JEDDAH, SAUDI ARABIA - DECEMBER 05: Max Verstappen of the Netherlands driving the (33) Red Bull Racing RB16B Honda follows the FIA Safety Car during the F1 Grand Prix of Saudi Arabia at Jeddah Corniche Circuit on December 05, 2021 in Jeddah, Saudi Arabia. (Photo by Lars Baron/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202112050168 // Usage for editorial use only //

Una Federazione Internazionale spesso e purtroppo inadeguata, una concezione di monoposto che sta per lasciare spazio ad un futuro incerto e colmo di punti interrogativi, due protagonisti straordinari, ed una guerra, la loro, che sta ufficialmente per volgere al termine. Nella notte di Abu Dhabi va in scena il gran finale, e fidatevi: non lo dimenticheremo mai.

Nel­la mia tes­ta nav­igano tal­mente tan­ti pen­sieri che fac­cio fat­i­ca persi­no a rior­di­narli, fig­uri­amo­ci a rias­sumer­li in un arti­co­lo. Ma ho scel­to di provar­ci. Per pri­ma cosa, mi sen­to di dire: onore ai com­bat­ten­ti. Sono affas­ci­na­to, per­sonal­mente, dal tal­en­to e dal­la stra­or­di­nar­ia intel­li­gen­za di Lewis Hamil­ton, per cui non ho mai avu­to un debole, pur non negan­do le incred­i­bili doti di un ragaz­zo che va ver­so le trentasette pri­ma­vere. In Brasile mi ave­va con­quis­ta­to, in Ara­bia Sau­di­ta mi ha fat­to com­pren­dere quan­to la tes­ta fac­cia la dif­feren­za a questi liv­el­li. Non ha mai mol­la­to di un cen­timetro, lot­tan­do con­tro un des­ti­no che pare­va con­tin­uare a vol­er­lo estromet­tere dal­la cor­sa iri­da­ta. La pri­ma bandiera rossa, che gli ave­va tolto quan­to di buono ave­va fat­to nelle prime dieci tor­nate. Le provo­cazioni di Ver­stap­pen, alle quali non ha mai cedu­to, alzan­do sem­pre il piede e rischi­an­do di finire a muro pur di evitare con­tat­ti che sareb­bero sta­ti cer­ti in con­dizioni nor­mali. E i team radio: quan­to tut­to va a gon­fie vele, Lewis si lamen­ta, anche oltremo­do, sus­ci­tan­do spes­so, non lo nego, la mia antipa­tia. Eppure, quan­do tut­to va male, abbas­sa la visiera e si dimen­ti­ca di quel che di neg­a­ti­vo lo cir­con­da. In molti avreb­bero cedu­to, di fronte ad una evi­dente inerzia che sem­bra­va pen­dere tut­ta a van­tag­gio di Max. Questo non sig­nifi­ca che sia sta­to remis­si­vo, ma cal­mo piut­tosto, anche nelle comu­ni­cazioni, e nel lin­guag­gio del cor­po durante i regi­mi di bandiera rossa. Arrab­bi­a­to, cer­to, ma mai sconfortato.

Anche for­tu­na­to, cer­to, a non perdere la sua ala ante­ri­ore nel dis­cus­so tam­pon­a­men­to, e a trovare la Vir­tu­al Safe­ty Car nel pri­mo e nel sec­on­do set­tore, che ha con­ge­la­to il gap tra lui e Max per­me­t­ten­dogli di attac­care in ret­ti­li­neo, e di innescare il duel­lo che sarebbe poi dura­to a lun­go. Ma la for­tu­na bisogna crearsela, e Lewis questo lo sa fare molto bene. Da sem­pre. Comunque vada a finire ques­ta guer­ra, sono felice di aver vis­to un sette volte irida­to, dopo moltissi­mo tem­po, mis­urar­si con un deg­no rivale, dimostran­do di valere tut­to quel­lo che ha vin­to, oltre che di essere sen­za alcun dub­bio uno dei migliori piloti di tut­ti i tempi.

E Ver­stap­pen? Cre­do, in sin­te­si, che il pan­i­co si sia appro­pri­a­to del­la mat­u­razione di Max, che era prob­a­bil­mente cer­to, dopo il Gran Pre­mio del Mes­si­co, di avere il cam­pi­ona­to in tas­ca. A quat­tro gare dal ter­mine, dician­nove pun­ti era­no una bel­la assi­cu­razione sul tito­lo. Sen­ten­dosi per­so, o comunque ad un pas­so dal vedere le sue certezze sgre­to­lar­si, sta attin­gen­do dal suo “portafoglio delle scor­ret­tezze” per evitare che il suo incubo si mate­ri­al­izzi. Com­pren­si­bile, o forse no. Non inten­do attac­car­lo, tan­tomeno difend­er­lo, anche se pare a tut­ti evi­dente che si stia oltrepas­san­do il lim­ite. Prob­a­bil­mente, nel­la sua tes­ta, rim­bom­bano i pun­ti per­si a Sil­ver­stone, a Baku, a Budapest, oltre che il sor­pas­so resti­tu­ito a Sakhir nel­la fasi finali del Gran Pre­mio del Bahrain, per non par­lare del­la bandiera rossa di Imo­la, gra­zie alla quale Hamil­ton venne di fat­to ripesca­to, negan­do inoltre a Car­let­to Leclerc un podio mer­i­ta­to sul cam­po.

Come si fa a perdere un cam­pi­ona­to per lunghi trat­ti dom­i­na­to? Non so se mi com­porterei come Ver­stap­pen, anzi, conoscen­do­mi direi pro­prio di no, ma mi fumereb­bero le orec­chie, come ad ognuno di voi. Max ha commes­so il suo pri­mo errore sta­gionale nelle qual­i­fiche sau­dite, e bas­ta questo a far com­pren­dere lo sta­to men­tale del tal­en­to olan­dese. Che poi stia esageran­do, questo lo sap­pi­amo tut­ti. Agen­do in questo modo, tut­tavia, sta por­tan­do i tifosi “dis­in­ter­es­sati” a propen­dere per Hamil­ton e la Mer­cedes, che pare ora, mes­sa a con­fron­to con la Red Bull di Horner e Marko, una squadra di stinchi di san­to. Curioso.

Apro a propos­i­to una par­ente­si su Valt­teri Bot­tas, che sta facen­do il suo, com­por­tan­dosi da sig­nore: pur di evitare Ver­stap­pen in Cur­va 1, andan­do al bloccag­gio, ha scel­to di finire lun­go piut­tosto di cen­trare un incolpev­ole Max. Sarebbe sta­to un inci­dente di gara, per il quale Valt­teri sarebbe sta­to sicu­ra­mente penal­iz­za­to, ma che di fat­to avrebbe con­seg­na­to il tito­lo al com­pag­no di squadra. Ho apprez­za­to tan­tis­si­mo, anche se non va comunque dimen­ti­ca­to che, nel cor­so del pri­mo regime di Safe­ty Car, Valt­teri ha fat­to di tut­to per ral­lentare Max. Qui ho apprez­za­to di meno, ma pen­so che a par­ti inver­tite sarebbe accadu­to lo stes­so, men­tre ho dub­bi su quel che sarebbe suc­ces­so, sem­pre a par­ti inver­tite, nel pri­mo episo­dio da me men­zion­a­to. Non lo sapre­mo mai, o almeno spero.

So che vi aspet­tate un com­men­to sul­la Fed­er­azione Inter­nazionale e sul suo oper­a­to. Pre­mes­sa: pen­so che nes­suno, al momen­to, vor­rebbe essere al pos­to dei com­mis­sari e di Michael Masi. La Race Direc­tion sta ges­ten­do una situ­azione incan­des­cente, non sod­dis­facen­do nes­suna delle par­ti in causa, prob­a­bil­mente ostag­gio e suc­cube di Lib­er­ty Media, che come ave­vo antic­i­pa­to in un altro arti­co­lo, avrebbe fat­to di tut­to per arrivare ad Abu Dhabi in ques­ta situ­azione. Vi aspet­ta­vate davvero che dessero bandiera nera a Ver­stap­pen, o una penal­iz­zazione in griglia per quan­to riguar­da il Gran Pre­mio di Abu Dhabi? Show must go on, almeno fino a Yas Mari­na. Mai frase fu tan­to ver­i­tiera come in questo caso. Per il resto, pen­so che sia chiaro che Masi si stia dimostran­do inadegua­to. Siamo arrivati a rimpian­gere il com­pianto Char­lie Whit­ing, che nei suoi ulti­mi anni alla gui­da del­la Direzione Gara, non dimen­tichi­amo­lo, ne ave­va com­bi­nate peg­gio di Bertol­do, incas­san­do persi­no un «dite a Char­lie Whit­ing di andare a fare in c*lo» in diret­ta mon­di­ale da un Sebas­t­ian Vet­tel imb­u­fal­i­to. Anche in quel caso, per­al­tro, a causa di Ver­stap­pen. Questo, in gen­erale, la dice lun­ga sul dis­cutibile oper­a­to del­la Federazione.

Onore ai com­bat­ten­ti, comunque, come ho det­to. A chi com­bat­te per riscri­vere total­mente per la sto­ria, a chi com­bat­te per real­iz­zare un sog­no, a chi com­bat­te nel­la sper­an­za di tem­pi migliori (sot­to tut­ti i pun­ti di vista). E, per con­clud­ere, onore a queste vet­ture di For­mu­la 1. Non dimen­tichi­amo­ci, infat­ti, che ad Abu Dhabi dire­mo per sem­pre addio a ques­ta con­cezione di mono­pos­to, che final­mente, dopo anni scon­tati e poco grat­i­f­i­can­ti, ci ha regala­to uno spet­ta­co­lo dalle mille e una notte.

Da goder­si sot­to le stelle di Abu Dhabi.

Che vin­ca il migliore!

Ph. Red Bull Con­tent Pool ©

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