da vincere.
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